Infecta Suoni & Affini/Face Like a Frog
Spiazzanti come sempre i senigalliesi Dadamatto pubblicano il loro terzo disco in continuità con quanto fatto finora, vale a dire assumendo un approccio dadaista e zappiano. L’attitudine del trio, infatti, continua ad essere quella della sperimentazione e sembra che sia terrorizzato dall’idea di essere collocato in un genere. I nove brani in scaletta sono tutti diversi l’uno dall’altro e spesso al loro interno ci sono diversi cambi di registro stilistico con testi surreali, introspettivi e in molti casi enigmatici. Prendiamo per esempio “Abbiam finito per perdere” intrisa di un nichilismo rassegnato con una base musicale raga, in totale controtendenza rispetto a “Scilla e Cariddi” che odora della nostalgia del funky-rap di circa vent’anni fa, ma le spruzzate di prog gli danno un aspetto spiazzante ed innovativo. Il brano più dada è sicuramente “Semaforo rosso” con un noise spezzettato e perennemente in discesa, che precede il valzer proletario de “Il netturbino”. Con “Anema e core” i Dadamatto si avvicinano per certi versi alle sonorità più in voga espresse negli ultimi anni da gruppi ed artisti della loro generazione (Mariposa su tutti) ed anche in questo dimostrano di essere geniali e spiazzanti, perché se nei primi due dischi non assomigliavano a nessuno con questo disco sono sembrano voler entrare in un filone, ma sono sicuro che anche questo sia uno scherzo.
Vittorio Lannutti
