In occasione dei vent’anni di carriera dei negramaro, arriva il documentario “L’anima vista da qui” (prodotto da Sugar e Gadeep), che racconta gli ultimi tre anni di vita della band: dalla genesi dell’album “Amore Che Torni” agli highlights del tour fino alle soddisfazioni personali, come la nascita dei figli, e al delicato momento vissuto dal chitarrista Emanuele Spedicato.
Dal 15 novembre “L’anima vista da qui” sarà disponibile in esclusiva su RaiPlay. Il film dei Negramaro sarà il primo docu-film “Original” della nuova piattaforma disponibile su browser, app e smart tv.
RaiPlay si presenterà a novembre in una veste completamente rinnovata, un’interfaccia moderna e accattivante con funzioni di ultima generazione. Acquisizioni internazionali in esclusiva, serie tv, sport, cartoni animati e film, con numeri di partenza già eccezionali: un patrimonio di 12,4 milioni di utenti registrati e 12 milioni di app scaricate.
Nel film anche la partecipazione speciale di Alessandro Borghi, che recita il monologo scritto da Giuliano Sangiorgi, che apre e chiude il documentario. L’attore è da sempre amico della band, che per prima lo ha scoperto scegliendolo come protagonista di ben due video: “Basta così” e “Tutto qui accade”.
“C’è un istante esatto in cui i pianeti tutti dell’universo si allineano perfettamente tra loro. E in questa perfezione puntuale e precisa, nel caos interstellare che ci appartiene, noi ritroviamo il nostro ordine nel mondo”. Si apre così il film che, attraverso le canzoni che hanno reso celebri i negramaro, mostra per la prima volta il lato nascosto della loro musica e del loro successo.
Semplicità, amicizia, amore e famiglia. Con un linguaggio schietto e moderno, fotogramma per fotogramma, si racconta la promessa del “sogno più lungo del mondo” e le emozioni vissute dalla band in questi tre anni di vita, attimi rubati in scenari completamente diversi tra loro.
Quello diretto da Gianluca Grandinetti non è un documentario che vuol iniziare e finire qualcosa, ma è una parentesi sfuggente di una “storia qualunque” così profondamente vera che ha la timida pretesa e la semplice forza di emozionare.
“Descrivere la realtà attraverso la telecamera è stato tanto coinvolgente quanto “violento” – dichiara Grandinetti – e lo è molto di più quando davanti hai gente dall’animo vero, come i negramaro, che vivono a fondo attraverso l’unione le grandi gioie e le grandi difficoltà.” Attraverso un lunghissimo lavoro durato tre anni, il regista è riuscito a delineare uno straordinario mosaico di coincidenze e sensazioni che svelano un volto nuovo di questa leggendaria band e dei suoi 20 anni di record, successi e riconoscimenti.
