Articolo e Foto di Roberto Finizio
Era da parecchi anni che sentivo parlare in toni entusiastici del Collisioni Festival, e nonostante parte del mio sangue provenga da queste zone, non avevo mai puntato il mio obiettivo fotografico nelle langhe cunesi. La recente concomitanza di fattori che in tempi recenti mi ha permesso di immortalare tre artisti di calibro che in modo o nell’altro hanno fatto e fanno parte della mia vita, mi ha convinto a mettermi in viaggio verso il basso Piemonte.
Questa piccola rassegna musicale, un agri-rock festival come recita lo slogan, è giunto quest’anno alla sua decima edizione. Partito con una identità tutta italiana, dal 2012 ha iniziato ad ospitare i big della musica internazionale, solo per citarne alcuni Bob Dylan, Elton John, Dee Purple, Neil Joung, Placebo, Depeche Mode, Lenny Kravitz, Steven Tyler e tanti altri. Collisioni non è solo musica ma anche letteratura e cultura tutto tondo: infatti ospita, proprio come accaduto sabato e domenica scorsi, incontri letterari con ospiti italiani ed internazionali che presentano le loro ultime fatiche narrative tra un bicchiere di barolo ed un raviolo al plin.
Non essendo ahimè un divoratore di libri (mea culpa) ed essendo la fotografia musicale la mia principale forma artistica espressiva, mi sono prevalentemente concentrato sugli eventi musicali live che hanno fatto da contorno giovedì, sabato e domenica, rispetto alla rassegna letteraria.
Sono passato quindi dalla voce di una delle band che segnato la mia adolescenza, al rapper predicatore dominatore italiano delle classifiche, all’iconico cinquantenne statunitense che smuove gli ormoni di tre quarti del globo (non solo femminile). Qui, tra parole ed immagini, proverò a portarvi con me dentro a queste tre splendide serate di inizio luglio.
LIAM GALLAGHER
Il ritorno nel bel paese dell’iconica figura di William Paul Gallagher, per tutti comunemente chiamato Liam , non poteva che smuovere le mie viscere e farmi correre a Barolo già il giovedì pomeriggio.
Tra un litigio e l’altro con il fratello maggiore Noel, condito anche da screzi con la cognata, l’ex leader degli Oasis plana per la seconda volta in un mese in Italia dopo l’esibizione dal Medimex di Taranto a giugno, e si prepara ad un super tour europeo nelle principali arene del continente. Una carriera in crescendo è quella del più piccolo dei Gallagher che sta prendendo direzioni opposte rispetto a quella del fratello ormai caduto in cupi periodi di sperimentazione, addirittura sui classici della band inglese presentati live con arrangiamenti abbastanza discutibili.
Rivedo Liam per la quarta volta da quando gli Oasis si sono sciolti, e la memoria torna al primo incontro, quando il leader dei Beady Eye passò dal Pistoia Blues nel 2013 con una prestazione imbarazzante di 50 minuti che fece capire quanto quel progetto alternativo avrebbe avuto poca vita.
E quando tutti forse pensavano che si sarebbe dedicato alla moda, con Noel partito forte con gli High Flying Birds con due album molto interessanti, il fratello minore è tornato nel 2017 da solista, con le classiche sonorità di oasisiana memoria ed il suo indiscusso carisma capace di riempire il palco, nonostante non abbia più quel magnetismo che ha fatto la storia nel passato. Dal suo ritorno ho avuto il piacere di ascoltarlo tre volte e fotografarlo altrettante ed il suo successo sta facendo urlare allo scandalo per questa tanto agognata reunion che potrebbe avere un potenziale superiore a quelle viste in questi anni, frutto di meri accordi economici, ma con risultati discutibili poi sul palco. Dopo aver spettinato tutti l’anno scorso agli I-Days milanesi con un live potente, Liam ha affinato la sua setlist arrichendola con perle della discografia degli Oasis, supportato da una band che non fa rimpiangere il fratellone, e scegliendo tra le sue nuove produzioni i pezzi che dal vivo rendono meglio come il recentissimo Shokcwave, preludio dell’ album Why Me? Why Not, in uscita a settembre.
La cosa che mi colpisce di più ai concerti di Liam è il pubblico eterogeneo: dagli adolescenti fino ai quaratenni cresciuti a pane e Gallaghers, cosa rara tra le band degli anni 90, che solitamente hanno un fanbase prettamente adulta.
