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Interviste

Atti privati in condivisione: Futuro Splendido è il nuovo album di MIGLIO

Quando un artista ha le idee chiare lo si nota subito: la comunicazione dei suoi brani arriva diretta stracciando il cuore, colpendo proprio lì, nella nostra parte più nascosta. Così fa Miglio, che oggi torna a far parlare di sé con la sua seconda opera dal titolo “Futuro Splendido”. 

Il disco ha sonorità elettroniche che lasciano la mente aperta a sogni inconsci; i testi trasmettono la curiosità e la voglia di ritrovare sé stessi, di essere sinceri con i propri sentimenti. Il cantautorato della giovane bresciana, trasferitasi a Bologna già qualche tempo fa, abbiamo avuto modo di conoscerlo grazie al primo progetto discografico dal titolo “Manifesti e immaginari sensibili” che ha ricevuto consensi e premi prestigiosi come il Musica da Bere nel 2022. 

Non possiamo evitare di dire che la scrittura di Miglio sia profonda, personale, cruda, forte e spiazzante. L’artista parla di sé stessa, ma anche delle storie altrui, coinvolgendo il pubblico in un’atmosfera molto intima. Questo secondo lavoro (Matilde Dischi) la porterà in giro in tour nelle principali città italiane, da Bologna a Roma. 

Abbiamo colto l’occasione per fare quattro chiacchiere con lei, e farci raccontare le sensazioni di questo secondo disco: leggi cosa ci ha raccontato! 

Ciao Miglio! Che bello ritrovarti in questo nuovo progetto discografico. Come stai?
Ciao! Che bello ritrovarvi! Direi che sto bene.

Abbiamo avuto modo di cogliere il tuo talento e conoscere la tua musica con il tuo primo lavoro “Manifesti e immaginari sensibili”. Come descriveresti il tuo esordio?
“Manifesti e immaginari sensibili” ha rappresentato una tappa necessaria per la crescita e per direzionare tutto ciò che avrei voluto fare fino ad oggi, è un tassello importante di questo percorso perché segna la partenza di alcune consapevolezze.

Oggi invece pubblichi un nuovo disco dal titolo “Futuro Splendido”. Come nasce questo secondo figlio? Futuro splendido l’ho scritto nel giro di un anno, dopo l’uscita dei primi brani di Manifesti stavo già scrivendo il disco nuovo. Sono tutti brani che rappresentano il qui ed ora, avevo urgenza di continuare a scrivere dopo il primo lavoro.

“E quando te ne vai, mi sembra di morire” i tuoi testi sono così viscerali ed emotivi. Quando scrivi pensi alla tua vita o ti immedesimi in quella degli altri?
C’è sicuramente la mia vita ma spesso ci finiscono dentro anche le storie degli altri, a volte ho bisogno di guardare le cose anche dalle prospettive di altre persone, di chi mi circonda.

“Vorrei farmi ancora per non pensare più a te” parli di amore: distante, finito e violento a livello psicologico. Qual è la visione di questo sentimento che volevi arrivasse all’ascoltatore?
“Per non pensare più a te” rientra in uno di quei brani del disco scritti quasi di getto, un flusso di cose da dire senza fermarmi. Mi sono resa conto che erano uscite fuori immagini forti, ma togliere qualcosa avrebbe sacrificato il senso altrettanto forte e lirico che volevo avesse questa canzone. È un brano un po’ distorto, parla di dipendenza ma anche di desiderio di liberazione.

Il cantautorato si unisce all’elettronica e alla new wave, creando uno stile unico e particolare. Come unisci la voglia di muoversi e lasciarsi andare all’immaginazione della propria mente con la malinconia delle parole?
Credo sia eccitante proprio dal punto di vista fisico e mentale. A me capita di ascoltare musica che mi emoziona ma che allo stesso tempo mi porta a muovere il corpo. Volevo esattamente questo, dire delle cose importanti ma lasciando i corpi liberi di muoversi.

La produzione del disco è di Marco Bertoni, con cui avevi già lavorato nel tuo precedente progetto. Com’è nata la vostra collaborazione?
Si, la collaborazione con Marco continua perché fin da subito abbiamo avuto un feeling musicale e umano, Marco è un mentore. Ci siamo conosciuti qualche anno fa dopo che io l’ho contattato, volevo iniziare a lavorare con lui.

La tua potenza si percepisce per lo più nei live, dove la tua apparente timidezza si trasforma in energia e carisma. Hai girato molti palchi e hai vinto anche dei premi. Che ricordi porti degli scorsi concerti?
Il live è un momento sacro, è una dimensione che va oltre e ogni volta è imprevedibile e diversa. Ho ricordi molto emozionanti, è davvero uno dei momenti che temo, ma anche che amo di più.

Quest’anno invece ti esibirai per la prima volta al festival milanese MiAmi. Quanta voglia c’è di portare questo nuovo album dal vivo?
Sì, sarà forte. Ho voglia di suonare tutti i pezzi del disco nuovo ma anche quelli del lavoro precedente, sento che c’è un bel filo conduttore, è un viaggio che ho voglia di condividere con gli altri.

Futuro Splendido è sicuramente ciò che immaginiamo nel tuo percorso artistico (e anche personale). Quali sono i sogni che speri di realizzare in futuro?
Io vi ringrazio e lo auguro anche a voi. Spero che le cose importanti, che sono due o tre, rimangano anche nel futuro!

Giada Consiglio

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