Ho sempre considerato gli anni ’80 come il decennio che ci ha fottuti alla grande, dal punto di vista etico almeno: gli anni del consumismo becero, del benessere fittizio e degli ideali sbagliati. Altrettanto inquietante è la nostalgia per quella felicità plasticosa e color fluo. Tutto falso e malsano. Tipo Jerry Calà talmente fatto da pensare che fosse una buona idea tradire Mara Venier il giorno delle loro nozze, per fare un esempio. Conservatorismo e fango nascosto sotto ai tappeti. Che spasso!
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D’altro canto però non li ho vissuti, quindi che ne posso sapere? Il Pennello, il Grifo, Puddu e Lele invece ci sono dentro fino al collo. Si preparano ad affrontare l’ultimo anno di liceo a suon di canne, gite, occupazioni, puttan tour, jeans giusti e jeans sbagliati e pischelle che non si capisce se ci stanno oppure no. Avete presente Vaporidis in Notte prima degli esami? Perfetto. Appena, appena più sfaccettato. In tutto questo sono accompagnati da una playlist bella importante: Jimi Hendrix, Rolling Stones, U2, David Bowie ma anche Lucio Battisti, Lucio Dalla, Antonello Venditti, Pino Daniele e Vasco Rossi.
Sullo sfondo la Roma del maschio diciottenne medio, fatta di baretti e di locali in cui non si riesce ad entrare. Uno su tutti: il Piper. Quindi ci si deve arrangiare, si deve portare a casa la serata. Pagina dopo pagina i quattro sembrano inventarsi ogni volta una maniera per campare, di aria fritta, come è sempre a quell’età. Com’era soprattutto allora, quando per chiamare la ragazza che ti piaceva dovevi trovare il fegato di telefonare a casa e affrontare il padre.
Scoprono delle grandi passioni ma con distacco, quasi superficialità, dato che è sempre importante salvare la faccia. Se non ricordo male l’adolescenza è l’esatto opposto, no? Devi salvare la faccia, vero, nonostante il terrore affiancato al brivido, la fine del mondo ogni cinque minuti, un’incazzatura perenne condita da gesti di una tenerezza immane dato che si è dei bambini che giocano a fare gli adulti, dato che è un giro di prova e come tale non si sa bene che esiti possa avere. Però nel momento in cui scopri qualcosa che ti piace davvero ti ci butti a capofitto, con un entusiasmo che difficilmente tornerà a farsi vivo in età adulta.
I tempi erano diversi, ma la musica, la scrittura, la politica sono cose che si suppone aiutino a sentirsi meno incompleti, meno complicati. Sono gli strumenti che ognuno deve cercarsi quando sta annaspando. Gli eroi di questa storia non sembrano annaspare, non abbastanza. Non stanno bene e non stanno male, stanno “medio”, tanto per citare Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Lì la risposta “Medio” pesava come un macigno. Invece questo romanzo di formazione è pieno di pannelli di plexiglass che separano tra loro i personaggi e i personaggi dal lettore.
Riempirei volentieri svariate pagine sul modo in cui si pongono nei confronti delle ragazze, che sono imprevedibili e quindi un problema. Anche il maschio beta pretende le stesse identiche cose dell’alfa e in un momento di brutale onestà una di loro svela proprio questo sordido segretuccio: non esiste reciprocità, non esiste empatia. Questi cantieri di uomini competono, parlano, entrano in conflitto, a volte sono capaci di un gesto impulsivo ma mancano di autentico coraggio ed è un vero peccato.
Probabilmente è proprio questa imperfezione che li ha resi simpatici agli occhi dei lettori di Bookabook, che dopo aver letto l’anteprima hanno deciso di premiare il manoscritto e renderne possibile la pubblicazione.
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Dalla playlist piena di pietre miliari pesco cinque canzoni, che secondo me descrivono al meglio le storie dei personaggi e che in alcuni episodi si dimostrano essere il motore del romanzo:
Hey Joe, Jimi Hendrix
Heroes, David Bowie
With Or Without You, U2
The Secret Marriage, Sting
Una Splendida Giornata, Vasco Rossi
