Articolo di Marzia Picciano
Gli Eugenio In Via Di Gioia sono una band possiamo dire ‘amena’ nel panorama musicale italiano. Sarà perché a mio personalissimo avviso, sono una formazione basata sul concetto di coralità. “Sì, il nostro pubblico, é davvero bravo a cantare,” ci scherzano su quando glielo dici. Bisogna spiegare che la mia idea di coralità viene proprio da quella del genere letterario. E no, non é perché ci sono quattro voci torinesi a cantare, quelle di Eugenio Cesaro, Emanuele Via, Paolo Di Gioia, Lorenzo Federici, unite dal 2012. Ma perché si impegnano a parlare, o meglio, cantare, e anche a fare (di loro non sono sfuggiti sicuramente i momenti di creatività che hanno raggiunto portata nazionale) qualcosa di comune.
Non si dica che non sia una una band prolifica. Sono già al quinto disco. Quello di cui parliamo con loro qualche giorno fa.
“Infatti comincio a sentire un po’ di fatica” scherza Emanuele. “No, non é vero. La fatica non c’é mai. Infatti non vediamo l’ora di fare il sesto” dice Eugenio. Nel mezzo, un tour che parte il 4 aprile. No, l’energia non manca.
L’Amore é Tutto, ultimo lavoro uscito questo venerdi 21 marzo con Carosello Records insime al team di Woodworm, é una buona scusa per affrontare questo aspetto. Non solo in quanto ultimo disco della band, un lavoro fatto di luci ed ombre, seppur costantemente immerso in un’aura di positività (non riesco a non essere speranzosa ascoltandolo). Del resto, puoi non essere positivo quando parli e pensi all’amore, a questa forza che ci porta avanti, nonostante tutto?
Gli Eugenio In Via Di Gioia dichiarano che a tre anni di distanza dal loro ultimo album, le dieci canzoni di L’Amore é Tutto oggi li rappresentano più di qualunque altro brano mai suonato prima.
Iniziamo da questa rappresentazione di loro e dell’umanità. E partendo dal singolo Buio, che ha anticipato il disco.
Per lanciare il singolo hanno collaborato con Canzoni al telefono, progetto fondato da Didie Caria, estimatore della band e fan della loro capacità di comunicarsi in modo sempre nuovo e fuori dagli schemi, che permette di cercare tra più di 250 cantanti iscritti alla piattaforma e scegliere, effettuando una donazione, la voce più adatta a consegnare la propria dedica, una canzone presente nel repertorio dell’artista che la canterà al telefono al destinatario del regalo.

Il pezzo é una costruzione circolare su un piano vorticoso che esplode in un climax che non é altro che l’amplificazione, insospettabilmente armoniosa, di un’ansia in crescendo. É anche amore, perche l’amore é tutto?
Ci risponde Eugenio. “L’amore è tutto… ed è anche questo, questa solitudine, é anche la solitudine. Non voglio fare un trattato, perché questo disco vuole, in qualche modo, affrontare e approfondire il tema anche del flusso di coscienza e delle emozioni. A differenza dei nostri precedenti album, abbiamo approfondito la straordinarietà della semplicità che, per quanto rimane leggera, speriamo almeno che non venga percepita e – per noi non è così – superficiale. Siamo andati all’essenza delle nostre canzoni.”
Proviamo a spiegare. “Provare a definire l’amore raccontandolo è un pó come provare a spiegare la musica. Non posso farlo. Non posso dirti, qui c’è un Do, qui c’è un Re Diesis, qui c’è un Mi Settima, ma… non lo sentirai mai. Quindi abbiamo provato a lasciarci andare all’esperienza. Allora l’esperienza ci ha fatto capire che l’amore effettivamente è in ogni singolo momento della nostra vita. L’amore rimarrà per sempre un punto interrogativo… e quindi non si può raccontare, spiegarlo vorrebbe dire ridurlo. Mi fermo perché sennò poi davvero sto cercando davvero di spiegarlo!”
No ecco poi diventa un cul de sac. E quindi tornando al singolo…
“Buio è sicuramente un aspetto difficile da accettare nella propria vita, perché si analizza, si affronta la solitudine data dalla tecnologia, dai tempi che corrono, dalla distanza… ma anche dentro questi momenti di buio, la luce arriva con col mantra, con la ricerca di un’armonia all’interno del silenzio, che spesso è assordante.”
Come si é arrivati, disco dopo disco, a L’Amore é Tutto? Come si colloca questo lavoro nella vostra storia?
“Rispetto agli inizi, questo disco è più Argh! e Lorenzo Federici, che sono i nostri primi lavori dove il teatro-canzone faceva da padrone, anche per una questione di contesto: noi avevamo iniziato suonando per strada quindi era quasi la modalità di linguaggio migliore per riuscire ad arrivare alle persone. Poi la nostra evoluzione nella ricerca artistica è passata dalla comunità, dal senso di appartenenza a una società nella quale volevamo ritrovare un incontro tra le persone, e quindi passando attraverso Natura Viva e Amore e Rivoluzione siamo arrivati con questo nostro quinto disco a L’Amore è Tutto.
Quindi, abbiamo tolto la rivoluzione, non perché non fosse importante, ma è come se l’amore la contenesse. Non esiste rivoluzione senza amore, ma una rivoluzione molto più intima e personale. Perché quello che c’è dentro l’Io, c’è nel mondo. Lo diciamo nell’ultima canzone che chiude il disco: tutto il mondo qui parla di te, ma tu non sai cosa cerchi. Perché questo te ovviamente è un io, e un noi, e un tutti. Tutto parla di me, di come io vedo il mondo, e nel frattempo sto guardando me. Le lenti con cui vedo il mondo parlano di me, raccontano chi sono. Molto più di quanto raccontino cos’è il mondo”.
