Interviste

Nell’album di EMMA NOLDE testi, melodie e suoni creano un universo rarefatto che sembra appartenere a tutte e tutti

Un nuovo album e un nuovo tour, stavolta più lungo e più strutturato: Emma Nolde, classe 2000, è un’artista e il mondo la sta riconoscendo come tale. Il pensiero di essere sua coetanea, da quando ho scoperto la sua età, un po’ mi perseguita. Mi fa sentire piccola ma anche orgogliosa, perché mi rende ancora più conscia del fatto che ascoltare nelle Airpods, vedere live su un palco e, nel mio caso, intervistare Emma Nolde significa avere davanti un’anima rara, di cui non ci scorderemo facilmente. 

Dormi, realizzato con il sostegno di Italia Music Lab, è il secondo album di Emma Nolde dopo due anni di attesa. È un album in cui questa attesa, che molto spesso è sinonimo di crescita ed evoluzione, si percepisce tutta. C’è fame, quella che Emma nel corso dell’intervista ha definito furia, c’è dedizione e cura.
Ogni dettaglio nell’ascolto di questo album sembra essere al posto giusto, ma questo non lo rende didattico, anzi, ne amplifica la potenza emotiva. 

Il disco inizia con un brano che definirei un inno piuttosto che un intro: “Avrete i miei vent’anni / non avrete mai i miei occhi / Avrete i miei vent’anni / non avrete i miei ricordi” diventerà uno statement generazionale, ed è forte perché, la prima volta che l’ho sentito in “Fuoco Coperto”, ho pensato che fosse proprio ciò che avevo bisogno di sentirmi dire, o cantare, in questo caso. 

Questa è la potenza di Emma Nolde e del lavoro che ha fatto con un producer d’eccezione, Francesco Motta: i testi, le melodie, i suoni scelti riescono a creare un universo un po’ rarefatto che sembra appartenere un po’ a tutte e tutti. Lei racconta di sé, come in “Te ne sei andata per ballare”, personalissimo brano di cui ci parlerà nell’intervista, ma mette in musica questi racconti di modo che sembra realizzarsi una piccola magia, un effetto Forer: sembra proprio che parli di te, ascoltatore. Con queste premesse, ho fatto qualche domanda ad Emma un lunedì mattina un po’ grigio.

Ciao Emma! Siamo qui a due anni dal tuo ultimo progetto in occasione dell’uscita del tuo album, “Dormi”. Partiamo dalle origini: qual è il tuo primo ricordo quando pensi alla tua musica?

Il primo ricordo immediato è sicuramente la prima volta che ho visto una chitarra. Ero a cena in un ristorante ed è stato un po’ un amore a prima vista: sono tornata a casa e ho detto che volevo quella cosa lì. Un altro ricordo importante legato alla musica è questa canzone (bruttissima) che scrissi in inglese. Ricordo ancora il momento in cui l’ho fatta sentire a mia mamma e mia sorella in giardino e le loro reazioni positive immeritate.

E qual è stato, invece, il momento più difficile per la tua musica?

Forse è stato nel periodo della registrazione del disco con Francesco: sono stati quattro mesi molto intensi. Un giorno poteva essere semplicemente di ascolto, in cui aggiungevamo una nota sola, un accordo solo. In più, caratterialmente io ho molta più furia, mentre Francesco è più attento. Quindi sicuramente andare contro la mia stessa furia è stato difficile.

Ho sempre pensato a te come un’artista completa in toto, sia nelle parole che nella musica. Dandoti un’etichetta, come ti definiresti?

Mi sento cantautorale, perché do molta attenzione al testo e mi piace molto pensare che quello che faccio è cantautorato. Poi direi sperimentale, quindi sicuramente con molto suonato – ma ogni volta cercare di sperimentare sonorità diverse. Quindi, direi cantautrice sperimentale. 

L’album inizia con un “ciao” riverberato che si sente all’inizio del primo brano, che ti accoglie in un viaggio fiabesco, e finisce con il brano “Ti prometterei”, una promessa al condizionale che sa un po’ di finale aperto. Ci prometti che hai ancora tanto da dire?

