Esce oggi, 18 novembre, per BGM, Canzoni da Intorto, il nuovo disco di Francesco Guccini. Undici brani appartenenti alla cultura popolare, con arrangiamenti dal richiamo balcanico e folk curati da Fabio Ilacqua, che ne ha seguito anche la produzione artistica affiancato da Stefano Giungato. Oltre trenta gli strumenti coinvolti.
Canzoni care a Francesco, come lui stesso racconta durante la conferenza stampa tenutasi alla Bocciofila Martesana a Milano, alla presenza di un nutrito numero di giornalisti giunti per l’occasione.
“Da molto tempo volevo fare un album di cover. Ma se lo avessi fatto anni fa, avrei scelto altri brani. Queste sono le canzoni che ho cantato con i miei amici e le mie amiche nelle tante serate passate a Bologna. Ci si incontrava per andare a giocare a carte e si cantava, tutti insieme. Sono canzoni che non so quando ho imparato, le ho sentite cantare e mi sono rimaste naturalmente.”
Ma perché da intorto? “L’intorto nasce dal fatto che sono canzoni che nessuno conosceva, canzoni marginali e con una storia dietro. Supponi: canti Barun Litrun. C’è una ragazza che dice ‘non l’ho mai sentita, che canzone è?’ Allora Tu puoi spiegare ‘è una canzone dei cantastorie piemontesi del ‘700, parta di un Barone al servizio dei Savoia e c’è una frase bellissima dentro, quando arriva il Re e dice al Barone ‘ti darò oro e argento, ti farò primo generale’ e il Barone risponde ‘non c’è né oro né argento che possano scusare la morte, non c’è né Re né Generale di cui la morte abbia riguardo.’ È questo l’intorto, fai vedere che sei un fighetto, non vendi delle puttanate!”
Nessun nuovo brano quindi tra le tracce presenti. “Avrei voglia di scrivere nuove canzoni, ma non voglio arrampicarmi sugli specchi. L’ultima Thule, del 2012, era proprio l’ultimo. Da allora non ho più toccato la chitarra, non sono più capace di scrivere canzoni, è inutile che mi sforzi.”
Un disco che esce solo in formato fisico. “Una scelta controcorrente, dietro alla quale ci sono motivazioni diverse, sia di natura commerciale, sia di natura artistica” spiega Dino Stewart, Managing Director BMG. “è uno di quei dischi che va ascoltato dall’inizio alla fine. Non avrebbe senso ascoltare solo alcuni brani, in ordine sparso, oppure porzioni di essi. Sappiamo che esiste un pubblico che non è interessato allo streaming.”
Alla domanda “Non è un peccato che queste canzoni ‘da intorno’ non siano presenti anche su piattaforme streaming, così da essere conosciute anche da un pubblico di nuova generazione?” “Ma io ignoro cosa sia uno streaming!” è la risposta franca del Maestro! “La musica in streaming” – prosegue Edoarto Tozzi di BGM – “ci fa cambiare il percepito della musica di valore. Spesso associamo la musica ‘bella’, alla musica che ha più streaming. Nobilitare il senso di un album da ascoltare dall’inizio alla fine e non inserirlo in varie playlist per ascoltare quella che piace di più, momentaneamente, è la cosa che è giusto dare ad un artista che è una pietra miliare della musica italiana.”
Tradizione e innovazione: il lancio del disco è accompagnato da un’ operazione che tiene aggiornati con pillole in anteprima e contenuti speciali tutti i fan iscritti alla chat Whatsapp dedicata tramite questo link
Il disco è disponibile in cinque diversi formati: CD, CD limited edition – maxi formato, vinile, vinile special edition (edizione limitata numerata e colorata), e per i veri intenditori uno speciale doppio vinile edizione esclusiva con tracce strumentali – incisione diretta dai mix (edizione limitata e numerata) per riscoprire l’anima analogica della musica e esaltarne ogni sfumatura.
