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Interviste

FEDERICO DRAGOGNA: “Scrivere canzoni è come lasciare le briciole lungo il sentiero”.

Foto di Chiare Mirelli

Federico Dragogna, produttore e penna dei Ministri, ha pubblicato lo scorso 5 maggio “DOVE NASCERE” il suo primo disco solista per Pioggia Rossa Dischi.

Qualche tempo addietro ci eravamo chiesti se mai avresti intrapreso una carriera da solista, ed oggi eccoci qui…
“Mi son segnato la vostra profezia (ride, ndr). E’ una cosa che c’è sempre stata. Senza nulla togliere alle altre cose che ho fatto, anzi in realtà ne vorrei fare altre 3000 in più, avevo però bisogno semplicemente di poter dire le cose in questa forma, forse un po’ più tenue, quando le cose devono essere tenui, e non quando non lo devono essere. Posso insomma cercare il suono che volevo in ogni canzone, anche in libertà tutto sommato”

Forse la vera rivoluzione di questo salto sono proprio gli arrangiamenti ed il suono. Si sente che avevi qualcosa nel cassetto che volevi estrarre che non calzava per il sound dei Ministri, ma sonorità nelle quali comunque tu potevi stare benissimo…

“Quello assolutamente. In realtà devo dire che ho sempre portato un po’ tutto il materiale possibile ai Ministri, però un tot lo provavamo, lo lavoravamo ed effettivamente se una roba che doveva funzionare sempre comunque primariamente come trio, era difficile ed è normale che alcune cose venissero abortite, per questo motivo come dici tu adesso forse c’è stata anche pian piano la libertà e la tranquillità di poter dire “ok adesso vorrei dire una cosa su questo sentiero, vorrei andare verso di là”. Nelle tante interviste trovi persone che ascoltano, approfondiscono analizzano…. In realtà devo dire che gli ascolti in media della gente non sono così analitici, non sono così pazienti, quindi ci sarà sicuramente qualcuno che dice “ah guarda è uscito quello che suonava con i Ministri, quelli sono rock” poi parte Musica per Aeroporti e dice “cos’è sta roba? È Trap? Oh mio Dio” e chiude. Va bene così, forse pure io non ho mai ascoltato la traccia numero 9 del disco di Alexia o nella vita ho detto qualcosa sui dischi di Alexia, quindi bisogna accettare anche queste critiche, però dall’altra parte spero che qualcuno, conoscendo il mio modo di fare le cose, prima ancora della forma in cui decido di farla, abbia fiducia di seguirmi un po’ su questi sentieri diversi e di vedere perché sto andando da quella parte. Per lo meno riconoscere che il mio movente sia diciamo l’onestà e la cura nel fare le cose, è la cosa che mi interessa maggiormente”.

C’è un qualcosa per cui ti senti, passami il termine, “Libero” di fare in solitaria, ed invece qualcosa che ti sei detto “questa avrei potuto farla con i Ministri”

La cosa che posso fare ora banalmente è poter cantare. Questo non accade perché prima mi fosse impedito in alcuna maniera, ma semplicemente perché la voce dei Ministri era un’altra e perché era un’ottima voce peraltro. Quindi diciamo che c’è questa apertura in più in quello che posso fare che è molto interessante e che comporta anche una serie di responsabilità non da nulla tipo imparare i testi a memoria…

L’altro lato della medaglia…

“In realtà non ho particolari ansie, mai avute in generale nella vita e sono abbastanza sereno. Qualche mese fa quando ho incominciato a preparare anche i concerti, l’unica roba che pensavo fosse uno sbattimento era appunto imparare i testi ed è ancora tutto da vedere se ho vinto la battaglia. Mi ricordo che, quando incominciai ad affrontare questa cosa provando da solo, chiamai Vasco Brondi perché è un amico con cui lavoro spesso e che ha dei testi chilometrici. Gli chiesi qualche trucchetto. Quando mi accorgerò di essere arrivato al punto giusto? Quando sto cantando e sto pensando ad altro o quando sto cantando e sto pensando al testo? Speravo mi desse una forma semplicissima tipo per il singhiozzo, invece mi ha detto semplicemente di ripeterle allo sfinimento.

Non ci sono particolari cose che dico “ecco questa l’avrei potuta fare con i ragazzi” (Miky e Divi, ndr). Già questi brani vengono da un una cernita molto più ampia di brani quindi sono già una scelta di pezzi che pensavo funzionassero bene con la mia voce. Questa è stata la scelta. Io scrivo tante canzoni, un tot non funzionano così bene con la mia voce e cerco di darle ad altri. Questo mi sembrava che funzionassero bene. L’unica che si è provata con i Ministri (dato che appunto alcune canzoni hanno un po’ di tempo, alcune sono del 2017) è “Sei diventato un uomo”, ne esiste una demo di natura ministrica.

Su Fidatevi avevo già lavorato nel 2017 e avevamo già scelto tutte le canzoni, forse nei primi mesi del 2018 cominciava a nascere il materiale per “Scomparire il Rumore” e poi “Musica per Aeroporti”. Non scrivo canzoni per un destino, scrivo canzoni perché scrivo canzoni. Nick Cave diceva che scrivere canzoni è come lasciare le briciole lungo il sentiero.

