“I girasoli di Van Gogh” è il nuovo singolo della storica rock folk band Folkabbestia, in uscita venerdì 14 marzo in tutte le piattaforme digitali per Maninalto!/Believe.
A sei anni dopo l’ultimo album “Il Frikkettone 2.0”, la formazione pugliese torna con nuova musica e quella rinnovata energia che da sempre contraddistingue le loro produzioni, come anche i loro coinvolgenti concerti. Francesco Fiore (basso), Nicola De Liso (batteria), Isabella Benone (violino, cori), Michele Sansone (fisarmonica, cori), Giuseppe Porsia (flauto traverso, tin whistle, cori) e Lorenzo Mannarini (voce, chitarra), si esibirànno il 14 marzo Modena (Vibra), il 15 marzo a Bologna (Piazza Lucio Dalla) e il 16 marzo a Parma (Parco della Cittadella) all’interno del festival Irlanda in Festa.
Partiamo con una classica citazione: “cosa avete fatto in tutto questo tempo”?
Abbiamo suonato dal vivo in giro per lo stivale e nel frattempo abbiamo continuato a scrivere canzoni. Le canzoni come il buon vino a volte hanno bisogno di maturare, di invecchiare e poi di essere registrate e pubblicate quando sono pronte.
Come mai avete scelto proprio Van Gogh come metafora per rappresentare il vostro ritorno?
La persona a cui si vuole bene viene paragonata ai momenti più belli della vita quotidiana o addirittura ai capolavori della letteratura o dell’arte. I girasoli sono un’immagine potente, e quando la musica evoca immagini potenti ne trae sempre forza, inoltre Van Gogh è noto per la sua passione e intensità, caratteristiche che si riflettono perfettamente nel brano.
Se e come è cambiata la vostra proposta musicale dal “Il Frikkettone 2.0”?
In sei anni sono cambiate tante cose, all’epoca vivevamo distanti e i brani erano nati al computer, dove ognuno aggiungeva le sue parti, questi invece ce li siamo suonati in sala prove, come i vecchi tempi e i risultati suonano più da band, più da Folkabbestia.
Potete darci qualche anticipazione sulle vostre prossime attività?
Dopo l’uscita del singolo I girasoli di Van Gogh usciranno una serie di altri singoli a cadenza mensile, il primo sarà un netto no alla guerra e al riarmo in atto, il secondo una cover in chiave folk rock di un brano degli Iron Maiden, il terzo un omaggio ad Enriquez, il cantante della Bandabardò. Successivamente usciranno altri brani che saranno riuniti nel prossimo album. Nel frattempo in estate faremo un tour di concerti in giro per lo stivale.
Da veterani del folk rock italiano, vi chiediamo com’è lo stato del genere attualmente nel nostro paese?
Negli anni novanta e duemila era sicuramente molto più vivo. Ora la musica suonata è in difficoltà. Forse ci sono un po’ troppi computer, smartphone e autotune in giro. Ma dal vivo conta sempre l’energia e il contatto emotivo con il pubblico e in questo il folk è imbattibile.
E guardando l’estero?
Ci siamo accorti che la scena folk rock in Europa è molto presente. Basti pensare ad alcuni festival dove abbiamo suonato, l’Interceltique di Lorient in Bretagna, lo Sziget Festival in Ungheria, Sete Sois Sete Luas Festival in Portogallo, il Mostar Intercultural Festival in Bosnia, il Folkherbst Festival in Germania. I nostri riferimenti tra gli artisti stranieri sono stati i Pogues, i Mano Negra, i Gogol Bordello, i Dubliners, Les Negresses vertes, Bob Dylan, Fairport Convention, Manu Chao, ecc.
La dimensione live, come noto, è uno dei vostri punti di forza. Nel 2025 per il genere che proponete, si potrebbe lavorare anche senza lo streaming?
Nel mondo di oggi servono entrambi. Per anni il passaparola dei concerti è stato il nostro punto di forza, ma oggi serve anche arrivare sugli smartphone delle persone.
Qual è l’identikit del vostro pubblico standard?
All’inizio erano i giovani dei centri sociali, o il pubblico dell’onda folk dei Modena City Ramblers o della Bandabardò, oggi sono i vecchi fan che portano al concerto i figli a cui hanno insegnato le nostre canzoni a memoria. Dopo trent’anni di attività c’è veramente di tutto, almeno due generazioni a confronto.
Quindi che rapporto avete con i fan e con i social?
Con i fan, ottimo come sempre, con i social un po’ meno, siamo un po’ boomer, ma stiamo imparando a smanettare tra Facebook, Instagram e quello che verrà…
Presenterete il nuovo singolo durante tre date del celebre festival Irlanda in Festa. Che tipo di show avete preparato? Cosa è previsto in scaletta?
Irlanda in Festa è un appuntamento fisso ormai da anni. Uniremo l’amore per la musica tradizionale irlandese ai nostri vecchi cavalli di battaglia e alle nuove canzoni che faremo ascoltare in anteprima assoluta. Sarà come sempre una grande emozione e non vediamo l’ora di vedervi tutti quanti sotto il palco dei Folkabbestia a ballare e a cantare che si fa una festa!