È possibile acquistarlo a questo link
Sarà possibile incontrare il Maestro del cantautorato italiano in due appuntamenti:
Sabato 26 novembre a MILANO, presso LaFeltrinelli di Via Ugo Foscolo 1/3 – Galleria Vittorio Emanuele II (ore 17:00) con un incontro presentato da Luca De Gennaro nell’ambito della Milano Music Week
Sabato 10 dicembre a ROMA presso LaFeltrinelli di Via Appia Nuova 472 (ore 16:00) con un incontro presentato da Federico Guglielmi.
CANZONI DA INTORTO – TRACK BY TRACK
- MORTI DI REGGIO EMILIA
(Per i morti di Reggio Emilia)
di Fausto Amodei
Ritmo incalzante, fisarmonica e percussioni: è con questa storica ballata popolare, tra riferimenti storici alla guerra e alla Resistenza, che Francesco Guccini sceglie di aprire le porte del suo nuovo progetto discografico. Scritta da Fausto Amodei – cantautore torinese – la canzone ha origine dagli eventi tragici accaduti a Reggio Emilia il 7 luglio 1960, in occasione dei moti popolari contro il governo di Fernando Tambroni che coinvolsero molte città italiane con scontri sanguinosi, morti e feriti, e che portarono alla Strage di Reggio Emilia.
- EL ME GATT
di Ivan Della Mea
Dalla scuola di Milano arriva EL ME GATT di Ivan Della Mea, che in questo brano abbandona la sua vena politica per raccontare una vicenda tragicomica, semplice ma disarmante: una vecchia uccide il gatto di un giovane ragazzo che si vendica picchiandola. La melodia qui è malinconica, appoggiata sul suono grave e cadenzato dei fiati. Sorprende la modalità del racconto, cruda e diretta, in dialetto milanese. “Io sono un gattaro, ho sempre avuto a che fare con gatti (attualmente ne ho tre: Paurina, Bianchina e Stagno), quindi ho fatto mia questa bella canzone.” – racconta Francesco.
- BARUN LITRUN
(Baron Von Leutrum)
Canto popolare epico-lirico, in questa rivisitazione la chitarra acustica fa da padrona, accompagnata da percussioni, fisarmonica, cori, a sottolinearne la leggendarietà. Conservato nell’opera I canti popolari del Piemonte di Costantino Nigra, racconta la storia del barone Karl Sigmund Friedrich Wilhelm von Leutrum, militare di origine germanica, già a 14 anni al servizio dei Savoia, nominato governatore di Cuneo. Difende con successo la città da un’armata franco-spagnola e da quel momento è inarrestabile e invincibile, entrando così nella fama popolare. Da anziano, in punto di morte, riceve la visita del Re Carlo Emanuele III e il loro dialogo virile, quasi da western, entra a far parte del testo di questo celebre brano.
- MA MI
di Fiorenzo Carpi De Resmini e Giorgio Strehler
Entrata a far parte del repertorio tradizionale delle canzoni popolari milanesi e in quello della Resistenza, MA MI ha qui il carattere sonoro di una divertente “ballatona”. È la storia di un partigiano catturato dai nemici, che resiste quaranta giorni e quaranta notti alle percosse dei carcerieri neri e alle lusinghe del commissario, senza confessare o rivelare nulla sui suoi compagni.
- TERA E AQUA
(Polesine acqua e tera)
di Gigi Fossati e Sergio Liberovici
Con le parole in veneto polesano di Gigi Fossati, giornalista e poeta vicentino, Guccini inserisce in CANZONI DA INTORTO un brano – costruito su una rete di particolarissimi effetti sonori – che guarda al sociale e racconta: “La genesi di Polesine, o Tera e aqua, mi affascinava. Si diceva che il testo, vergato su un semplice foglio di quaderno, fosse stato lasciato sulla scrivania di Liberovici, che lo aveva musicato”.
