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RockOn Love: Serge Gainsbourg, Brigitte Bardot e Jane Birkin

«Il triangolo no, non l’avevo considerato», cantava Renato Zero.
Se nella scorsa puntata vi abbiamo parlato di un colpo di fulmine (clicca qui), adesso è il turno di due storie in una: quella di una passione travolgente finita male dalla quale è nata una delle coppie più iconiche degli anni ’70.
L’amore carnale e l’amore spirituale: le due donne di Serge Gainsbourg, da Brigitte Bardot a Jane Birkin.

Francia, 1968: stanno per iniziare le riprese del film “Slogan” per la regia di Pierre Grimblat e gli interpreti principali sono Serge Gainsbourg e Jane Birkin.
Serge ha da poco archiviato una relazione molto breve ma importante con la seducente Brigitte Bardot; Jane è appena arrivata dall’Inghilterra e cavalca l’onda delle attenzioni suscitate dal suo topless in “Blow Up”, il film di Antonioni.
Prima di raccontare l’amore durato più o meno un decennio tra Gainsbourg e la Birkin è necessario sapere quanto accadde prima tra lui e la Bardot: 90 giorni di amore folle dai risvolti emotivamente devastanti.

Serge e Brigitte si incontrano la prima volta solo pochi mesi prima, nell’ottobre del ’67, in uno studio di registrazione a Parigi.
A lui, il più amato compositore e cantautore dell’epoca, viene chiesto di scrivere dei brani per lei, già affermata e con una solida carriera alle spalle.
Basta uno sguardo ed il “danno” è fatto: il trasporto è immediato al punto che, già al termine della prima giornata di lavoro, escono insieme.
Da una cena romantica ad una prima nottata chiusi in camera da letto il passo è breve.
Il fuoco ardente di questa incontrollabile passione ha però fatto scordare ai due alcuni piccoli ma significativi dettagli: i rispettivi coniugi.

Sia Serge che Brigitte sono infatti sposati: lui è da tempo schiavo di un rapporto troppo possessivo; lei è legata ad uno degli uomini più ricchi del pianeta.
Senza pensarci due volte, Serge, innamorato come non mai, lascia subito la moglie; Brigitte, invece, dal marito prende solo le distanze e vive la storia cercando di non dare troppo nell’occhio.

Il rapporto con la Bardot è fonte per Gainsbourg di una nuova linfa a livello creativo ed è proprio lei ad avanzare una richiesta, quasi una provocazione: «scrivimi la canzone d’amore più bella del mondo».
Il risultato è quel ‘Je t’aime… moi non plus‘ che tutti conosciamo: un brano che celebra l’amore (fisico) della coppia.
Il testo già di per sé è forte, ma come se non bastasse dobbiamo fare i conti con la sua interpretazione.
Je t’aime… moi non plus‘ non è propriamente quel che possiamo definire un “brano cantato”, è più un pezzo vissuto.
Vissuto al punto che per renderlo credibile all’ascolto nello studio di registrazione Brigitte si abbandona alle mani di Serge – parafrasando un altro brano, “oltre i gemiti c’è di più”: un orgasmo inciso su nastro.

Tutto è pronto per l’uscita ufficiale del progetto ma se fino a quel momento era rimasto in silenzio, a dire la sua interviene Gunther Sachs, marito della Bardot.
Già paziente nei confronti della situazione non vuole passare per fesso agli occhi (e le orecchie) del mondo.
Timorosa di perdere il marito e impaurta dalle conseguenze, Brigitte chiede quindi al suo amante di non far uscire quel singolo.
Per Serge è un duro colpo ma, ancora una volta, esegue la volontà della sua amata.
Oltre il danno non ci vuole molto per subire anche la beffa: è questione di giorni, e la Bardot torna a capo chino dal marito mettendo la parola fine alla parentesi con Gainsbourg (il matrimonio con Sachs terminerà poi ufficialmente nel 1969).

Serge esce da questa breve relazione affranto e svuotato.
La rapidità con la quale Brigitte è tornata dal marito lo fa dubitare sulla forza del loro rapporto e questo pensiero diventa per lui un tormento.
La reazione che ne deriva è una totale diffidenza nei confronti delle donne, che nel suo immaginario deluso passano dall’essere muse a meri oggetti di piacere.

Questo è il Serge che nella primavera del ’68 incontra Jane durante le riprese di “Slogan”: un uomo distaccato e disilluso.
L’inizio tra i due è dei peggiori, con ostilità e antipatie dentro e fuori dal set.
Jane lo reputa “poco bello”, ma a parte l’impatto estetico (Serge non è quel che si può definire un adone) non capisce, non sa spiegare l’astio che lui le vomita addosso.
Liti, malumori, discussioni anche per i dettagli più futili: Pierre Grimblat, il regista, non sa più come arginare la situazione e le riprese rischiano di essere compromesse se qualcosa non cambia.

Per cercare di sanare il rapporto tra i due organizza una cena a tre, ma lui già sa sin dall’inizio che non vi prenderà parte.
L’intento è lasciare soli Serge e Jane con una scusa, per costringerli a passare del tempo insieme e trovare una soluzione pacifica.
Può una serata cambiare la vita di due persone?
Pare di sì, perché da quella cena tutto cambia, tutto si illumina.

Jane è giovane e a far colpo su Serge è la sua freschezza: senza più scusanti, non può far altro che arrendersi davanti alla bella inglese.
La realtà è che lei lo aveva colpito sin dal primo istante, a renderlo scontroso e diffidente nei confronti di Jane è stata la paura: quella di essere nuovamente un passatempo e di restare solo e ferito per colpa del troppo amore.

Il sesso arriva solo al terzo appuntamento, all’epoca Serge già combatte contro il demone degli eccessi – l’alcool – e le prime notti si addormenta a letto “senza concludere”.
Quella cena insieme, tuttavia, sarà per loro la prima tappa di un decennio che li vedrà uniti nel privato tanto quanto nella vita lavorativa e che li porterà ad essere “la coppia più scandalosa degli anni Settanta”.
Non tanto per la differenza d’età quanto per l’uscita di quel ‘Je t’aime…moi non plus’ che Serge pubblica, nel febbraio del ’69, duettando con Jane.
La Bardot, ormai, è solo un ricordo per il cantautore e anni dopo alla stampa dichiarerà «Quando ho sentito casualmente il brano alla radio mi sono sentita morire».
Gelosia nei confronti di Jane?
Oppure la consapevolezza che, sebbene cantato da un’altra, lo scandalo che nascondeva il brano sarebbe uscito allo scoperto?

Descrizioni di corpi nudi, un amplesso, gemiti e sussurri: il pezzo non fa in tempo ad uscire che la Francia lo censura.
Il successo è immediato, come tutte le cose proibite attira la curiosità della gente e i paparazzi fanno a gara per immortalare la coppia BirkinGainsbourg e seguirla ovunque.
Dalla loro unione nasce una figlia, Charlotte, ma questo non basta a tenerli legati: la necessità di eccedere di Serge mal si sposa con il desiderio di normalità di una Jane stanca di combattere con il lato oscuro del proprio compagno, perso nei vizi e nelle dipendenze.

Nonostante il rapporto ormai concluso, negli anni Ottanta ad unirli resta loro la carriera: continueranno a collaborare, Serge scriverà per Jane le canzoni più belle e profonde di sempre sino alla morte di lui, nel ’91.

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