Area Pirata
L’etichetta pisana Area Pirata continua nel lodevole lavoro di riportare in auge alcune perle dimenticate del neo-sixties degli anni ’80. L’ultima in ordine di tempo è quella dei pisani The Liars, gruppo nato dalla una costola dai seminali Useless Boys. L’antologia in questione, in doppio cd, raggruppa ben trentadue canzoni, pubblicate dal quartetto toscano nella seconda metà degli anni ’80, vale a dire il periodo in cui si espresse maggiormente con la psichedelia, la new wave e il garage.
Nel primo cd sono presenti i cinque brani contenuti nel 12’ d’esordio “Optical sound” ed il primo Lp “Mindscrewer”. Nel 12’ sono già presenti le influenze di quello che negli Usa è stato definito il paisley underground data la capacità dei pisani si trovare l’equilibrio tra rock’n’roll (“She’s all right”), beat e psichedelia (That’s in my mind”), non senza ottimi spunti di post punk stralunato ed evocativo (“The Lady knew”). “Mindscrewer” è intriso di psichedelia visionaria, ma anche di un serrato rock blusato. Diversi i richiami alla psichedelia della California degli anni ’60 (“Her and her mountain”), ma anche ai Niggets (“Fire illusion”) e non mancano istanze proto-punk (“Dunb generation”).
Nel secondo cd, invece, troviamo il primo nastro del gruppo, che con questa antologia, è stato pubblicato per la prima volta. Si tratta delle dieci tracce presenti in “’86 tears”, un chiaro riferimento al classico di Question Mark & The Mysterians, nelle quali emerge il gusto naïf dei Liars, con tanti brani evocativi, beat e tanta ingenuità acerba che avrebbe dato ottimi frutti in seguito. Gli altri sette brani sono out-take, brani presenti in antologie e un Ep. Tra questi il più esaltante è la cover di “Baby please don’t go”, realizzata con una ritmica alla Bo Didley e con una voce nella quale convivono le corde vocali di Van Morrison e di Howlin’ Wolf.
Vittorio Lannutti
