Articolo di Roberta Ghio | Foto di Claudia Mazza
Dopo aver lasciato Roma ed essere tornato in orbita, lunedì sera lo Sputnik è atterrato a Milano e l’astronauta Luca Carboni è stato catapultato sul palco del Fabrique per la data meneghina del tour che prende il nome dall’ultimo album, uscito lo scorso giugno.
La serata prende il via poco dopo le 21.00, quando sale sul palco Gino Latino che intratterrà il pubblico con un dj set di brani dal repertorio di Luca Carboni giusto il tempo … dell’atterraggio! Ed è alle 21.30 che vediamo proiettata nel maxischermo alle spalle del palco, l’immagine dell’astronauta Luca, attaccato ad un palloncino, che dal cielo lentamente scende fino a toccare il palco, per poi comparire fisicamente, accompagnato dalla band. Per tutti il look è camicia rossa, cravatta e pantaloni neri e danno via al live, immersi in luci di colore rosso, con il brano I segni del tempo.
Nell’arco della serata viaggeremo nel tempo, oltre che nello spazio. Verremo letteralmente rimbalzati avanti e indietro negli anni per l’età dei brani e i ricordi che suscitano in ognuno di noi, ma resteremo sempre nel presente per gli arrangiamenti e il contesto scenografico, oltre che per i testi, che risultano essere sempre attuali.
Il viaggio inizia parlando d’amore, nelle diverse forme, da quello digitale, in cui la WiFi e è collegata col cuore, a quello in cui il cuore è un giardino nel quale ogni giorno nascono cose nuove, a quello dei film e di quell’estate “che non è finita mai”…e un’estate così, mai finita, nella mente e nel cuore la custodiamo tutti, lo capisco dagli occhi e dai sorrisi intorno a me. Dopo un momento di ringraziamenti, in cui Luca saluta e parla con affetto del Fabrique e di come sia bello tornarci, rivolgendo un pensiero a coloro che, causa il maltempo, non hanno potuto partecipare, si prosegue, sempre parlando d’amore, con una versione di L’amore che cos’è che ti entra nella testa e nel cuore, grazie ad un arrangiamento che la rende ancora più pulsante, per parlare poi dell’amore genitoriale, quello per i figli che vanno verso la loro strada, con L’alba.
Ma amore è anche la sua città e prima di cantare Bologna è una regola, un omaggio a Lucio Dalla, con la proiezione sul maxischermo di una strofa di Futura. Anche se l’argomento principale è l’amore, non si pensi tuttavia che l’atmosfera sia “romantica”, nel senso usuale del termine: durante i brani, alle spalle si susseguono immagini a colori forti, accesi: alcune con figure che richiamano il futurismo, altre con forme puramente geometriche di triangoli e quadrati concentrici, altre ancora che si rifanno ad oggetti stilizzati del quotidiano, come ad esempio il divertente gioco di scale mobili, che ricordano le scale di Escher, solo il chiave più moderna (o più pop!) con luci che illuminano il tutto, l’utilizzo in alcuni momenti di proiezioni a spirale sul soffitto e neon diretti sul palco a sul pubblico.
Prosegue il viaggio indietro nel tempo con Il mio cuore fa ciock! in una versione completamente riarrangiata nell’ambito di una iniziativa Il battito del cuore di cui Luca Carboni è testimonial, che coinvolge persone che hanno avuto problemi cardio-cardiovascolari.
Dopo tante immagini, luci e neon, arriva un piccolo set acustico, ed ecco Farfallina, con quelle dichiarazioni strazianti e intime, sempre vive, ancora oggi dopo 30 anni, Gli autobus di notte, prima della quale Carboni racconterà della sua simpatica fissazione per i bus, una emozionante ed intima Stellina (dei cantautori) per terminare con Silvia lo sai, durante la quale la band si ricongiungerà tornando al completo.
Finalmente il pubblico c’è. Un pubblico che a tratti, in parte, è rimasto assorto di fronte a tanti ricordi, su Silvia lo sai entra in gioco, per esplodere su Luca lo stesso, brano in cui il volume torna altissimo e tutta la sala intona Amami ancora adesso! E l’impressione che ho dal punto in cui mi trovo, è che Luca questo lo percepisca e con lo sguardo, ringrazi. Un Luca Carboni in gran forma, che vuole farti viaggiare con lui nello spazio e nel tempo, con la sua musica e con i nostri ricordi, ora sa che ci è riuscito. A ritmo alto si arriva alla fine della prima parte, che termina con una ballatissima Ci vuole un fisico bestiale. Il rientro per i bis vede la band in accappatoio arancione, pronti per Mare Mare e poi di seguito Una grande festa, il brano che tanti aspettavano sul quale il Fabrique si scatena ancora di più. Ma decisamente sorprendente l’arrangiamento elettrico e “sintetico” di Fragole buone buone con il pubblico che viene catturato, illuminato da fasci di luci rossi e verdi in uno scenario psichedelico. E il gran finale con Vieni a vivere con me, cantata a gran voce dal pubblico.
Sulla frase Potrei continuare a volare nello spazio per sempre di Juri Gagarin, l’astronauta Luca e la sua band tornano in orbita per proseguire il loro viaggio con la loro grande festa.
Clicca qui per vedere le foto di Luca Carboni a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto).
Luca Carboni – La scaletta del concerto di Milano
Segni del tempo
Amore digitale
Il tempo dell’amore
I film d’amore
Io non voglio
L’amore che cos’è
2
L’alba
Bologna è una regola
Sputnik
Ogni cosa che tu guardi
Il mio cuore fa ciock!
Farfallina
Gli autobus di notte
Stellina (dei cantautori)
Silvia lo sai
Luca lo stesso
Prima di partire
Inno nazionale
Dieci minuti
Ci vuole un fisico bestiale
Mare mare
Una grande festa
Fragole buone buone
Vieni a vivere con me
