2015 – E1
Anime candide, tenetevi alla larga dai ringhi feroci degli High On Fire, selvaggi americani che con Luminiferous raggiungono quota sette della loro storia movimentata, delle loro folgori doom trash che piacciono da impazzire di chi, dell’headbanging, ne fa una ragione di vita e di sconquasso spirituale.
Nove brani che innestati tra trash metal, Motorhead e Venom, fuzz incazzatissimi, doppie padaliere svenate, Sabbath e Metallica, esplodono senza ritegno alcuno, una incazzatura di distorsori e urli cavernosi che sbattono l’ascoltatore incauto contro un wall of sound claustrofobico, regno di malignità estreme. Il trio al fulmicotone al comando di Matt Pike non ammette stati di calma, il loro è tutto un inferno elettrico che spacca da matti, chitarre galvanizzate e ritmiche a maglio che rimangono impresse come ustioni d’acido, del resto li chiamano “muriatric” tra gli aficionados e il che è già una espressione che incute riguardo e “brivido”.
Dicevamo nove tracce ottimamente “oltraggiose” che incollano – chiaramente i cultori – all’ascolto, una lava incandescente che nella epilettica sequenza di Carcosa, The sunless years e Slave the hive ha la propria punta massima di caos organizzato, ma che poi con The dark side of the compass e nella titletrack invade l’orecchio in tutta l’arroganza possibile. Menzione a parte per la stupenda introduzione di chitarra acustica in The cave, chitarra e melodia da compiacente stoner rock che ammorbidisce – ma di poco – il fuoco incrociato imbastito da questa formazione yankee.
Nel genere forse nulla di nuovo, ma il disco riesce a rendersi stimabile!
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