Incontro Saul, cantautore e chitarrista country folk cresciuto in UK. Mi racconta di come ha vissuto in prima persona la nascita del Britpop, fenomeno culturale che vedeva ormai satura la seconda Summer of Love di fine anni ’80, guidata dalla musica house, e mi spiega quanto il nuovo movimento abbracciasse un modo del tutto nuovo di fare musica, di vivere.
Un cambio di rotta nella società britannica che di lì a poco avrebbe segnato il gusto musicale, la mentalità e lo stile di migliaia di giovani che accoglievano il terzo millennio con positività, desiderio di rivincita e un po’ di cinismo. Saul precisa, secondo lui due aspetti in particolare hanno permesso l’avvento del Britpop.
Aspetto socio-culturale
Aleggiava nell’aria da un po’ di tempo, e probabilmente Noel Gallagher l’aveva intuito – We were the last rock stars – diceva il più grande dei fratelli: gli Oasis sono stati l’ultima vera rock ’n’ roll band, portavoci per questo del fenomeno che avrebbe segnato il passaggio agli anni 2000.
Il Britpop fu così travolgente perché si sapeva che la società sarebbe cambiata. L’atmosfera era positiva: il Regno Unito, dato l’addio al precedente governo conservatore, vedeva nascere nel 1997 il nuovo leader laburista Tony Blair. Musica e politica andavano a braccetto, pensiamo semplicemente all’incontro del primo ministro con Noel Gallagher a Downing Street, quando il famoso party avrebbe dato l’avvio alla Cool Britannia Era. L’accessibilità ai mezzi d’informazione non era immediata come oggi, dunque era forse più facile indirizzare le masse verso un riferimento particolare: i giovani bianchi di ceto medio-basso potevano finalmente riconoscersi in una band sicura di sé, che trasmetteva speranza e appartenenza. Si trattò dell’ultimo periodo guidato dall’analogico prima dell’avvio del digitale, e gli Oasis probabilmente se n’erano accorti, cercando così di vivere e trasmettere a pieno l’epoca d’oro.

Aspetto musicale
Il 1989 è l’anno che segna l’esplosione della seconda Summer of Love: protagonista nei nightclub britannici la musica elettronica, tra droghe e un delirio che ricordava gli hippy e l’euforia degli anni ’60 . Saul ricorda a tal proposito The Haçienda, famoso club a Manchester che vide l’ascesa della rave culture. Un clima così estremo non sarebbe durato poi molto: molti giovani gradivano la musica ma non più il contesto. Non c’era una direzione e si urgeva l’esigenza di qualcosa di diverso, un’alternativa che fungesse da riferimento.
L’album debutto Definitely Maybe (1994) rispecchiò a pieno questa necessità, apparve nel momento giusto e al posto giusto. Se ci pensiamo, all’epoca dominavano già la scena musicale anche altri mostri sacri dell’indie come gli Stone Roses, ma il loro secondo studio album Second Coming, anch’esso lanciato nel ’94, era ancora impregnato di suoni e beat elettronici che evocavano i fasti degli anni a cavallo dei due decenni (’80-’90). Il pubblico era inconsciamente pronto a qualcosa di diverso. Saul spiega il periodo in questo modo, “Con l’arrivo del fenomeno Oasis vedemmo una situazione analoga a quella di fine anni ’70, quando il punk offrì una vera alternativa alla discotheque che andava per la maggiore in quel periodo. Proprio come allora, molti di noi non si sentivano più a loro agio a frequentare locali enormi, ballare tutta la notte a ritmi incalzanti, e a seguire certi tipi di usi e costumi. Eravamo pronti a un suono più vintage che rispecchiasse la vita reale di una generazione che cercava una rivincita sociale, superstite da un periodo storico estremamente difficile, gli anni post-Thatcher.”
Saul descrive il periodo come una vera rivoluzione, con gli Oasis a capo di tale cambiamento. Loro, cresciuti a Manchester tra acid house e influenze rock, rappresentavano a pieno la nuova youth culture di oltremanica che cercava di definirsi tramite una nuova tendenza. La musica tornò a essere alla portata di tutti: concerti live, chitarre protagoniste, oltre che la formazione di nuove band amatoriali ispirate alle avventure dei fratelli Gallagher. Si creò così un contesto più consono alla socializzazione e a inseguire quella parte istintiva che le precedenti mode musicali avevano diluito. Dal ’95 lo stile divenne ben preciso, e la dicitura Britpop ne sintetizza oggi bene il mood.
È naturale che ogni generazione rimpianga quella precedente. Qualunque sia stato il motivo della recente reunion, possiamo dire che gli Oasis ci hanno visto giusto, perché siamo tutti un po’ nostalgici di rock ‘n’ roll.
Articolo di Sara Pereira Da Silva
in collaborazione con Saul Bertoletti
