Articolo di Roberta Ghio | Foto di Rossella Mele
Il motivo per cui ho fatto questo album è semplice. Mi ha spezzato il cuore durante il primo lockdown, la nostalgia dovuta alla mancanza del viaggiare, perché quando viaggi sei “acceso”, hai tutti i sistemi GO. E mi spezzava il cuore ancora di più, vedere i miei figli che non riuscivano a creare questi ricordi, che per me erano scontati, fino a quel momento. Ho cercato di portare quello che ho vissuto con i nonni, i genitori, i viaggi fatti da bambino e poi dopo, da adulto, a casa mia, nel mio salotto, per me, mia moglie e i miei figli. Abbiamo viaggiato per l’Europa con la musica. Mi sono accorto che c’è una musica Europiana che ci connette tutti, forse non siamo connessi politicamente, ma culturalmente e musicalmente siamo molto legati e io, volevo celebrare questa cosa.
È così che Jack Savoretti, giovedì sera al Teatro degli Arcimboldi, ci racconta come e perché è nato il suo ultimo album, Europiana appunto (Un termine che tecnicamente fino ad oggi non esisteva. Ora sì!), scritto durante il primo lockdown e inciso nel secondo, il cui tour ha subito diversi stop e ripartenze, ma che finalmente, dopo aver preso il largo, è approdato nel capoluogo meneghino. Un disco nato dalle nostalgie quindi, ma questo temine non tragga in inganno: il disco vuole infatti far sorridere, ballare e ricordare.

La tappa milanese di Europiana Live Tour è stata all’insegna della musica, della spontaneità e della gioia dell’abbraccio, grazie ai diversi colori di Savoretti: dai più recenti, spensierati e danzerecci, a quelli più profondi. Allegria e riflessione si sono alternate in totale spontaneità. La maniera di comunicare dell’artista italo inglese poi, è genuina ed immediata, il suo sorriso ed il suo porsi mette tutti a proprio agio e, dal palco, riesce a creare quel clima tipico della serata tra amici. Il pubblico, partecipe ed affezionato, in più occasioni è saltato dalla sedia per lasciarsi andare e ballare, trascinato dall’elegante Jack, che ci ha portato, grazie agli arrangiamenti e ad azzeccatissimi giochi di luce, dai club esclusivi della riviera a quelli più intimi e raccolti. Sul palco, un legame tangibile, trasmesso in sala fin dalle prime note.
Ma addentriamoci nella serata. Quando arrivo a teatro, sul palco si sta esibendo svegliaginevra, al secolo Ginevra Scognamiglio, giovane cantautrice di origini campane con due album all’attivo che, accompagnata da due musicisti, ci propone alcuni suoi brani, caratterizzati da racconti di una generazione divisa tra amori, ansie e film in streaming, tra sonorità che vanno dal cantautorale al pop, tra passato e presente.
Salutata Ginevra, via ai lavori da parte della crew per predisporre il palco, mentre la selezione musicale scelta per tenerci compagnia, ci porta diretti nella musica anni ’80 … e spunta anche un valzerino!
Alle 21.20 buio in sala, luci color ultravioletto sul palco. Si parte! Un respiro di violino e tastiere, seguito da un fanciullesco là là là, ci preannuncia il brano di apertura e mi cattura, come fossi in una piccola ipnosi, da cui mi risveglio ben presto, all’arrivo di Jack, accolto a braccia aperte o meglio, da applausi scroscianti.
I Remember Us dà il via alla serata. Un’esplosione di luci ci mostra finalmente la scena, che ci appare semplice e lineare: una fila di torrette sul fondo palco, bordi luminosi a marcare i due livelli e fari dall’alto.

