Articolo di Serena Lotti | Foto di Oriana Spadaro
E’ lapalissiano. A me i Franz Ferdinand danno gioia, mi fanno respirazione assistita, mi stimolano il contatto fisico, anche quello più truce e smanaccione.
Si è vero, da sempre quello che mi squaderna l’anima non sono che i brani dall’anima noise e profondamente nichilisti e sono abituata a starmene sottopalco a lamentarmi ritmicamente della vita che fugge e che non lascia spazio che alla constatazione dell’ineluttabile che avanza.
Chiedo da sempre alla musica di farmi soffrire, in un modo malsano e mai liberatorio e mi piace dire con buona pace dei luoghi comuni che non ascolto altro. Un viaggio esperenziale nel buio dell’anima. Il tutto assoggettato ad unico fine: l’alienazione. Ma allora perchè quando arrivano band come i FF tutte le mie sovrastrutture crollano? Ed è così che mi ritrovo nei vestiti di una neozarra e mi muovo con movenze grezzissime agitando le braccia come una che è rimasta a piedi sulla A1 e cantando a squarciagola al limite dello sputo.
Io vi dico di andare ad un concerto dei Franz Ferdinand. Giusto per capire che l’assioma maiunagoia è una cazzata immane. Se volete ricevere unagioia fatevela dare da loro. Ve la offriranno e voi vi ritroverete a ballare sotto un palco coloratissimo, tra migliaia di persone che molleggiando intorno, tutti sudati come Pino Scotto e nel mood giusto per accogliere vagonate di energia sferzante cantando al ritmo di dududu dadada.
Ci siamo dovuti spostare un bel pò ieri sera, destinazione Cremona per una fetta di torta Bertolina annaffiata da un pepato indie rock from Scotland. Alex Kapranos lo scriverà sul The Guardian quanto è buona la cucina italiana? (Lo sapete che il frontman dei FF scrive anche articoli gastronomici vero?).
Siamo nella splendida cornice della medioevale piazza centrale della città e tra il duecentesco Torrazzo, il portico del Bertazzola, il Battistero ottagonale e i duecenteschi edifici della Loggia dei Militi e del Palazzo Comunale si incastona non senza fatica un palco immenso e colorato che inibisce i sintomi della sindrome di Stendhal, di cui avverto le prime manifestazioni appena sotto la facciate del Duomo. (Visitate Cremona se non lo avete ancora fatto…)
Senza grande attesa per noi arrivano i FF, all’anagrafe Alex Kapranos, Bob Hardy, Paul Thomson, Dino Bardot e Julian Corrie (questi ultimi hanno sostituito il chitarrista Nick McCarthy), accolti da tripudi, salti, grida, sflashate degli smartphone e pronti a rinfrescare l’afa di un luglio lombardo afoso e appiccicoso con quella aspettativa che sappiamo non verrà disattesa, ovvero ascoltare le hit danzerecce e popolari che sono stati veri e propri tormentoni e hanno incollato tra loro i ricordi di un’estate con oltre 7 milioni di album venduti in tutto il mondo.
I FF dicono siano riemersi nel 2018 con l’album Always Ascending, prodotto da Philippe Zdar dei Cassius, un disco che si ascrive, rinnovando lo stile indie-pop-rock della band, dentro la cifra stilistica nel quintetto di Glawgow. Ma a partire dall’esordio discografico Franz Ferdinand del 2004 fino ai tempi più recenti, non sembra che l’Italia li abbia dimenticati. Proprio per niente.
Noi aspettiamo sottopalco con la certezza di divertirci e di fare le tamarre. Non prendiamo nemmeno una birra, stasera si salta e non vogliamo sporcarci la giacca buona comprata coi saldi appena iniziati. Una setlist ricca che ha preso direttamente dentro gli album più iconici e rappresentativi dei FF Right Thoughts, Right Words, Right Action, Tonight, gli immancabili iconici brani di Franz Ferdinand e un paio di pezzi del nuovo album Always Ascending (Always Ascending e Glimpse of Love)
Partiamo puntualissimi saltando subito sui riff di un’esplosiva e funkettona No You Girls che in apertura ci sembra davvero di buon auspicio, Alex è in forma con un outfit che ricorda un pò Nick Cave un pò un impiegato delle poste e si concede ai flash su quei saltelli che non mancano nella gallery di ogni fotografo che lo abbia immortalato.
Continuiamo a saltare sempre più in alto con The Dark of the Matinée e Do You Want To con quegli accattivanti groove ritmici dal sapore funky mentre gridiamo in un coro infinto e crescente Lucky lucky, you’re so lucky e ci spingiamo tra di noi senza scazzare e rallentiamo per molleggiare sui tempi in levare di un’acchiappante quanto nostalgica Walk Away.
