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I 5 brani preferiti di Bastiano

Disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali il nuovo album, il primo full length, di Bastiano, alter ego musicale di Luca Bastianello. Un importante capitolo che valorizza ciò che viene catalogato come difetto, lo stesso che ci rende unici in un mondo dove si rincorre la perfezione.

Questa è la prima riflessione nata dalla copertina che rappresenta il nuovo disco di Bastiano “Punti che si uniscono”, una metafora che ci porta a cambiare direzione in base alle scelte che prendiamo. Raccoglie in sé un invito al dialogo, per avvicinarsi con garbo laddove c’è motivo di confronto. Il titolo prende spunto da una manciata di parole presenti in uno degli otto brani racchiusi nell’album. La scelta è dettata dalla necessità di lasciare da parte ogni forma di ripensamento per evitare che quel sassolino nella scarpa diventi pietra.

Noi eravamo conoscerlo meglio, e non abbiamo esitato a chiedergli i suoi cinque brani preferiti. 

R.E.M. – You 

Monster é il primo album che ho comprato perché mia sorella ascoltava sempre i R.E.M. Avrò avuto 15/16 anni quando iniziai a prendere in mano il vocabolario per capire di che parlava Michael Stipe.

L’ultimo della tracklist si chiama “You” e sembrava non finisse mai. Il testo gioca su parole che a quell’età non sapevo dare un senso e questa cosa mi mandava fuori, ascoltavo la musica e mi chiedevo perché riuscisse ad entrarmi così dentro.

Balletto di Bronzo – Neve calda

Quando ho iniziato ad avvicinarmi al basso elettrico andavo ad orecchio e passavo i pomeriggi ad ascoltare gruppi prog italiani.

Così ho conosciuto il Balletto di Bronzo assieme alla mia prima band e diventarono subito il nostro punto di riferimento. Neve calda è un brano che fa parte del loro primo disco, romantico ed esplosivo. Un sound bello rock in pieno stile ‘70 che strizzava l’occhio ai Led Zeppelin ma cantato in italiano

Marlene Kuntz – Sonica 

C’è stato un periodo in cui ascoltavo Catartica almeno un paio di volte al giorno. Frequentavo i centri sociali e quell’aria fumosa e pesante iniziava a farmi conoscere la musica dal vivo.

Poi li ho visti sul palco e quando è partita Sonica qualcosa ha iniziato a bollirmi dentro. Erano rumori che non avevo mai preso in faccia, spaesato e curioso di capire come si facesse a suonare in una band. 

Marta sui tubi – Muscoli e dei 

Un intreccio di parole e melodie distanti da quello che ascoltavo. Lo stile unico del chitarrista assieme a Gulino sono fonte di rara ispirazione. Frasi veloci alternate a metafore che arricchiscono un linguaggio poetico, ironico, contemporaneo che sprona la mente ad interrogarsi.

È quello che ho provato ascoltando il loro primo “Muscoli e dei”. Qui vale la pena buttarlo giù tutto d’un fiato e magari poi un’altra volta perché c’è così tanta roba dentro che vale la pena fermarsi.

Mark Lanegan – One Hundred Days

Quella voce che squarcia il silenzio, piena di sofferenza e desiderosa di lasciarsi andare senza pensare al giorno dopo. One Hundred Days è il brano che mi rapisce ogni volta che lo sento.

Delicato e struggente come la distanza che ci separa. Solo lui sapeva cosa portava quella nave.. Uno stile che mi ha affascinato fin da quando collaborava con i QOTSA, solo poi ho iniziato a conoscere gli Screaming Trees. 

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