È uscito venerdì 15 novembre per BMG, Note di Viaggio – Capitolo 1: venite avanti… la prima parte della raccolta delle più belle canzoni di Francesco Guccini, interamente prodotta ed arrangiata da Mauro Pagani, storico musicista (produttore al suo fianco per la prima volta) e interpretate da grandi voci della musica italiana. Un album che in copertina riporta un’opera realizzata dallo street artist Tvboy e comparsa a sorpresa il 29 ottobre a Bologna nei pressi di Via Paolo Fabbri: una barca, con a bordo gli artisti interpreti dei brani, che viaggiano insieme ai “responsabili”, dal punto di vista musicale, del disco. Tutti sulla stessa barca! Esclama Francesco, durante l’incontro di presentazione alla stampa di questo progetto, occasione per scoprire come è nato questo lavoro e qualche cosa in più sui protagonisti di questo viaggio.
In questo primo capitolo, oltre ai grandi successi, un inedito, Natale a Pavana, poesia in dialetto pavanese scritta da Guccini (e musicata da Pagani) in cui il maestro descrive quando da bambino, per Natale, faceva ritorno a Pavana, passando per Bologna (“Babbo, perché noialtri a ‘n se sta ed cà a Bologgna? Eee, magara!”), momento di gioia non solo per riabbracciare i nonni e gli zii, ma anche per… i tortellini, che a quel tempo si facevano, rigorosamente, solo a Natale. Ed era festa.
Dopo l’inedito, l’album si apre con Auschwitz, cantata da Elisa, “La mia prima canzone diventata pubblica in un certo senso” racconta Guccini e, prosegue Pagani “Un brano molto importante per me, importante come Bob Dylan; io che venivo da una gran passione per il rock ‘n’ roll, abituato a testi costruiti più per ragioni sonore che contenutistiche, l’apparizione di canzoni come Auschwitz o Mr Tambourine Man, mi hanno fatto capire che era possibile fare musica e dire cose profonde. Un sospiro di sollievo. Mi piaceva fosse all’inizio della scaletta, perché da lì è iniziato il percorso di Francesco e il mio rapporto con Francesco.” Prosegue Pagani “Sono rimasto meravigliato dall’intensità con cui le interpreti femminili sono riuscite a fare proprio il repertorio di Guccini, cosa che è esteticamente sorprendente: siamo abituati a sentire quei versi dai contenuti profondi raccontati da ‘vocione’. Sentire voci sottili capaci di volare e di sostenere il testo in un brano di Francesco è stato commovente.”
Il repertorio di Guccini è vastissimo, lui stesso scherza e ride su come di oltre duecento brani, sembra che ce ne siano solo tre: L’Avvelenata (in cui, chi fa musica, almeno una volta si è ritrovato) Dio è morto e La locomotiva. Importante ed interessante la fase di scrematura, per selezionare i pezzi da far entrare in questo primo capitolo “La grande emozione” Racconta Pagani “è stata scoprire tante canzoni che non conoscevo. Se già avevo un’altissima considerazione del lavoro di Francesco, adesso è ancora più alta grazie alla scoperta o al riascolto dei pezzi cosiddetti ‘minori’. Quando prendi un brano, lo devi rispettare, ascoltare, nel testo e negli accordi, fare in modo che diventi un bel brano del repertorio dell’artista che lo deve interpretare e far sì che gli sia naturale, mettendo solo quello che ha valore ed eliminando gli ostacoli che si possono frapporre tra chi ti sta dicendo qualcosa e chi ascolta”.
Tra i primi pezzi selezionati per fare parte di questo primo capitolo, Tango per due, interpretato da Nina Zilli. “Mi ha stupito” dichiara Francesco “Non è una canzone facile” ma è un brano che accomuna Pagani e Guccini, perché entrambi, ci raccontano, hanno imparato a suonare in balera. “Quando nella Modena degli anni ’50 facevamo le festine con i 78 giri, dicevamo ‘andiamo a tangare’. Questa la musica che ascoltavo prima che arrivasse il rock ‘n’ roll” ci confida Francesco.
L’assegnazione (a parte la contesa L’Avvelenata, che in tanti avrebbero voluto interpretare) è stata facilitata dal fatto che Guccini fa parte della formazione e della crescita di molti, e tanti gli interpreti che sapevano già cosa volevano cantare.
“Mi incuriosisce essere cantato da altri.” confida Francesco “Quando canto una mia canzone do un’interpretazione personale, mi incuriosisce vedere l’interpretazioni che altri danno dello stesso testo, la scansione, le pause. Certo che se i Beatles avessero cantato L’Avvelenata…”… “o Bruce Springsteen cantasse un brano in pavanese” fa eco Pagani… e ci si saluta così, con una bella risata!
Un progetto unico, prezioso proprio per la presenza di due grandi maestri, chi ha scritto e chi ha riletto brani da antologia in chiave attuale. In attesa del prossimo capitolo, godiamoci queste tracce, queste gemme, queste dodici emozioni.