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Interviste

“Ciccio sa volare”: intervista a NAPODANO

Napodano è un cantautore nato e cresciuto in un contesto fortemente musicale che permette alla sua passione di svilupparsi dapprima sul pianoforte e poi con la scrittura. “Ciccio sa volare” è il suo nuovo singolo in radio, nei digital store e sulle piattaforme streaming a partire da venerdì 6 ottobre. 

In “Ciccio sa volare” affronti un tema delicato come quello del bullismo. Secondo te la musica può aiutare a far fronte ad un problema così grave e purtroppo tanto diffuso? 

La musica nella storia ha fatto grandi cose per le persone, per questo è stata messa a tacere. Quando gli artisti avevano tempo di sviluppare i loro progetti e di arrivare al cuore delle masse, hanno smosso la politica e l’opinione pubblica, hanno parlato per il razzismo, per le donne, per l’ecologia, contro la guerra… Sì, la musica ha un potere enorme ed io, essendo lontano dal mainstream, canto quello sento in totale libertà. 

Che tipo di lavoro c’è stato in studio dietro alla ricerca del sound? 

Non avere imposizioni di nessun tipo mi ha permesso di non essere limitato nella scelta e nello sviluppo della produzione. Sono un essere umano minimalista e questo si riflette inevitabilmente nella mia musica. Ho bisogno di poche cose per stare bene e di altrettante poche cose per far uscire quello che penso e che provo. 

Se dovessi assegnare un colore a questa fase della tua vita quale sarebbe e altresì quale canzone vi assoceresti? 

Senza dubbio il mio preferito, ovvero il viola. Per quanto riguarda la canzone assocerei un mio pezzo dal titolo “Storia di un Ratto”, che è il mio manifesto, il mio totem, quello che mi rappresenta di più. Mi fa piacere se la gente pensa che io sia un po’ matto, preferisco essere ratto che schiavo.

L’omologazione e il qualunquismo. Noi oggi siamo figli di questo male. Ma secondo te prima, i nostri genitori o i nostri nonni, vivevano qualcosa di simile? 

Il mondo ha sempre girato nella stessa direzione, i problemi che abbiamo oggi sono i diretti discendenti di quelli che c’erano prima. L’unica differenza è la propagazione: una persona che diceva cose cretine veniva trattato da cretino (o diventava dittatore, dipende!), oggi può avere migliaia di followers, diventare un personaggio televisivo o addirittura un influencer. Io temo questo mondo perché se anche una cosa meravigliosa come la libertà di parola è diventata un’arma di appiattimento di massa, non so cosa ci aspetterà nel futuro prossimo. 

A proposito di futuri, cosa ti aspetta adesso? 

Tanta musica, questa è l’unica cosa di cui sono certo. Nuove canzoni, sicuramente, nuovi stili e nuovi stimoli. E avanti così. 

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