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Interviste

Intervista a Frida Bollani Magoni. Quando la musica collega tutto l’universo.

Abbiamo incontrato la giovanissima Frida Bollani Magoni talento purissimo tra jazz e pop come ama definirsi. La passione per i Beatles e per Jacob Collier e una visione della musica dove i generi non sono una soluzione di continuità ma un ponte tra qui e l’iuniverso.

Frida Bollani & Albert eno, Festival della Bellezza, Anfiteatro del Vittoriale

Intervista di Serena Lotti | Foto di Fabio Benato

Come si potrebbe definire Frida Bollani Magoni? Ecco “bomba” mi sembrerebbe un termine azzeccato benchè sia poco elegante e al tempo stesso poco confacente all’aplomb di questa giovanissima donna dall’aspetto etereo e raffinato, elegante e dolcissimo. Ma questo è: uno scricciolo biondo che tracima energia e poesia insieme. Un’artista dalla voce squillante e rotonda quando si diverte e che riesce a modulare repentinamente diventando intensa e profondissima quando mi racconta delle sue passioni e dei suoi sogni. Non l’ho incontrata dal vivo per questa intervista rilasciata a Rockon ma ascoltando le nostre registrazioni me la immagino scuotere quei suoi ricci ribelli e scarmigliati e sorridere riempendo di luce quel suo viso piccolo. Diciannove anni, figlia d’arte (il papà è il pianista e compositore Stefano Bollani e la mamma la cantante Petra Magoni), Frida ha iniziato a studiare pianoforte e canto fin da piccolissima, sviluppando quello si chiama “orecchio assoluto”, niente poco di meno che la rarissima capacità di identificare l’altezza assoluta di un suono senza l’ausilio di uno strumento di riferimento. Dote che avevano tra gli altri Beethoven, Bach, Mozart, Jimi Hendrix e Frank Sinatra. Insomma, personcine. Come si dice però la natura dà, la natura toglie ma soprattutto ci insegna come costruire una convivenza felice coi noi stessi nel segno della ricerca del bene assoluto, di un’armonia superiore. Frida lo ha imparato molto presto, ipovedente dalla nascita, ha sviluppato per contro un talento musicale eccezionale, fuori dal comune. Quel senso che non ha potuto svilupparsi è come se fosse andato a realizzarsi dentro un altro mondo, quello della musica, del sentire. E dentro quel creato di note e armonie, di suoni e consonanze Frida vede tutto perfettamente, nitidamente. Dal palco del teatro Ariston di Sanremo nel 2019 insieme alla mamma per un duo, Frida ha raccolto successi dopo successi. Si è esibita in apertura agli Special Olympics nel 2018 davanti a 10.000 persone, ha lavorato in teatro per “The Adventures of Peter Pan” e “Jesus Christ meets the Orchestra ” fino ad arrivare a suonare al Quirinale di fronte a Mattarella. Arriva così il grande successo di critica e pubblico, arrivano palchi prestigiosi in Italia e all’estero e con essi continui sold out. All’attivo anche un primo album dal titolo “Primo Tour” che ora sta promuovendo in giro per l’Italia, insieme al cantatutore Albert Eno che la accompagna (che abbiamo intervistato qualche giorno fa) e con il quale reinterpreta una versione raffinata di “Come As You Are”.

Frida Bollani & Albert Eno, Festival della Bellezza, Anfiteatro del Vittoriale

Frida, è un piacere conoscerti! Hai un repertorio che spazia moltissimo. Il tuo primo disco “Primo Tour” è un viaggio dentro la tua vita, una raccolta dei brani più suonati durante i tuoi concerti. C’è Britney Spears, Battiato, Sting, Lucio Dalla, Ariana Grande, Leonard Cohen. Ci vuoi raccontare perchè hai scelto di portare sul tuo palco la musica di questi artisti anche così diversi tra loro?