Buonasera Milano! Ce l’abbiamo fatta! Vorrei ringraziarvi dal profondo del mio cuore, l’anno scorso è stato un anno complicato, un sacco di false partenze, delusioni, ma l’unica costante, l’unica luce in fondo alla galleria eravate voi! Grazie mille! Musica Maestro!
E si prosegue con What More Can I Do? con le sue sonorità soul e R&B, che riportano agli anni ’70, ben marcate dalla chitarra elettrica. Le luci dai toni del miele risaltano sullo sfondo nero e creano atmosfere calde e soffici, che fanno ancor più risaltare l’eleganza dell’artista che, in pantalone e camicia blu, rischiarati dalla giacca chiara, mano in tasca, ha già conquistato tutti.
Si resta in quegli anni, ma ci si accende di rosso, con Too much history ed il là là lallallà là tenuto dal pubblico, sapientemente istruito.
Via la giacca, si cambia sound, con le note profonde di Bang Bang, solo voce e affondi di chitarra, che introducono Candlelight, dal precedente album Singing to Strangers, intensa e potente. Restiamo sempre nel 2019, con Greatest Mistake, trascinati da Savoretti che con un solo gesto, fa alzare tutta la sala! Il palco è grande, ma viene e percorso totalmente da Jack che non si risparmia e raggiunge tutti. E si diverte, eccome se si diverte! L’ atmosfera in teatro è bellissima!
Il live scivola veloce, tra musica e aneddoti, assoli potenti che si alternano ad altri più intimi. Solo, con chitarra acustica, ascoltiamo l’emozionante Singing To Strangers e, raggiunto poi da Phil Granell ed il suo violino, insieme danno vita ad una struggente Soldier’s eyes brano che lo ha fatto conoscere al grande pubblico americano, perché ha accompagnato una delle scene più emozionanti del TV show Sons Of Anarchy.

Come accennavo, diversi i luoghi in cui ci hanno portato Jack e i suoi amici ieri sera. E infatti, raccolti vicino al pianoforte, illuminati da fasci di luci calde mentre il resto della scena rimane buia, ci troviamo come in un piccolo club, per un set di brani dal sapore unplugged, in un misto tra emozione ed energia, dato da magnifici grovigli di suoni. In questo luogo ascoltiamo The Way You Said Goodbye, scritta con l’amico Shannon Harris, al pianoforte. Changes, dall’arrangiamento asciutto, che lascia spazio totale alla calda voce di Savoretti che, come una lava, ci entra dentro, per poi abbandonarci tra le braccia di violino e armonica. Chiude il tris il trascinante blues di Knock Knock.
Lasciato il club, si torna ai ritmi dance con qualche tinta elettronica e tutti in piedi per Who’s Hurting Who, Secret Life e Dancing Through The Rain. Chiude la prima parte del live Home, con un bell’intreccio di chitarre, acustica ed elettrica, ed incursioni di basso e violino.
Dopo alcuni istanti, eccoli rientrare nel rosso del palco vuoto, per gli ultimi due brani. Io che non vivo iniziata in italiano e proseguita in inglese (mi spezza il cuore che all’estero conoscano questa canzone, ma non sappiano che l’originale è stata scritta così!)
Chiudono il live le atmosfere 70’s di Back Where I Belong ed un calorosissimo applauso dal teatro. L’uscita è trionfale: saluti a abbracci virtuali avvengono sulla potente L’estasi dell’oro, del maestro Ennio Morricone. Un finale da brivido.
Il tour si avvia alla conclusione. Jack Savoretti suonerà venerdì 13 gennaio a Bologna, e domenica 15 gennaio a Firenze.
Clicca qui per vedere le foto del concerto di Jack Savoretti e svegliaginevra al Teatro degli Arcimboldi di Milano (o sfoglia la galley qui sotto)
JACK SAVORETTI – La setlist del concerto di Milano
I Remember Us
What More Can I Do?
Too much history
Candlelight
Greatest Mistake
Singing to Strangers
Soldier’s Eyes
The Way You Said Goodbye
Changes
Knock Knock
Who’s Hurting Who
Secret Life
Dancing Through The Rain
When We Were Lovers
The Other Side of Love
Home
Io Che Non Vivo (cover)
Back Where I Belong
