Jestrai
Questo dei romani Electric Superfuzz è un esordio al fulmicotone. Il quartetto romano (due chitarre e due batterie) in dodici brani e poco meno di 38 minuti è riuscito a fare un compendio dell’evoluzione del blues che parte da Robert Johnson e arriva allo stoner dei Queens Of The Stone Age e Fu Manchu.
Il blues acido di cui sono intrisi questi brani è altamente infiammabile e, infatti, si incendiano subito, grazie ad un piglio rock-blues che non fa sconti a nessuno. Ascoltare per credere “Hurricane”, ad alta gradazione di stoner-blues vorticoso e alimentato da ritmiche rock’n’roll, ma anche gli avvitamenti delle chitarre intrecciate presenti in “Mad/Dead”.
In più occasioni vengono evocati i fasti del miglior hard rock a cavallo dei ’70 (“Big fat tree”, “Grandaddy’s fault”) e colpisce il cambio di passo presente in “Chimpanzee”, intriso di certa psichedelia pop sia degli anni ’60 che dei ’90. Un esordio da tenere d’occhio.
Vittorio Lannutti
