Nel 2006 durante la parte finale del trionfale tour di “Meds” li avevamo visti come sempre professionali ma palesemente stanchi e freddi tra di loro: infatti pochi mesi dopo avremmo assistito alla dipartita del batterista Steve Hewitt, giudicata da Molko sofferta ma necessaria per la sopravvivenza della band.
Placebo
La scaletta è ancora una volta incentrara fin troppo sugli ultimi due lavori, che vengono riproposti quasi interamente nel corso della serata, lasciando dietro alle quinte brani storici della band come ad esempio “Pure Morning”, Without You I’m Nothing” o “Nancy Boy”. In ogni caso i pezzi del nuovo disco funzionano bene dal vivo, specialmente il terzetto iniziale “For What Is Worth”, “Ashtray Heart” e “Battle For The Sun”. Veramente bella anche la versione proposta stasera di “Follow The Cops Back Home” e “Breathe Underwater”, due pezzi che dal vivo rendono nettamente meglio che su disco.
La voce di Brian si mantiene su livelli eccellenti per tutta la durata del concerto, inoltre l’impiego di ben tre turnisti ha giovato molto alla resa dei pezzi, proposti questa sera senza omettere alcuna sfaccettatura sonora rispetto al disco. Tra i pezzi più datati della band suonati stasera annotiamo la classica “Every You, Every Me”, una sempre coinvolgente “Special K”, “The Bitter End” e la conclusiva “Taste In Men”, che chiude un concerto bellissimo e molto intenso. La nuova incarnazione dei Placebo funziona, e di gran lunga meglio della versione esausta del periodo “post-Meds”.