Videointervista di Marzia Picciano e Andrea Ripamonti
Una settimana fa ascoltavamo il live dei DITZ, ovvero la band formatasi a Brighton nel 2016 e formata da Cal Francis, Caleb Remnant, Anton Mocock, Jack Looker e Sam Evans, all’Arci Bellezza di Milano, dove avevano segnato un sold out per la tappa di promozione del loro nuovo (secondo) disco, Never Exhale. E non solo vi abbiamo raccontato come é andata nelle parole di Simona Ventrella e le foto di Andrea Ripamonti: li abbiamo anche videointervistati.
Never Exhale – mai (re)spirare é non solo il titolo, quasi naturale, del loro ultimo lavoro, ma un mantra, uno stile di vita dell’ultimo anno e mezzo, in cui Cal e soci davvero non si sono mai fermati. Non si sono concessi di fermarsi.
Suonare, fare musica, puó sembrare complesso, ma a volte é solo questione di corretto indirizzamento di un enorme, inarrestabile flusso creativo.
Guarda la video-intervista ai DITZ
Così é stato per i DITZ, che nel mezzo del loro tour si sono trovati a riprendere i mano pezzi scritti e già performati in una delle centinaia di performance svolte in tutta Europa, da soli o nel tour con gli IDLES dell’anno scorso (sono stati band di supporto, e già dall’Alcatraz capivamo che erano fatti di una pasta tutta loro e validissima), metterli insieme, registrarli, farne altri. Naturale si, ma anche devastante.
Una routine dove ti trovi ad andare, e chi sa dove? Emblematica l’opening track della Volvo che li ha accompagnati in questo viaggio che é sembrato a tratti una discesa agli inferi, come lascia intuire Taximan, primo singolo estratto dal disco e per Caleb pezzo emblematico del disco. Un girone infernale che si risolve in The Body As Structure, forse tra i pezzi più melodici del disco e Britney, closing track che lascia un sapore alla Mogwai nel cuore.
Una sola certezza si staglia con sempre maggiore violenza davanti ai nostri occhi (o meglio, alle nostre orecchie): il punk noise che avvolge l’intera produzione DITZ, raffinata al massimo in questo ultimo sforzo grazie ai testi di Caleb (che poi, non sarà l’ultimo ancora per molto, lo stakanovismo dei DITZ é una spirale di creatività autoavvitante e va verso l’essenza) vanno a minare le certezze di tutti noi che ascoltiamo, con ghigno sadico e una coscienza mortale e un pó di sano orrore conradiano che diciamolo, serve a far morire tutti gli dei che riteniamo necessari.
Quello dei DITZ non é un tour. Quello che hanno messo dentro Never Exhale é il dilemma di un Odisseo che non riesce a voler davvero tornare a casa. Ma qui si puó dire che ció che non ti uccide, ti fortifica?
Per saperlo basta ascoltare e vedere la nostra video intervista dell’ultima cena di RockOn con i DITZ.
Non temete. Al di là dell’essenziale, diciamo anche un sacco di cavolate.
Si ringrazia Enzo Lorenzi dell’opportunità!