Sicuramente non ho detto tutto in questo disco, quindi c’è un finale aperto che percepisco. La copertina stessa è un messaggio in questo senso: ci sono io con gli occhi chiusi. Per il futuro, sento una predisposizione per l’arrivo di qualcosa in cui dovrò avere gli occhi aperti. 

Francesco Motta ha un ruolo importante nella creazione di questo album. Parlacene.

È stato bello lavorare con Francesco perché lo sento simile a me. Abbiamo le stesse origini e lo sento nel modo che ha di approcciarsi alle canzoni. Non è il classico producer che butta giù tantissime cose, ma ha un approccio molto attento al testo e alla canzone. Mi ha messo in testa molte domande, dandomi poche risposte, perché stava a me cercare il modo giusto per fare arrivare il senso. La cosa che ha fatto lui è stata dirmi le cose che non andavano e cercare di starmi vicino mentre trovavo la soluzione migliore. Mi ha insegnato a togliere e a non mettere per forza dove non c’è bisogno.

La forza dei tuoi brani è nella componente emotiva. Qual è il brano per cui ti emozioni più?

Il brano che mi fa emozionare di più è Te ne sei andata per ballare. Te ne sei andata per ballare è dedicato a mia sorella che se n’è andata per ballare a 13 anni. Può essere esteso a tutto e assumere un significato diverso per chiunque, ma per me è legato a quel ricordo lì. È una frase che ho detto spontaneamente in studio a Francesco e ripetere in un brano una frase così diretta così tante volte per me è una cosa nuova, perché tendo molto spesso ad andare intorno alle cose. È stata un’esperienza potente.

E il brano che ti trasmette più serenità?

Il brano che mi mette più serenità forse è Non so chi sei. Infatti, per quanto non sia super positivo, mi trasporta al momento in cui l’ho scritto: mi immaginavo in un aereo, quindi lo collego al movimento. 

Il tuo tour è stato molto lungo, ma – penso – anche tanto agognato e ti aspettano ancora molti live. Come stai?

Si, c’è un tour invernale che parte dal 4 novembre e stavolta giriamo nelle città un po’ più grandi. Quest’estate abbiamo suonato tanto in città anche piccole, quindi sono contenta ora di fare un giro in città, come Bologna, Roma, Milano. Inoltre, sarà un live di cui sono molto felice perché ha una scaletta più ampia, sarà più lungo e più studiato. Sono molto orgogliosa. 

Elisabetta Picariello

EMMA NOLDE – DORMI TOUR
4 novembre 2022 LIVORNO The Cage
11 novembre 2022 TORINO Hiroshima Mon Amour
17 novembre 2022 ROMA Monk
18 novembre 2022 BOLOGNA Locomotiv
24 novembre 2022 MILANO TBA
25 novembre 2022 BRESCIA Latteria Molloy
3 dicembre 2022 FIRENZE Viper
23 dicembre 2022 RAVENNA Bronson

Foto Credits Marco Previdi

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri anche...

Reportage Live

Foto di Luca Moschini Giovedì 19 settembre, il palco dell’Hiroshima Mon Amour di Torino ha ospitato l’ultima tappa del tour “Solo non sola” di...

Playlist

TRE STAGIONI. LA VITA SOGNATA, LA VITA VERA è il debut EP de I Temporali, nuovo progetto alt-folk di Filippo Ghiglione. Un ritorno alle...

Festival

Tornano gli eventi musicali in presenza a Lucca: C’MON FEEL THE NOIZE porterà in città nei giorni 10 e 11 dicembre presso il Foro Boario, alcune delle realtà più...

Reportage Live

In una Milano che si sta ripopolando, la stagione musicale dell’Idroscalo, bruscamente interrotta se non adirittura non propriamente iniziata in questo strambo 2020 causa...

Copyright © 2024 | Rockon.it

Exit mobile version