Moda e musica sono legate in modo indissolubile: a seconda del periodo storico, l’estetica è stata, di più o di meno, un elemento imprescindibile nella figura dell’artista, e ne ha arricchito da sempre la personalità. Un tocco di classe, un elemento distintivo, una linea di eyeliner, un ciuffo colorato: ogni epoca ha avuto uno o più elementi che hanno condizionato il modo di vestire e di pensare delle loro generazioni, e dei loro fan, e mai connubio è stato più felice come questo.
Due arti complementari e agli antipodi, che quando si uniscono felicemente, vanno a creare quella che è un’armoniosa sinestesia, in cui udito e vista si stuzzicano a vicenda traendo piena linfa vitale.
Artisti come The Beatles, David Bowie, Amy Winehouse, Madonna o Lady Gaga hanno creato una vera e propria estetica parallela e complementare alla loro dimensione musicale, sviluppando un progetto artistico arricchito e studiato a 360°, esprimendo la propria creatività e il proprio essere in tutte le direzioni possibili e consentitegli.
Se negli anni ’60 e ’70 il ruolo estetico della musica era ancora una cosa da pionieri, e relegata, più che altro, all’espressione di un estro particolarmente artistico, è negli anni ’80 che l’importanza dell’elemento visivo prende forza nel mondo musicale. L’usanza di corredare le uscite musicali a videoclip più o meno studiati rende esplicita la relazione tra estetica e suono. Questa novità portò preoccupazione in alcuni artisti, tanto da esorcizzarne la paura nei propri brani (Video Killed the Radio Star). Altri invece ne hanno fatto il proprio punto di forza, aprendo definitivamente le porte dell’estetica applicata alla musica negli anni ’80 e ’90.
Oggi il connubio attraversa un periodo felice e ne vede amplificati gli effetti grazie alla preponderante importanza che attribuisce la nostra società all’immagine. Basterebbe pensare al Festival di Sanremo, la cui 72° edizione si è conclusa da poco, per comprendere l’occhio attento che riserva la musica allo stile. Un vero connubio di colori e sperimentazioni: da artisti come Achille Lauro, che – più nelle edizioni passate che nell’ultima – ha fatto della propria immagine la protagonista del palco dell’Ariston, fino a La Rappresentante di Lista, duo eclettico ed estroverso, in cui voce di Veronica ben si sposa alla poliedricità e mutevolezza del suo aspetto estetico.
Non solo Sanremo: nella scena musicale del momento, in Italia, ci sono artiste che stanno facendo del proprio look un fatto serio. Tra queste Elasi, Shari, Beatrice Dellacasa ed Elisabetta Ivankovich: figure eterogenee, per le quali l’outfit non è solo un elemento accessorio.
Le artiste, in occasione del lancio della collezione Spring Summer 22 Limited Edition di King Kong, hanno partecipato a #KingKongOnRec, un progetto che unisce musica, moda e creatività, per il quale sono state coinvolte per una serie di interviste – Talking Pills – in cui raccontano il legame, nella propria arte, tra stile e musica.
In una location storica come gli studi di registrazione Fonoprint a Bologna, queste quattro voci del panorama italiano si sono raccontate a Futura 1993, indossando i nuovi capi della collezione appena lanciata dal brand. Spontaneità, naturalezza, determinazione e ricerca: sono i segnali trasmessi dalle parole delle artiste, le cui anime musicali si riflettono nei tratti estetici così studiati e poco lasciati al caso. È bello vedere come le loro poliedricità si siano contraddistinte e formate: tutte e quattro nascondo un diverso modo di approcciarsi all’estetica e di indagare lo stile.
Le quattro artiste insieme formano un quadro in cui contrasti e armonie si legano incastrandosi insieme: sperimentale e avanguardistico è il look di Elasi, i suoni della sua musica riflettono viaggi lontani ed esotici, allo stesso tempo nello stile si fa guidare da una curiosità attenta a influenze e scoperte provenienti da tutto il mondo. Elisabetta Ivankovich, dopo un’esperienza ad Amici, trasmette voglia di mettersi in gioco con uno stile romantico e dolce. Beatrice Dellacasa è sicura, accurata e raffinata: come nei suoi brani, anche nei look riflette influenze legate al mondo jazz, soul e RnB, dei quali fa suoi l’eleganza e la dolce e romantica malinconia. Shari, artista che sta conquistando la scena urban italiana, prodotta e sostenuta da Salmo – con il quale canta in L’angelo caduto – nasconde un’anima rock su note decise e un timbro vocalico angelico; nello stesso modo il suo stile oscilla tra queste due tendenze, ritrovando una perfetta sintesi tra audacia e delicatezza.
Cosa comunica la scelta di King Kong, come quella di altri brand, di coinvolgere giovani artiste per il lancio delle nuove collezioni? Un occhio attento a questi progetti rivela il forte potenziale di cui abbiamo parlato, e che si nasconde in questo mix, nel quale due arti toccano punte sensoriali opposte e complementari come l’udito e la vista. La capacità di veicolare un messaggio, di rappresentarlo e farlo proprio grazie alla magia della propria musica: questa è la potenzialità comunicativa dietro questo connubio tra arte e stile, in particolare quando l’elemento estetico è connaturato ad un’identità e ben si sposa con il proprio essere. Non una campagna pubblicitaria fine a sé stessa, bensì un’operazione più complessa, in cui il risultato è un prodotto artistico, con una maggiore forza di influenza poiché profondamente legato ad una credibilità artistica e alla musica, non solo ad un’immagine visiva.
Chiara Grauso
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Gabriella Ramaroli
24/02/2022 at 23:13
Brava Chiara, bellissimo articolo, originale ed interessante.