Parlando di mondo, iniziate il disco con un pezzo che si chiama Un’Altra America. Una ballad appassionata introdotta da un crescendo marciato.
“Un’Altra America che può essere visto in tanti modi, con tante accezioni. Da Un’Altra America, diversa da quella che stiamo vivendo oggi, quindi concretamente l’America di cui parliamo può essere vista come il continente attuale, oppure come la metafora dell’America, cioè un nuovo mondo. Di una ricerca di qualcosa di molto lontano, pericoloso e strano, che però a un certo punto diventa così banale da diventare un modo di dire che esatto opposto: hai scoperto l’acqua calda, hai scoperto l’America! Per noi qui la banalità di cui parlavo prima, quella semplicità, in realtà nasconde l’essenza della meraviglia che è quella del bambino, che smette di cercare la conoscenza fine a se stessa, ma inizia a sentire le cose, a esperirle.”
Questi concetti li comunicate anche in un modo che é molto indicativo di quello che state affermando. Avete Torino, che é casa vostra, come enorme parco-giochi dove avete parlato di Terra, anche qui in un grande atto d’amore.
Su questo Paolo ci risponde dal futuro, quello dopo il pre-ascolto per cui sono stati organizzati e pensati assolutamente in linea con l’Eugenioinviadigioia-pensiero. Si tratta “dell’idea proprio di raccogliere i nostri fan in punti specifici, in Italia e in realtà anche nel mondo, perché ci sono arrivate richieste da tutto il mondo. Apriremo delle geolocalizzazioni, cioè delle circonferenze, dei cerchi specifici nelle città, dove le persone si potranno riunire, entrare dentro questo cerchio, ascoltare il disco in anteprima.”
Il tutto attraverso un sito apposito, un link sui social: al di fuori del cerchio non puoi ascoltare il disco.
“É l’idea di raccogliere i nostri fan o anche persone curiose e stare prendersi un momento, di relax, di tempo. Ecco un momento che ormai il mondo adesso è frenetico. Siamo tutti presi, abbiamo tutti tantissimi impegni, e quindi cosa succederebbe se ci prendessimo un momento per ascoltare un disco filato, un flusso di musica che dura appunto l’intero disco? Te lo puoi ascoltare filato da Tokyo, dove avverrà uno di questi pre-ascolti, a l’Australia, all’Italia tutta non Tutta l’Italia di Gabry ponte peró!” scherza.
Pochi giorni fa il luogo di pre-ascolto di Milano é stata la fermata metro – non a caso – Gioia. A Torino é stata piazza Carignano, il punto dove la band ha iniziato a suonare. Il punto di comunicazione é ritrovarsi – e se volete ritrovarli, é ancora possibile farlo il 26 marzo a Roma presso la Feltrinelli di Via Appia Nuova e il 27 marzo a Bologna nella Feltrinelli Ravegnana – Galleria Acquaderni (sempre dalle 18:00).

Continua Eugenio. “In un mondo che va in una corsa sfrenata e sembra che lo passi in frettissima, e non non ci sia modo di aggrapparsi a nulla, questo disco vuole essere anche un modo per rallentare. La nostra presa di coscienza è stata proprio questa, quella di conoscerci e dire: possiamo essere un pó più lenti. Possiamo anche chiedere alle persone che ci seguono di fare un passo un pó più più lento e di prendersi del tempo per assaporare le cose che accadono. Ecco che ritorna tutto il discorso dell’amore, di viversi il presente senza proiettare o al futuro, al passato, quello che accade.”
É incredibile quanto queste iniziative riescano a creare un coinvolgimento reale delle persone, da così tanti luoghi nel mondo poi.
“In tutti questi anni c’è sempre stato, in maniera spontanea questo coinvolgimento, sia nelle iniziative che abbiamo fatto, diciamo creative, dal vivo, di guardare una ad una le persone dopo i concerti, quando le incontriamo in giro e quindi si crea questo spontaneamente, questa coralità in cui, come dicevo prima, tutto il mondo parla di te. Scalando quello che è il nostro rapporto tra noi quattro, con le persone che vengono a sentirci, non è nulla di diverso da quello che avviene. Ci siamo resi conto veramente al quinto album che forse basta, less is more, bastava dire meno. Già le canzoni parlavano per noi, il nostro modo di stare al mondo racconta chi siamo molto di più di tutte le parole che possiamo inserirci”.
Difficile ridurre al minimo quando l’amore é tutto. Ma gli Eugenio In Via Di Gioia in qualche modo, lo fanno.
Queste le date de “L’amore è tutto – Club Tour 2025”, prodotto e organizzato da Magellano Concerti:
4 APRILE 2025 PERUGIA – AFTERLIFE
5 APRILE 2025 ROMA – ATLANTICO
7 APRILE 2025 MILANO – FABRIQUE
9 APRILE 2025 PADOVA – HALL
10 APRILE 2025 FIRENZE – VIPER THEATRE
16 APRILE 2025 BOLOGNA – ESTRAGON
17 APRILE 2025 TORINO – TEATRO CONCORDIA
20 MAGGIO 2025 NAPOLI – HEROES FESTIVAL (Casa della Musica Federico I)
Biglietti in vendita a questo link > https://tidd.ly/4iEhHRR
