Si, disco contaminatissimo come una febbre, una devozionalità al bello sopraffina che per quasi una cinquantina di minuti incanta e fa smuovere le frenesie dello spirito rock, accentuandone i caratteri più laterali e profondi; undici brani come ideali soundtrack per trip rudi e immacolati alla corte di una poetica di note e distorsori che irritano per la perfezione.
Pedal steel, Fender Rhodes, sintetizzatori, dobro, moog, percussioni, Hammond e quant’altro possa fare magie uditive sono il motore di questa macchina sonica che oramai dei “rodaggi” non sa che farsene, la sua è una potenza “sweeet hardly” che è garanzia per ascoltatori di eccellenze, a darne conferma quattro tracce su tutte, le vibrazioni dondolanti di Ho Chi Minh, il soul di fiamma Stax Remorse, l’hard funk che agita Red mole e il cielo stratificato di The minimizer; questi i cardini lussuriosi del lotto, poi tutto il resto è pronto per darvi il knock-out finale.
Si, disco che irrita per la perfezione. Eccellenza in transito!
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