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Reportage Live

DREAM THEATER + Arion: quando Brescia diventa il tetto del mondo.

Foto di Andrea Ripamonti | Articolo di Giulio Taminelli

I Dream Theater concludono al Gran Teatro Morato di Brescia la parentesi Italiana del secondo tour dedicato a A View from the Top of the World, quindicesimo album studio pubblicato il 22 ottobre 2021 e probabilmente miglior lavoro della cosiddetta “Era Mangini”.

L’essere arrivato a teatro con una buona mezz’ora di anticipo mi dà il tempo di osservare il pubblico in sala, estremamente eterogeneo per età, vestiario e atteggiamento.
Dal fan storico della prima ora al curioso attirato dal Grammy vinto dal singolo “The Alien”, tutti prendono posto desiderosi di potersi godere due ore di autentico prog metal in salsa “teatrale”.
Ad allietare l’attesa ci pensano gli Arion, formazione symphonic metal finlandese briosa e dalle sonorità moderne.
A colpire è soprattutto Lassi Vääränen, energico e fisicato frontman della band che durante l’intera esibizione proverà, purtroppo senza successo, a coinvolgere un pubblico restio a concedersi ad urla e applausi.

Arion in concerto al Gran Teatro Morato di Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Ad onor del vero, va detto che il tipo di spettacolo offerto, carico di riff potenti, assoli di chitarra e acuti, si sarebbe prestato decisamente meglio ad un pubblico da club o da sala concerti, mentre il contesto del Gran Teatro Morato credo sia adatto a situazione più ragionate e pacate.
Ad ogni modo, non posso che ammirare la costanza di tutti i membri della band nel cercare di dar spettacolo nel miglior modo possibile e spero davvero di poterli rivedere in un contesto più adatto alle loro sonorità.

Chiusa questa prima parte della serata scorgo con la coda dell’occhio un fantastico carrello carico di birre e, estratte dalla tasca le monete per pagare un bicchiere di quello che definisco “nettare dello scrittore”, faccio mente locale sulle informazioni in mio possesso relative agli headliner.

Siamo al secondo tour europeo dei Dream Theater con una scaletta rimaneggiata, abbiamo un album in grado di sfruttare al meglio la ormai ridotta estensione vocale del cantante James LaBrie e, soprattutto, abbiamo un Petrucci uscito relativamente da poco dalla realizzazione di due album, uno da solista e uno con i Liquid Tension Experiment, che hanno lasciato un’enorme influenza moderna nel suo modo di suonare al punto da assecondare le proprie voglie Djent grazie ad una nuova chitarra ad otto corde.
Cosa aspettarsi quindi da questo live?

La risposta arriva quasi immediatamente, con le luci della sala che si spengono mentre partono le prime note di Alien, singolo del nuovo album A View from the Top of the World che dà la possibilità sin da subito a tutti i componenti del gruppo di presentarsi ed esprimersi al meglio.
Il colore dominante delle luci è il bianco, ovviamente usato per dare al pubblico la massima visibilità dell’intera formazione ma anche rimando ai colori chiari della copertina dell’album.

Dream Theater in concerto al Gran Teatro Morato di Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Per quanto riguarda la mia riflessione sulle influenze esterne di Petrucci c’è poco da dire, l’esecuzione delle tracce di chitarra è chirurgica. Fedele all’originale ed eseguita senza sbavature.
Lo stesso si può dire di Jordan Rudess alle tastiere, Mike Mangini alla batteria e John Myung al basso. Mi spiace scriverlo, ma l’unico non del tutto all’altezza mi è sembrato il cantante.
James LaBrie non è assolutamente più in grado di cantare nei Dream Theater. Fa male dirlo ma è vero.
Nel corso dell’intero concerto si troverà costretto a riprendere fiato o a evitare di cantare determinate note troppo alte o troppo veloci. Sia chiaro, nonostante la voce di Le Brie sia stata motivo di dibattito nel fandom della band per molti anni, io sono sempre stato dalla parte degli estimatori di quel suo modo particolare di cantare, ma ormai è palese l’impossibilità di continuare ad esibirsi ad alti livelli.

Torniamo al concerto.

L’intera prima metà dell’esibizione, a mio avviso, è stata orchestrata in modo da mandare un messaggio al pubblico: A View from the Top of the World può competere con gli album storici.
Basta guardare la scaletta per rendersene conto:
Dopo Alien del nuovo album si passa a 6:00 di Awake, brano apprezzatissimo dal fandom, tornando subito all’ultimo disco con quel gran pezzo che è Sleeping Giant.
A seguire abbiamo Bridges in the Sky di A Dramatic Turn of Events, primo album dell’era Mangini, per poi tornare ad Awake con Caught in a Web ed infine ancora un nuovo pezzo con Answering the call.
La cosa particolare di questi sei brani è che, uno in fila all’altro, hanno anche un discreto senso logico a livello musicale, segno che in fase di creazione della scaletta non si è pensato semplicemente al “confronto tra vecchio e nuovo” ma anche ad una sorta di uniformità a livello sonoro.
L’unica differenza che ho riscontrato nelle nuove tracce è legata al basso, finalmente più libero di esprimersi al di fuori della linea di chitarra, finalizzando il proprio suono al creare sequenze ritmiche interfacciandosi con la batteria (so che sembra una cosa banale, ma basta ascoltare i pezzi dei Dream Theater pubblicati negli ultimi dieci anni per capire che non è così).