Ho scelto di portare sul palco un repertorio così vasto e così diverso perché in realtà, per quanto mi riguarda, non credo molto nell’esistenza di generi musicali diversi e definiti tra loro. Io tendo un pò a mescolare tutto quello che mi piace: cantanti, autori e canzoni che amo vengono trasformate secondo il  stile, uno stile tutto mio ma dove riesco a suonare tutti questi brani così diversi tra loro, per periodi storici, per lingue diverse…come fossero una cosa sola. Si spazia tra elementi diversi ma il filone resta ben solido: ed è il mio sentire, il mio modo di interpretarli. Cerco creare un sound che non sia troppo banale ma non sia neanche troppo complicato. Per dirla più chiaramente…per la scena musicale pop potrei essere un pò jazz ma per i jazzisti potrei essere un pò pop…quindi questo è quello che cerco di fare: posizionarmi dentro questa via di mezzo che sembra molto semplice, ma non lo è affatto.

Faccio anche a te la stessa domanda che ho fatto ad Albert (poi mi dirai come è stato lavorare con lui?) Come as You are, Kurt Cobain urla il diritto all’autodeterminazione, alla totale indipendenza. Cosa racconta invece la tua personale versione di “Come as You are” ?

Conoscere e lavorare con Albert Eno è una delle cose di cui sono più grata alla musica: è un artista fantastico, dalla presenza scenica incredibile. Mi arriva tantissimo e mi emoziona, ha questa abilità di prendere un brano famoso, e stravolgerlo completamente dal punto di vista armonico ma senza sottrarne il significato. Lui è capace a trasformarle in versioni dark e a trasferire il suo personalissimo stile. Ecco io faccio un pò la stessa cosa: prendo canzoni di repertori diversi e le trasformo con il mio stile.  Io e Albert Eno ci troviamo molto bene a suonare insieme (lo facciamo già da due anni): lui mi ricorda quanto è bello stare sul palco, condividerlo, sperimentare e suonare con altri. Posso dire anche che Albert mi ricarica? (Ride) Noi diciamo sempre yeah tutte le volte che facciamo un concerto, quando il pubblico esce dal teatro diciamo yeah yeah. Insomma è il nostro mantra di ricarica!

Frida Bollani & Albert eno, Festival della Bellezza, Anfiteatro del Vittoriale

Come è iniziata questa collaborazione?

Sai che io e Albert ci scrivevamo su Instagram in inglese? Non avevamo capito di essere tutti e due italiani. Lui apriva i concerti in Belgio di Charlie Winston ed io pensavo fosse belga: dopo un pò di messaggi un giorno scopriamo di essere entrambi italiani: proprio quel giorno usciva Come As You Are. Lui me la mandò dicendo: “Questa te la dedico. Sii sempre te stessa”. Proprio quella fu per me una giornata storica; Albert non sapeva che io sarei andata a Via dei Matti n°0 (NDR Frida quel giorno debutta in televisione in una storica puntata di Via dei Matti n°0 insieme al papà Stefano Bollani e a sua moglie Valentina Cenniche), non sapeva nemmeno che fossi figlia di Bollani e di Petra Magoni. Quel giorno per me storico ricevetti la sua dedica: per me fu ancora più importante considerando la giornata che mi aspettava, una data che ebbe un impatto importantissimo sulla mia vita e sulla mia carriera musicale. Quindi ecco perchè sono tanto legata a quel pezzo e perche sono così orgogliosa del fatto che poi io e Albert ne abbiamo fatto una nostra versione.

La tua definizione di arte e musica spiegata agli under 20?

La parola arte è una parola immensa: racchiude tantissime cose diverse. Per me l’arte, la musica nello specifico, parla un linguaggio universale perchè è comprensibile e accessibile a tutti. Immagina di eliminare la lingua in cui viene cantata una canzone e prenderne la semplice melodia: quella diventerà immediatamente comprensibile a tutti e interpretabile secondo il sentire di ognuno di noi ed è questo il bello, è il motivo per cui ognuno di noi ha dei gusti musicali diversi perché noi ascoltiamo quello che ci fa star bene in quel particolare momento.

Dopo Albert, oggi con chi vorresti fare un feat e perchè?

