Connect with us

Ciao, cosa stai cercando?

Interviste

Dall’oscurità alla sperimentazione: i Sax This Candy si raccontano

Sax This Candy dopo una lunga pausa tornano con un nuovo album intitolato God Is My Witness pubblicato da Vina Records in collaborazione con Grammofono alla Nitro. Sonorità punk no-wave e elettronica si mischiano nelle dieci tracce inedite dell’album, frutto di un lungo processo creativo.

Giannicola D’Angelo, bassista della band, ci racconta come è nato questo disco tutt’altro che scontato.

Com’è iniziato il progetto Sax This Candy? Puoi raccontarci brevemente la storia della band e come vi siete trovati a mescolare l’elettronica alla vostra anima punk no-wave?
Il gruppo nasce a Pescara da una conoscenza prettamente artistica. E’ stato Fabio, il cantante, che ad un certo punto ci ha riuniti nello studio di “Grammofono alla Nitro”. Da subito il feeling è scattato e le idee si sono concretizzate in maniera fluida e costante.La componente elettronica ci ha permesso di sperimentare e ricercare, anche e soprattutto oltre i nostri abituali circuiti musicali ed artistici. Questo è fondamentale per mantenere quella longevità che anche a livello di singoli ci ha portati fin qua con un nuovo album.

God Is My Witness è il vostro secondo album e arriva dopo otto anni dal debutto. Che tipo di percorso creativo vi ha portato alla realizzazione di questo disco?
I brani di “God is my witness” vengono da lontano. Con l’uscita del batterista che ha collaborato al primo album, avevamo già tra le mani parti di bozze per un nuovo repertorio. Cogliendo l’occasione abbiamo sperimentato l’elettronica ed un nuovo modo di comporre musica e arrangiamenti. Abbiamo poi continuato a mettere carne al fuoco con la creazione di nuovi pezzi tra cui alcuni già in cantiere per un eventuale nuovo lavoro.

La title track “God Is My Witness”, molto più dark, è, secondo voi, il brano che meglio descrive i Sax This Candy?
Descrive la nostra componente oscura che si può trovare in forme e quantità diverse in tutti i brani del disco.

L’approccio più sperimentale si percepisce anche nelle strutture dei brani. Avete avuto delle difficoltà a trovare un equilibrio tra la vostra attitudine punk e le nuove influenze elettroniche?
Questa scelta ci ha arricchiti molto, non senza tanta fatica e piccole tensioni interne su scelte e direzioni artistiche, ma questo è normale. 

Nel disco ci sono riferimenti a band storiche come Joy Division, Bauhaus e Pere Ubu. Cosa vi affascina di queste formazioni e come vi hanno influenzato nel lavoro di composizione?
Sono band che ci guidano da sempre. Hanno rappresentato un breve periodo della storia della musica ma hanno segnato indelebilmente il panorama artistico nello spazio e nel tempo. Anima, passione, arte. 

Ci sono stati momenti particolarmente intensi o difficili durante la registrazione? Come avete affrontato le sfide creative?
L’album è nato nel pieno della pandemia, con tutte le incertezze e le difficoltà di quel tempo. Abbiamo cercato semplicemente di ottimizzare quello che avevamo e quello che era possibile.

Oltre alla musica, ci sono altre forme d’arte o esperienze che vi ispirano nel vostro processo creativo? Film, libri, arte visiva, o altre influenze culturali?
Il chitarrista Ivano Ursini è un affermato light designer in ambito nazionale e internazionale; io che sono il bassista , oltre all’attività di scrittura, sono anche regista e sceneggiatore dei nostri videoclip.Letteratura, cinematografia e scienze sociali sono 3 dimensioni che ci aiutano a costruire la nostra musica.

Written By

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri anche...