- LE NOSTRE DOMANDE
di Franco Fortini e Margot Galante Garrone
Una canzone d’amore, forse l’unica del disco, che si fa largo tra sognanti cori di voci femminili. Il testo – scritto dal poeta Franco Fortini – vero, vicino alla realtà, tanto essenziale quanto speciale, è cantato nella versione storica da Margot (Margherita) Galante Garrone, regista, interprete e cantautrice. Ricordo di gioventù di Francesco Guccini, LE NOSTRE DOMANDE era all’interno di un LP regalatogli da una compagna d’università con cui studiava in preparazione degli esami.
- NEL FOSCO FIN DAL SECOLO
(Nel fosco fin dal secolo morente)
“Di questo brano non sono mai riuscito a scoprire nulla, né il vero titolo, né l’autore. Ho sempre definito questo inno, però, come ‘la nonna della mia Locomotiva’ per lo stile retorico, quasi tragico, di certi versi” – spiega Guccini. Canto di rivolta, il tema centrale è l’avvento della dinamite, che diventò in quegli anni – oltre che strumento per la carica esplosiva e mezzo per sfondare la roccia, oggetto di saggi e canzoni. “Avevo alle superiori una professoressa di lettere, tale Dina, il cui vero nome, avrei saputo anni dopo, era proprio Dinamite.” – aggiunge Francesco.
- GREEN SLEEVES
Celebre melodia popolare di tradizione inglese – qui intervallata da fraseggi di suggestivi e coinvolgenti cori di voci femminili – la leggenda narra che a comporla sia stato il Re d’Inghilterra Enrico VIII per la sua futura consorte Anna Bolena, decapitata poi per tradimento dallo stesso Re. Le “maniche verdi” appartenevano alle vesti delle cortigiane che le macchiavano giacendo nell’erba. In realtà è più probabile che l’anonimo autore, forse un amante tradito da una donna, abbia scritto questa canzone verso la fine del XVI secolo, successivamente quindi alla morte di Enrico stesso. “Andava in onda alla televisione, la domenica mattina, una trasmissione intitolata ‘A come agricoltura’ la cui sigla, solo suonata, era Green Sleeves. Delle dieci strofe e più che costituivano il componimento originale ne conoscevo e ne cantavo solo tre. Non so dove abbia imparato quei versi, né esattamente quando. Solo recentemente ho scoperto che la linea melodica fa parte della struttura di Amsterdam di Jacques Brel.” – racconta Francesco Guccini.
- QUELLA COSA IN LOMBARDIA
di Fiorenzo Carpi De Resmini e Franco Fortini
Scritta dal poeta Franco Fortini e dal musicista Fiorenzo Carpi, questa canzone racconta di un amore fisico, autentico, rubato in un albergo a ore o in automobile o sull’erba gelata di una periferia. Un amore di fretta e necessità che rende QUELLA COSA IN LOMBARDIA l’opposto di quello che erano i brani sdolcinati, in radio e in televisione. “Chi ha scritto ‘sono solo canzonette’ sbagliava o non ha mai ascoltato queste canzoni” – spiega Guccini.
- ADDIO A LUGANO
(Addio Lugano bella)
Pubblico dominio
Poesia anarchica – datata 1895 – scritta da Pietro Gori nella settimana trascorsa in carcere per un ordine di espulsione, Addio Lugano bella venne dapprima tramandata oralmente, per poi diventare nel 1899, sull’aria di un canto popolare toscano, una canzone trascritta nel Canzoniere ribelle, patrimonio dell’intero movimento operaio italiano, da cui Francesco Guccini sceglie di attingere ricostruendo il brano su toni melodici divertiti e divertenti.
- SEI MINUTI ALL’ALBA
di Enzo Jannacci
Chiude CANZONI DA INTORTO l’importante interpretazione di Guccini del brano storico scritto da Enzo Jannacci SEI MINUTI ALL’ALBA. La canzone, in dialetto milanese, è dedicata al padre partigiano di Enzo e rende giustizia con grande consapevolezza e rispetto, ai temi popolari e della Resistenza.