2015 La Tempesta
In questo nuovo progetto Protestantesima di Umberto Maria Giardini, il Moltheni di tutti, il climax si fa molto più elettrico e “snaturato” delle architetture – diciamo sperimentali – passate, ma rimane sempre in circolazione il pathos profondo e a carotaggio che l’artista non fa mai mancare alle sue opere, ai suoi stati d’animo senza compromessi che lievitano e poetizzano un ascolto mai convenzionale, un susseguirsi di rinascite e rialzi che pagano sempre e comunque.
Nove tracciati e un remoto rifugio intimissimo che periodicamente riemerge con un “sempre” ultimo parto della sua creatività, poetica, sofferenza, passione e libertà espressiva che rimane sempre elegante sebbene slegata da stereotipi modaioli, una vena che coinvolge anche chi si defila dalle sue ombre agre che resistono al tempo sonoro.
Prodotto da Antonio Cooper Cupertino, Protestantesima appare come il disco di una rinascita interiore, ballate che respirano aria pulita, ampia, Protestantesima, Molteplici e riflessi, Il vaso di Pandora, il volo rarefatto e impalpabile di Sibilla e il delirio stupefacente Pregando gli alberi in un ottobre da non dimenticare sono tutte tracce che fanno parte di un bagaglio umano e d’anima che non vivono in valigie ma preferiscono librarsi in verticale, senza ganci di rimando, piccoli aquiloni che non conoscono gravità.
Umberto Maria Giardini torna con le sue regole d’appartenenza a quella razza artistica alta e stupenda, integra e sempre più senza confini, la sua non è canzone, ma arte sopraffina della vita.
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