La band fiorentina dei Loren torna sulle scene musicali con un nuovo lavoro, pubblicato per Garrincha Dischi, intitolato Uniti: l’album, anticipato dall’omonimo singolo, fa seguito al disco d’esordio del gruppo uscito nel 2018. Questo secondo lavoro della band ruota attorno al concetto dell’unione che trova nella musica il mezzo perfetto di aggregazione, e restituisce importanza a tutto ciò che ci unisce e ci rende unici.
Musicalmente esplosivo e dirompente, il disco è ben strutturato nelle sue dieci tracce che lo rendono omogeneo e coerente con la produzione musicale del gruppo. Largo spazio alle collaborazioni che vedono la presenza di Nicola Manzan dei Bologna Violenta (archi su Il Temporale e Buio), il coro Gospel Vocal Blue Trains e la Galantara Marching Band (banda su Punto e Virgola) e la sperimentazione di diversi generi musicali: è proprio attraverso questo aspetto che i Loren vogliono sottolineare il senso di unione e di comunità del quale si parla nell’album. Si passa, infatti, da un genere prettamente indie pop, sino ad arrivare ad accenni di musica elettronica, rock e persino gospel. È proprio il coro gospel Vocal Blue Train che impreziosisce la parte finale della traccia di apertura del disco: Viva la Paura. Un titolo esplicativo che invita a liberarsi da tutte le paure, di rompere le barriere e ritrovarsi con gli altri dopo un lungo periodo che ci ha visti lontani. Le morbide sonorità del brano insieme alle voci del coro gospel, sottolineano questo invito rappresentando una rinascita e la gioia di ritrovarsi a fare le cose insieme ad altre persone.
Su questa scia si inserisce anche Buio che mostra dei lati oscuri anche nella musica, con piccoli accenni di sonorità elettroniche. Un brano, questo, che sembra quasi elogiare i momenti bui nei quali ci imbattiamo, dando loro, però, un’accezione positiva: questi momenti, infatti, non devono essere vissuti con paura perché è proprio dal buio che troviamo il coraggio di brillare e ritrovare la nostra luce. Anche nella title track Uniti sono presenti delle sonorità elettroniche che gli conferiscono un giusto ritmo; il brano inoltre racchiude in parte il concept del disco: è nello stare insieme che troviamo la giusta motivazione per andare avanti, anche quando sembra che abbiamo già raggiunto una sconfitta (“Uniti per resistere diamo il massimo quando per gli altri, non possiamo più“).
Insieme alla paura, è l’amore il tema che domina nella maggior parte del disco, come Punto e Virgola in cui si parla di una storia d’amore che, nonostante le incomprensioni non può finire, così come il punto e virgola in una frase spezzano un discorso ma non lo concludono. E ancora un amore che incanta e stupisce, che lascia senza parole “come un turista guarda per la prima volta Firenze” e che ti coinvolge ogni giorno, nonostante le difficoltà, è un po’ come un’opera d’arte. Il brano, infatti, s’intitola Stendhal e non può che fare riferimento all’omonima sindrome (sindrome di Stendhal, appunto) che descrive quel forte senso di smarrimento che colpisce coloro che si trovano davanti ad opere d’arte di straordinaria bellezza. Spazio anche alle rock ballad come Centomilascuse ed Il tuo Animale Preferito dove gli attriti di una storia d’amore non sono motivo di rottura bensì la ragione per riprendere in mano una storia e ricominciare, ancora una volta, mettendo da parte tutti gli errori: “c’è a chi non basta una vita, ma a noi ci basta un minuto per guardarci e cominciare un’altra volta tutto da capo.”
Avete presente il silenzio surreale che si respira nelle strade quando c’è una competizione sportiva e tutti sono a casa incollati davanti ad un televisore? In Mondiali FDC questo scenario diventa un brano. Si percepisce quasi lo stupore nel testo, che è incentrato sull’inesorabile cambiamento delle persone e delle situazioni. E infatti, le cose cambiano talmente tanto in fretta che adesso anche i mondiali di calcio femminili, che fino a qualche anno fa non erano molto sentiti, riescono a fermare un’intera nazione (“L’avresti detto mai che tutto sta cambiando? E che l’Italia si fermasse per i Mondiali Femminili di Calcio?”). Il testo è pungente e sembra quasi voler scuotere; è accompagnato da sonorità dance che lo rendono uno dei brani più coinvolgenti dell’album.
Un disco quindi, questo dei Loren, dove la sperimentazione musicale si fonde con le sonorità classiche del rock italiano e creano un album completo, pieno di spunti positivi e riflessivi, che da largo spazio all’unione e alla condivisione: un disco corale per ribadire la forza dell’unione che esiste tra esseri umani.
Roberta Matticola