Dream Theater in concerto al Gran Teatro Morato di Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Nonostante i problemi sopracitati legati al cantato, devo dire che come frontman Le Brie ha un piglio tutto suo, in grado di divertire e interessare anche con poche parole.
I movimenti e le gestualità sul palco sono da vero professionista, anche se non ho ancora capito dove andasse ogni volta che il cantato aveva una pausa più lunga di un minuto. Semplicemente spariva dal palco per poi ricomparire in tutta fretta appena in tempo per ricominciare a cantare.

Ad ogni modo, sarà proprio LaBrie a presentare la seconda parte del concerto, pensata come un omaggio all’album Six Degrees of Inner Turbulence (che ha compiuto vent’anni nel 2022) composta da tre tracce: Solitary Shell, About to Crash e Losing Time.
Col senno di poi, credo che lo stacco con presentazione sia stato un modo per sottolineare il cambio di clima creato da queste tre canzoni, profondamente diverse per composizione e musicalità dalle sei tracce precedenti.
L’unico difetto che ho potuto riscontrare in questa fase del concerto è stato forse il volume un po’ bassino dei medi della chitarra. Tolto questo non posso che ritenermi estremamente soddisfatto di ciò che ho sentito.

Dream Theater in concerto al Gran Teatro Morato di Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Appena il tempo di riprendere fiato che lo show regala finalmente al pubblico Pull me Under, inarrivabile pezzo del ‘92 eseguito alla perfezione (tranne per l’attacco del cantato alla prima strofa che spero fosse volutamente in ritardo per mere finalità interpretative e non semplicemente un grossolano errore dovuto a disattenzione e stanchezza).
Qui non posso dir nulla sul canto. Pull me Under era già difficile da eseguire per LaBrie al lancio, figuratevi dopo trentun’anni.

Per quanto riguarda l’ultima canzone a scaletta, devo dire che ci sto rimuginando sopra ancora adesso a distanza di ore dal concerto.
A View from the Top of the World, title track dell’ultimo album, è semplicemente un lavoro immenso che colpisce sin dal primo ascolto in cuffia per varietà, complessità e atmosfera.
Venti minuti di viaggio intorno al mondo e di avventure raccontate con parole e suoni alla portata di chiunque abbia la pazienza di sedersi e ascoltare.

L’ultima cosa che mi sarei mai aspettato era di sentirla tutta dal vivo. Un’esperienza che personalmente ho adorato ma davvero non alla portata di tutte le orecchie.

Dream Theater in concerto al Gran Teatro Morato di Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it


Venti minuti filati di prog metal dopo due ore di concerto in tempi composti e virtuosismi sono un regalo per i fan, ma anche una sfida di resistenza a cui il pubblico ha reagito alla grandissima, concedendo non solo la sua totale disponibilità ad applaudire a tempo (in tempi composti, una cosa assurda) e muovere le mani nei pezzi più calmi, ma addirittura lanciandosi in una più che meritata standing ovation sul finale.

Finti saluti di rito, richiesta di bis da parte della folla ed ecco la formazione ritornare sul palco per quello che è il vero ultimo pezzo della serata: The Count of Tuscany.
Esecuzione decisamente da brividi con tutti i presenti ormai totalmente coinvolti dalla musica dei Dream Theater, al punto da abbandonare le sedie ed avvicinarsi in massa al palco durante gli ultimi minuti di esibizione.

In sostanza, quella dei Dream Theater a teatro è stata un’esperienza unica, macchiata forse solo dalle difficoltà canore di James Le Brie che in più occasioni ha dimostrato di non essere più in grado di tenere certi ritmi vocali, anche se si è fatto perdonare molti sbagli grazie a carisma e presenza scenica.
Col senno di poi devo dire che forse l’influenza delle sonorità moderne sulla chitarra di John Petrucci si è sentita, soprattutto per via di plettrate a corda vuota molto più presenti rispetto al solito, nonostante non fossero mai fuori luogo.
Se in cuffia avevo apprezzato il lavoro di Mangini, devo dire che dal vivo rimane ancora il solito androide senza personalità, in grado di eseguire tracce difficilissime ma incapace di partecipare davvero dal punto di vista umano.

Dream Theater in concerto al Gran Teatro Morato di Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it


John Myung, beh, è John Myung: immobile per contratto ma carismatico per questo, mentre ho apprezzato davvero tanto Jordan Rudess che, seppur costretto nella sua posizione dalla tastiera, si è lanciato in coreografie, balletti e momenti scherzosi.
Le tempistiche, la complessità di esecuzione e i cambi di sonorità rendono questo concerto ostico alle orecchie poco avvezze al mondo prog ma, se avete dimestichezza con tempi composti e sperimentazione, non posso che consigliare l’esperienza di un concerto dei Dream Theater. Ne vale la pena.

Clicca qui per vedere le foto del concerto dei DREAM THEATER al Gran Teatro Morato di Brescia (o sfoglia la gallery qui sotto)

Dream Theater

La scaletta del concerto al Gran Teatro Morato di Brescia:

Arion

No One Stands in My Way
I’m Here to Save You
Punish You
Unforgivable
Bloodline
At the Break of Dawn

Dream Theater

The Alien
6:00
Sleeping Giant
Bridges in the Sky
Caught in a Web
Answering the Call
Solitary Shell
About to Crash (Reprise)
Losing Time/Grand Finale
Pull Me Under
A View From the Top of the World

Encore:
The Count of Tuscany

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