E’ da un po’ allora che questo disco da solista era in gestazione…

“Si, certo! Anche prima di Fidatevi, solo che troppo prima sarebbe stato troppo acerbo in tutti i sensi. Ora magari è acerbo da un punto di vista discografico, ma non è acerbo da un punto di vista artistico, è quello che volevo dire”.

Dal punto di vista live che spettacolo ci dobbiamo aspettare?

“Mi presenterò con una band, tutta composta da bresciani, non è stato voluto, ma dall’ampolla sono usciti solo bresciani. Si è creata questa band di ragazzi del bresciano, per quanto poi ci saranno occasioni in cui sarò solo chitarra e voce, tutti i pezzi infatti hanno una versione da “E’ saltata la luce”.

E’ previsto un tour?

“Il disco esce in Primavera quindi la prima data sarà a Brescia e la Latteria ha dovuto riaprire apposta. Dopo ci saranno i concerti estivi e saremo piazzati sui palchi all’aperto. Qualcuno di questi brani mi piacerebbe riportarli in autunno in un posto al chiuso, il club è una bella situazione. Banalmente mi ha sempre affascinato che la gente si ritrovi in un posto al chiuso per ascoltare della musica, lo trovo un gesto talmente convinto che è degno di merito”.

Al momento il progetto Ministri si può considerare “congelato”?

“In realtà semplicemente tra un disco e l’altro dei Ministri ci son state delle pause, a volte molto lunghe. Un discografico oggi ti direbbe che non ci si può più permettere queste pause. Chi lo sa se è vero o meno, questa pausa avevo bisogno di farcirla e occuparla con questa cosa. Sicuramente mi interessa che i progetti rimangano vivi da un punto di vista artistico. Il ritorno dei Ministri deve essere un movente artistico. Si son fatte cose bellissime, dopo la Pandemia c’era l’obbligo di risentire i Ministri. Qualche band magari pensa che il grande fuoco ce l’hai dietro invece che davanti, io spero sempre che ci sia qualcosa da dire e di fare tutti i bis del caso”.

Da cosa hai tratto ispirazione per questo lavoro solista? Qualcosa che ti sei tenuto da parte per riproporla a modo tuo

“Negli ultimi anni ho ascoltato molto poco rock, l’ultima cosa rock che mi ha un po smosso sono stati i Cloud Nothings che ho amato molto, da lì in poi ho ascoltato tanto altro. Bon Iver e Damon Albarn per esempio, è un bel percorso che mi piace come completezza. Mi piacerebbe poter fare tante cose restando sempre me stesso come ha fatto Albarn, poter chiamare Brian Eno per un featuring come ha fatto lui. Se ti devo dire l’ultimo disco, proprio nel 2017, che ascoltai come i dischi che ascolti a 14 anni, fu “Carrie and Lowell” di Sufjan Stevens. Per qualche motivo incrocia questo album che parla di sua madre, mi ha toccato talmente tanto che mi sono innamorato proprio di questo album che non avrei nemmeno bisogno di altro di suo, è perfetto così. Chitarra acustica, chitarra e voce, pochissimo altro. Questa cosa mi ha fatto pensare che volevo fare qualcosa del genere anch’io. Nel disco una cosa dovevo lanciare, poi sono subentrati mille “me” come in Bon Iver. Ci sono pezzi come “Musica per Aeroporti” come “Non tornare adesso” che è un pezzo in punta di piedi, perché io sono così tutto sommato. Forse ci sarà tempo in futuro per dedicarmi con ancor maggior rotondità ad una voce all’altra, ma avevo bisogno di qualcosa che mi aprisse la strada, per poter inaugurarla. Questa mia voce potrà fare colonne sonore o quant’altro, ma con un senso diverso. Un altro artista che mi ha ispirato come attitudine è stato Frusciante, anche lui è stato di una libertà quasi imbarazzante nel tempo. Questa imprevedibilità mi piacerebbe tenerla come un mio tratto che sento mio”.

Articolo di Dante Piotto

Le prossime date del tour

28 MAGGIO – MI AMI – MILANO
08 GIUGNO – HIROSHIMA – TORINO
09 GIUGNO – SEA.SON – MORROVALLE (MC)
10 GIUGNO – ARENA PUCCINI – BOLOGNA + Emma Nolde e Uochi Toki
16 GIUGNO – MONK – ROMA
18 GIUGNO – APOLIDE DROPS – VALCHIUSA (TO) – Solo set
1 LUGLIO – GIARDINO – SCOTTO PISA + Dente
6 LUGLIO – MENGO MUSIC FEST – AREZZO + Zen Circus
12 LUGLIO – IL ROCK È TRATTO – SAVIGNANO SUL RUBICONE (FC)
13 LUGLIO – ATB FESTIVAL – MONTEFIASCONE (VT)
28 LUGLIO – SEI FESTIVAL – CORIGLIANO D’OTRANTO (LE) – + Calibro 35 – Special set

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