Liam Gallagher ritornerà in Italia con due date imperdibili a febbraio.
Ad aprire il concerto è stato il sempre splendido Nic Cester accompagnato dall’inseparabile Milano Elettrica, un team ormai rodato che porta sul palco contaminazioni varie per un rock potente e di classe.
Clicca qui per vedere le foto di Liam Gallagher + Nic Cester e la Milano Elettrica a Barolo (o sfoglia la gallery qui sotto)
LIAM GALLAGHER – La scaletta del concerto al Collisioni Festival
Rock ‘n’ Roll Star (Oasis song)
Morning Glory (Oasis song)
Wall of Glass
Greedy Soul
Bold
For What It’s Worth
Shockwave
Columbia (Oasis song)
Slide Away (Oasis song)
Roll With It (Oasis song)
I’ve All I Need
Universal Gleam
Cigarettes & Alcohol (Oasis song)
Wonderwall (Oasis song)
Supersonic (Oasis song)
Lyla (Oasis song)
Champagne Supernova (Oasis song)
SALMO
Dopo le forti emozioni di giovedì sera ed una capatina nella vicina Grugliasco il venerdì sera per un altro festival davvero interessante, ritorno sabato pomeriggio in quel di Barolo per uno degli artisti italiani top del momento. Anzi senza ombra di dubbio essere il one man show italiano più credibile e potente e questo grazie anche all’irruenza con la quale si è preso la vetta della scena rap italiana con numeri da record sia a livello discografico, che di live. Stiamo parlando ovviamente di Salmo, all’anagrafe Maurizio Pisciottu, di cui abbiamo ampiamente raccontato questa stagione, prima con l’uscita dell’album Playlist e poi con il suo strepitoso tour iniziato a dicembre da Roma e Milano. Dopo la leg nei palazzetti il predicatore sardo è partito per una lunghissima tournèe estiva, che si concluderà a fine agosto. La data al Collisioni arriva dopo lo sfortunato infortunio patito la settimana prima a Bologna, dove a seguito di una brutta caduta, il ginocchio di Salmo ha ceduto. Probabilmente la maggior parte degli showman di oggi avrebbe sospeso e cancellato se non il concerto in corso magari le date successive o addirittura buona parte del tour. Ma ovviamente la mente geniale ed il grande cuore di Maurizio sono andati oltre l’ostacolo, e dopo aver concluso il concerto, già dalla data successiva di Legnano lo abbiamo ritrovato su una sedia a rotelle motorizzata artigianalmente ed areografata dal bravissimo Francesco Liori, art director di Doomsday linea di abbigliamento che veste il rapper (si definirà sui social il Tenente Dan di forrestgumpiana memoria).
Dopo la prima data di assestamento al Rugby Sound, Salmo al Collisioni è salito sul palco a mille, regalando evoluzioni con la sua Doomsday Wheelchair, senza perdere un briciolo di intensità e sostenuto sempre dalla potenza rock della band che lo accompagna in questo Playlist Tour. Si parte subito forte col trittico 90 Minuti, Mic Teaser, e Stai Zitto (questa volta a differenza della data invernale milanese con anche la strofa di Fabri Fibra).
Non è certo un ginocchio rotto a fermare Salmo, e la mente torna indietro al 2015 quando Dave Grohl si ruppe la gamba dopo una rovinosa caduta dal palco in Svezia, ma prosegui il tour dei Foo Fighters fino a novembre suonando con la stessa medesima energia ed intensità seduto sul quello che fu definito il Trono di Chitarre.
Le imprese sono solo per gli uomini dal grande carisma e Salmo è uno dei nostri esponenti principali. Sempre attento a gestire i suoi pur forti contenuti cercando di indirizzare i suoi giovani fans, preoccupandosi per la loro dopo ogni Wall of Death (consueto momomento hardcore di popo sfrenato), e cercando di avvicinare il pubblico del rap alla musica suonata con gli strumenti, come fanno i suoi compagni sul palco. Dopo un live intenso, con una piazza che saltava e cantava fino all’ultima fila sul capolavoro 1984, Salmo prima della dolce chiusura con la hit Il Cielo in Una Stanza, dedica un pensiero ai Maneskin che avevano aperto il suo live. “Questi ragazzi spaccano davvero, non li avevo mai sentiti dal vivo. Vi do un consiglio raga, quando andate a festival o manifestazioni dove suonano anche artisti di generi diversi dal vostro preferito, portategli comunque rispetto e sosteneteli perchè si fanno anche loro il mazzo per fare musica anche se diversa da quella che piace a voi“.
