PMS Studio
Massimiliano Morini, in arte Moro, ha appreso molto bene la lezione impartitagli dai maestri del pop-folk di matrice statunitense, in pratica quel flusso di genere Americana che va dai C. S. N. & Y. e giunge ai Wilco. “Silent revolution” è il suo ultimo lavoro ed è un bel sentire, tra ballate intimiste, introspettive e frizzanti. I temi portanti di questa sorta di concept album sono l’amore e la morte. La frizzante “My new love” e la suadente ed arpeggiata “Lie to me”, infatti, parlano di due forme di lutto diverse, la prima di un amore finito, la seconda della morte di un amico, mentre la blusata “After all”, su cui aleggia il fantasma di Jeff Buckley è un’oscura invocazione di qualcuno che si è perduto per sempre. Tuttavia, con la title-track, piuttosto rabbiosa nel come viene trattata la chitarra, seppure la vocalità riesce a fondere C. S. N. & Y. con Simon & Garfunkel, si ridicolizzano le false rivoluzioni contemporanee e indica un atteggiamento disincantato verso un mondo che cambia soltanto in peggio. Accenni di rock elettrico emergono nelle graduali evoluzioni di “Spike milligan” e ritroviamo il Neil Young più bucolico nell’avvolgente e convincente “Ordinary days”. Difficile trovare un neo in questo disco, curato in ogni dettaglio con una semplicità ed una professionalità disarmanti.
Vittorio Lannutti
