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Musica

5 brani che hanno ispirato i Post Nebbia

di Thanks For Choosing

I Post Nebbia sono una band di Padova, nati per la volontà di Carlo Corbellini, classe 1999. Di recente hanno pubblicato un nuovo singolo dal titolo Televendite di Quadri che vede allineate le realtà di Dischi Sotterranei, La Tempesta Dischi e Panico Concerti. Segue il freschissimo nuovo singolo dal titolo “Vietnam”, che commentano così

“Il disturbo da stress post-traumatico in psicologia e psichiatria è l’insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono ad un evento traumatico, catastrofico o violento. È denominato anche nevrosi da guerra, proprio perché inizialmente riscontrato in soldati coinvolti in pesanti combattimenti o in situazioni belliche di particolare drammaticità, o anche come conseguenza di atti di mobbing.”

Abbiamo chiesto loro di segnalarci 5 brani che hanno segnato il loro percorso.

We Almost Lost Detroit · Gil Scott-Heron & Brian Jackson

Forse il pezzo con l’intro migliore che io conosca, qualsiasi sia il mood in cui sono non fallisce mai nel catturare la mia attenzione. Poi il vocione di Gil Scott Heron che si intreccia con quei fraseggi di synth incredibili mi fa raggiungere il Nirvana. Il testo è un racconto emozionante e soulful ma allo stesso tempo carico di contestazione e riflessioni socio-economiche riguardo ad un disastro nucleare miracolosamente evitato a Detroit negli anni 70.

Break My Strike – Matthew Wilder

A quanto pare questo pezzo già di per sè noto gode di una nuova fama grazie a tiktok, io l’ho conosciuto tramite il mio caro amico Giulio mentre eravamo in una delle chat di gruppo che si sono sostituite alle nostre uscite per colpa della quarantena: linea di basso croccantissima, testo super sdolcinato anni 80, mood contentone, una bomba, grazie Giulio.

Water No Get Enemy – Fela Kuti

In linea con la mia abitudine di approfondire il repertorio dei più immensi musicisti della storia solo nel momento in cui vengono a mancare propongo questo celebre pezzo di Fela Kuti, con alla batteria il da poco tragicamente scomparso Tony Allen. Pezzo appartenente al disco expensive shit (1975), corrispondente al momento di massimo scazzo tra Fela Kuti e il governo Nigeriano (andate a leggervi la storia, è incredibile) il pezzo è stato campionato al minuto 7 dal beatmaker Pete Rock nel beat ”grown man sport”(anche questo merita).

Mi e Ti – Krano

la mia esperienza diretta con la musica in dialetto veneto è sempre stata profondamente trash: c’è una legge per cui in almeno un piccolo comune su 2 nella mia regione c’è un gruppo che ha avuto l’idea geniale di fare del metal in veneto coi testi che parlano di birra:wow. Ma con Krano è un’altra storia: psych folk incredibile in cui il dialetto esprime,oltre ad un’intimità e una sincerità commoventi, un certo tipo di vibe molto internazionale. Non mi capacito del fatto che questo disco/pezzo/artista sia così poco conosciuto.

Mono No Aware – C’mon Tigre

Ultimo pezzo di Racines, secondo disco di uno dei miei progetti preferiti in Italia. Il titolo è un termine giapponese che può essere tradotto a grandi linee come un riferimento alla natura effimera delle cose, ma la spiegazione è superflua di fronte alla bellezza della musica dei C’mon Tigre: consiglio di ascoltare entrambi i dischi (il tempo non manca): nella mia ignoranza rispetto ai numerosissimi riferimenti e suoni da cui attingono li trovo di una grandezza incredibile.

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