Nel nome del padre, figlio e spirito Salmo. La messa è finita andate in pace!
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THIRTY SECONDS TO MARS + MAHMOOD
E giunse infine la domenica, mio ultimo giorno in terra cuneese. Una serata che si preannuncia interessante con una mia vecchia conoscenza ed una curiosa novità anche per il panorama musicale nostrano.
Infatti alle ore 21 sul palco secondario del Collisioni mi attende il trionfatore dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, quel Mahmood che destava tanta curiosità, ripagata dalla delicatissima personalità di un giovane artista che tiene già il palco con grande carisma ma che esprime ancora molta timidezza di fronte al grosso successo che in pochi mesi lo ha portato alla ribalta non solo nazionale ma anche internazionale, con il secondo posto all’Eurovision Contest svoltosi in Israele, dove è già diventato un’icona. In tour con i brani dell’album Gioventù Bruciata, le sue canzoni parlano delle sue origini africane e della sua città di adozione, Milano. Lo aspettiamo questo inverno sicuramente attesissimo per grandi palcoscenici.
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E con l’arrivo della sera, l’attesa era tutta per il main event del weekend, con l’ultima tappa del minitour italiano dei fratelli Leto.
Reduci da sold out a ripetizione e dai concerti a Roma, Padova e Pistoia, i Thirty Seconds To Mars portano a Barolo oltre ottomila persone per questo tour europeo che proseguirà fino metà agosto.
Rimasti orfani di Tomo Miličević da un anno, Jared e Shannon sono ormai un duo (come li avevamo incontrati a Bologna prima della partenza definitiva del chitarrista) ed ormai la loro è più una festa che un vero e proprio concerto.
Sicuramente vedere apparire Jared Leto sul palco, ogni volta con un look diverso e stravagante, così bello che potrebbe fare la sua figura indossando anche un sacco della spazzatura, distrae molto l’occhio, e la scelta della scaletta, volutamente zeppa di brani storici della band, fa passsare in secondo piano che di musica live c’è poco e niente. Già al secondo brano Leto lascia il pubblico cantare su tonalità che forse lui non azzarderebbe più prendere, concentrato forse più sulla carriera da attore hollywodiano. La sua enorme personalità però e la capacità di stare sul palco insieme al suo pubblico, coinvolgendolo nella sua festa è diventato quasi ormai un rito religioso per questo Jesus del nostro millenio. A metà concerto il più giovane Shanon abbandona la batteria per eseguire a capella il brano Remdy per fare rifiatare il fratellone (più per i balleti forse che per la cantata) dimostrando doti inaspettate. Nei miei due mie precedenti con i 30STM non ricordavo questa siparietto e devo dire che mi ha stupito tanto da pensare che forse in futuro bisognerebbe dare a lui quel microfono che spesso Jared allontana dalla bocca.
Palloni, materassini, confetti e più ne ha più ne metta, i concerti dei Thirty Seconds To Mars con un turnista sul palco alle tastiere e la batteria del solo Shannon e musica registrata, hanno pian pian fatto perdere la connotazione logica di un concerto dal vivo. Fino a qualche anno fa Jared faceva qualche pezzo imbracciando la chitarra elettrica, ora il suo apporto di musicista si riduce a qualche accordo (con il solito canto lasciato al pubblco) della parte unplugged di metà concerto. Auguro il meglio a Jared, per il quale nutro una stima ed un invidia notevoli, ma ormai penso che la cosa più interessante di un concerto dei Mars sia scoprire quale sarà il suo abbigliamento per la data successiva.
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THIRTY SECONDS TO MARS – La setlist del concerto del Collisioni Festival
Monolith
Up in the Air
Kings and Queens
This Is War
Dangerous Night
Hail to the Victor
City of Angels
Play Video
Rescue Me
Do or Die
Remedy
Acoustic
The Kill (Bury Me)
From Yesterday
Vox Populi
Alibi
Hurricane
The Kill (Bury Me)
Walk on Water
Closer to the Edge