La proposta accattivante dell’elettronica torna prepotente con la lunghissima e plastica Lucid Dreams e ci trasporta nelle intenzioni di una una psichedelia electroclash radiofonica che, lo ammetto, ci fa veramente divertire. Non scendiamo dall’ottovolante ma continuiamo a salire con un’adrenalica Love Illumination in cui il quintetto di Glasgow scomoda il synth pop ’80 e lo impregna di un groove freschissimo e sferzante fino ad arrivare al trittico che fa esplodere la piazza con Darts of Pleasure, Take Me e Ulysses.
Un’onda elastica sonora bagnata da strofe cadenzate e insinuanti, il bridge che ti accompagna di corsa verso un ritornello malizioso che non smetteresti mai di cantare e che ti spinge a chiedere ad Alex di non lasciare la chitarra e di continuare a saltare, mentre l’incedere della dub e del funky accompagnati da cori armonizzati ti hanno già invaso la testa e sai già che smetterai di canticchiare solo dopodomani. Chiudiamo con un encore su cui una lunghissima This Fire fa calare il sipario, non prima di avere messo a sedere le circa 1600 persone in piazza secondo le best practice del party dei FF per farle alzare lentamente al soldo di quella che chiede di essere una scenografia umana stupenda.
Aggregatori di gioia, semplicemente. Non sperimentano i FF ma confermano quanto guadagnato negli anni, in termini di amore per il pubblico, sonorità più che ballabili e pezzi di facile ascolto, diciamolo, privi di intellettualismi, cerebralismi e sofferenze. Definiti comunemente brillanti esponenti del post punk e dell’indie rock in realtà i Franz Ferdinand fanno molto meno, ottenendo di più. Fanno una tiepida ricerca dentro le cifre sonore tradizionali brit che parte dagli anni 70 e si accomodano su quelle velleità pop dance che tanto li hanno resi celebri, strizzando l’occhio al vecchio che mai passa di moda e ammiccando come dei rifiniti remake-remodel.
Il songwriting dei FF è costruito attorno alla forma-canzone classica certo ma è questa la chiave del loro successo planetario. Capaci sul palco di picchi psichedelici, compulsivi e roboanti, definirli una band strappamutande non è ignobile, ma giusto e onesto. Che sia il il mood revival a smuoverli, che sia la dub o il funky dance, che sia la droga da palcoscenico i FF si divertono e non pesano. Le chitarre sempre in prima fila, la leggerezza come dictat, danno la chiave dell’accessibilità alla musica a tutti, sanno essere democratici, eleganti e mai parsimoniosi. Sanno essere degli irresistibili gigioni e sanno consegnare al pubblico una festa vera, un party collettivo fatto di autentica gioia grazie ad un sano e abbordabile rock ‘n roll con incastri elettronici dinamici e una presenza scenica che spacca.
Musica democratica e terapeutica che fa da wallpaper a orde di limonatori seriali tra un rock schitarrato che scalda e corre veloce ed immediato ed una verve scenica d’impatto e coinvolgente. Il divertimento è assicurato in barba a tutti i cultori di musica che fanno spallucce e alzano le sopracciglia.
La colonna sonora perfetta per una serata in cui gente mai vista prima tra di loro si rivedrà. Perchè la dose di endorfina era alta e liberatoria e ha unto bene i freni inibitori annullando le frizioni e agevolando la rete sociale. Lo abbiamo visto noi, real time, lo scambio dei numeri, le birre bevute in due, i bacini sulla guancia, i selfie e il taggiungosuinstagramm.
Mentre torno a Milano mi assale l’inquietante sospetto di avere divelto con il solo spostamento dell’aria almeno 3 autovelox e penso che probabilmente finirò di pagare quelle sicure multe dopo il prossimo allineamento dei pianeti ma non posso fare a meno di chiedermi come finiranno tutte queste piccole storie, al ritmo di Take me out! non si può che sperare in bene. Non servono rudimenti di psicologia evoluzionista per esserne certi.
Clicca qui per vedere le foto dei Franz Ferdinand a Cremona (o sfoglia la gallery qui sotto).
FRANZ FERDINAND – La setlist del concerto di Cremona
No You Girls
The Dark of the Matinée
Glimpse of Love
Do You Want To
Walk Away
Right Action
Evil Eye
Lucid Dreams
Love Illumination
Michael
Darts of Pleasure
Take Me Out
Ulysses
ENCORE
Always Ascending
Jacqueline
This Fire