Un artista che stimo tantissimo è Charlie Winston (di cui Albert ha aperto i live in Belgio). Charlie costruisce sonorità molto ricercate, musiche bellissime e testi con una profondità ed un significato importante. La mia canzone preferita si chiama The Great Conversation, qui lui arriva a scrivere una lettera a Beethoven e si scusa per come il mondo della musica di oggi sta andando…è veramente un artista con cui mi piacerebbe collaborare e spero presto. Lui sa che esisto, sia perchè ho fatto delle cover dei suoi pezzi, sia per la collaborazione che lega me ed Albert (che ci siamo conosciuti e suoniamo insieme grazie a lui). Sapete che Charlie ha una sorella cantautrice? Eh si ed è anche una mia carissima amica, si chiama Vashti Anna. Insomma immagino che sia bello per lui sapere che delle collaborazioni musicali si sono create grazie a lui ed alla sua musica.  Mi ripeto, sono grata alla musica per avermi fatto conoscere tutti questi artisti fantastici: la musica collega il mondo, l’universo e le persone.  

Un altro artista con cui mi piacerebbe tantissimo collaborare è Jacob Collier, un artista veramente geniale. Jacob se leggi questa intervista chiamami e facciamo qualcosa insieme! Lavorare con Collier sarebbe un’esperienza da cui io imparererei tantissimo, nonostante lui sia molto giovane è in grado di suonare tutti gli strumenti, è un musicista che dedica allo studio e alla ricerca moltissimo tempo e risorse. Noi artisti dovremmo fare tutti così. Collier fa un genere abbastanza pop che arriva ai giovani e che rimane in testa grazie a ritornelli orecchiabili è vero, ma stiamo parlando di creazioni molto ricercate con sonorità particolarissime e che spaziano tra generi diversi. I suoi ultimi pezzi ad esempio suonano molto rock e heavy grazie alla chitarra elettrica mentre prima le produzioni erano molto concentrate sul pianoforte, sull’elettronica. Lui sta proprio facendo quello che dovremmo fare tutti: sperimentare.

Frida Bollani & Albert eno, Festival della Bellezza, Anfiteatro del Vittoriale

Consigli 3 dischi ai lettori di Rockon?

Il primo disco è “Dark’n’Stormy” di Albert Eno. Io voglio essere di supporto ai miei colleghi per cui ascoltate questo disco. Si tratta di un lavoro veramente interessante, intimo e dagli arrangiamenti semplici di chitarra e voce con pochissima post produzione.

Il secondo disco è “In My Room” di Jacob Collier, il suo vero capolavoro. Il primo disco prende il titolo dalla canzone dei Beach Boys (che tra l’altro ho iniziato a suonare dal vivo utilizzando la tecnologia vocale per quintuplicare la mia voce. Per l’esattezza diventiamo un 5 coro di Fride e Fridi come lo chiamo io…) Lo sai tra l’altro che è un disco registrato in una stanza? Una sola persona, in una stanza che suona tutti gli strumenti e ci canta sopra. Ascoltatelo.

Il terzo disco è “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles. Io sono una grandissima fan dei Beatles e adoro cantare le loro canzoni, pensa che ho anche fatto degli eventi sui Beatles raccontando la loro storia ed esibendomi in cover insieme ad altri artisti. Stiamo parlando della band più importante della storia del rock, grazie a loro sono nati molti generi musicali, sono stati fonte di ispirazione per tantissimi artisti e molta della musica che è ascoltiamo ora è in debito con loro. Molti di noi devono ai Beatles la loro principale ispirazione musicale.

Le prossime date del tour saranno:

22.12.23 – MODIGLIANA (FC) – TEATRO DEI SOZOFILI

06.01.24 – FASANO (BR) – TEATRO KENNEDY

07.01.24 – LECCE – TEATRO APOLLO

12.01.24 – CASALECCHIO (BO) – TEATRO L. BETTI. Feat. Albert Eno

27.01.24 – MESSINA – AUDITORIUM PALACULTURA ANTONELLO

29.01.24 – PALERMO – TEATRO POLITEAMA GARIBALDI

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Milanese, soffro di disordini musicali e morbosità compulsiva verso qualsiasi forma artistica. Cerco insieme il contrasto e il suo opposto e sono attratta da tutto quello che ha in se follia e inquietudine. Incredibilmente entusiasta della vita, con quell’attitudine schizofrenica che mi contraddistingue, amo le persone, ascoltare storie e cercare la via verso l’infinito, ma senza esagerare. In fondo un grande uomo una volta ha detto “Ognuno ha l’infinito che si merita”.

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