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BONOBO + YUSSEF DAYES: foto e reportage del concerto di Trento

Foto di Matteo Scalet | Articolo di Matteo Roma

Il weekend appena trascorso ha segnato due giorni importanti per la musica elettronica in Italia. Il produttore inglese Simon Green a.k.a Bonobo è stato infatti protagonista di due date nel Bel Paese e lo ha fatto passando per Milano, ai Magazzini Generali venerdì 26 ottobre, per poi toccare Trento il giorno successivo.

Quest’ultimo un appuntamento attesissimo grazie anche alla presenza di Yussef Dayes, ex enfant prodige della celebre ensemble Yussef Kamaal. Il batterista inglese è uno dei musicisti più chiacchierati della scena UK Jazz non solo grazie all’ottimo album “Black Focus”, prodotto proprio con Kamaal Williams, ma per merito anche della recente uscita del suo primo personalissimo lavoro “Love Is The Message” registrato ai celebri Abbey Road Studios ad agosto. Il Teatro Sanbapolis, location designata per l’evento, segna il sold out ed il pubblico è già molto numeroso quando proprio Dayes guadagna il palco.

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L’inizio del concerto è segnato da “Blacked Out” e dopo il necessario riscaldamento Yussef da sfogo a tutto il suo groove seguito da un Charlie Stacey chirurgico alle tastiere. Il collante è rappresentato da Rocco Palladino al basso, che gestisce con attenzione e la giusta malizia gli improvvisi cambi di ritmo delle percussioni. Seppur sia lecito credere che la maggioranza dei presenti sia qui per Bonobo è indubbio che la presa sul pubblico del Dayes Trio è forte, al punto che si sgomita pur di accaparrarsi una posizione privilegiata per assistere alla performance. Non sappiamo se la versione di “Black Focus” sia sensibilmente cambiata per via delle vicissitudini che hanno visto chiudersi prematuramente il progetto Yussef Kamaal, ciò che è certo è che resta ancora uno dei brani di maggior efficacia di questa ritrovata ondata UK Jazz che sta conquistando il mondo, un concerto alla volta.

Le luci però vengono meno ed è chiaro a tutti che è giunto il momento di Bonobo, puntualissimo nel comparire in consolle dopo essersi gustato Dayes dalle retrovie. Un set che si contiene nella parte iniziale lasciando spazio a suggestioni etniche e bpm blandi, accompagnandoci figurativamente nel suo mondo. E’ solo quando inizia a percepirsi una certa confidenza e complicità tra le parti che Simon colpisce dritto al cuore con “Cirrus”. La risposta del pubblico è ovviamente immediata e l’intensità della performance cresce spostandosi verso sonorità più incalzanti come testimonia il remix di “Sunshine” degli Unit 2 e la presenza in tracklist di Four Tet come marchio di garanzia. Bonobo potrebbe procedere così fino al termine anche perché è abbastanza chiaro che ha il pubblico in pugno. Tuttavia opta per il sentiero meno battuto e lo fa spezzando con break molto lontani dal mondo dei quattro quarti e con lunghe pause melodiche, preludio a ripartenze mai esagerate o poco eleganti. Unico neo resta la chiusura in leggero anticipo ma si sa gli artisti talvolta hanno una concezione del tempo tutta loro e per Bonobo, abituato a catturare in lunghe stesure le suggestioni di brevi attimi, non c’è eccezione.

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