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Reportage Live

Alice (Merton) nel Paese delle Meraviglie di Milano

Articolo di Alvise Salerno | Foto di Giulia Manfieri

Ho un ricordo molto nitido di Alice Merton e risale alla fine del 2017. A quei tempi lavoravo in una grossa radio nazionale e, una mattina, venne ospite una ragazza silenziosa, sempre sorridente e molto cordiale con tutti. Sembrava di vedere un’adolescente nel Paese delle meraviglie, con gli occhi sgranati e quell’aria scanzonata di chi vive nel mondo delle favole. Erano i tempi di No Roots, il suo primo singolo che la fece esplodere artisticamente in tutta Europa, ma nessuno aveva idea di che faccia avesse.

Dopo l’intervista si sedette alla tastiera e, disinvolta come poche altre artiste, iniziò a cantare con una naturalezza da big navigata. Quello era il suo mondo, la sua dimensione, ma si vedeva che mancava ancora qualche piccolo dettaglio dal punto di vista dell’immagine.

Giovedì sera, ai Magazzini Generali, ho rivisto Alice dal vivo e, dopo quasi due anni, quei piccoli dettagli hanno finalmente preso una forma concreta. Si vede subito che, alle spalle, è stato fatto un lavoro enorme sulla sua immagine ma, soprattutto, è lampante che lei abbia lavorato su se stessa e sia cresciuta in modo esponenziale.
Per me era la prima volta ai Magazzini e subito due dettagli mi sono balzati all’occhio (e all’orecchio): la quantità enorme di persone racchiuse in uno spazio strettissimo, con le porte chiuse, costrette al caldo insopportabile e la difficoltà, poi palesatasi per tutta la durata dell’evento, di riuscire a trovare una quadra con l’audio del microfono di Alice. Un dettaglio importante, questo, perché in molti frangenti gli strumenti hanno prevaricato sulla voce, facendo perdere molte parti di brani che, in realtà, lei sa cantare in modo straordinario solitamente.
Andando oltre, è stato molto strano vedere un pubblico prevalentemente maschile e over 30. Anzi, più che strano direi inaspettato. In fondo stiamo parlando di una ragazza molto giovane, 25 anni, dunque era facile aspettarsi un target un po’ più basso e con una presenza femminile un po’ più ampia. Questo è il segno della maturità artistica di un album, MINT, che ha saputo conquistare trasversalmente il pubblico italiano. Ah, c’era anche Achille Lauro.

La scaletta, come da previsioni, è stata molto corta. Le canzoni del repertorio sono solo quelle del disco e, a differenza di altri artisti, Alice non ha inserito nessuna cover per “allungare il brodo” e coprire due ore piene di concerto. Probabilmente questo è il motivo principale per cui, all’inizio, tutto è cominciato molto tardi. Ancora alle 21:40 non c’era traccia di nessun musicista on stage, cosa che ha fatto infuriare e non poco alcuni spettatori.


In totale, il concerto è durato 1 ora e mezza scarsa e, come prevedibile, le parti più coinvolgenti sono state legate ai tre singoli di maggior successo. Learn To Live, ultimo brano estratto dall’album in ordine di tempo, ha aperto il live e fatto calmare le acque di chi rumoreggiava, ma è su Lash Out e No Roots che i Magazzini sono esplosi davvero, quasi alla fine di tutto.
In mezzo, come detto, le altre canzoni di MINT sono servite un po’ come contorno alle tre sopracitate ma, in fondo, in concerti del genere funziona un po’ così. Sta all’artista riuscire a tenere alta la tensione anche con i suoi lavori meno conosciuti e, in tutta sincerità, Alice è stata molto brava in questo. Terminata la scaletta, non restava altro da fare che ringraziare e uscire tra gli applausi del pubblico e, invece, forse complice anche la poca esperienza nella gestione del palco, la giovane popstar ha espressamente detto che se il pubblico l’avesse richiamata sarebbe rientrata sul palco per il bis. La base di ogni live, in pratica. Come ovvio, è partito il classico coro “se non metti l’ultima noi non ce ne andiamo” e, così, Alice è rientrata.
Maturata e stravolta, sì, ma forse non al 100%. Al netto di questo, è stato un live godibile di una ragazza che, se continua su questa strada, può sognare in grande e, magari, passare allo step successivo dell’Alcatraz o del Fabrique con facilità. E, poi, chi lo sa, il Forum. Da Alice Merton a Alice in Wonderland il passo è breve ma, tutto sommato, immaginare e vivere nel mondo delle favole non costa nulla.

Clicca qui per vedere le foto di Alice Merton a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto).

Alice Merton

ALICE MERTON – La setlist del concerto di Milano

Learn to live
Speak your mind
Trouble in paradise
Keeps me awake
Jealousy
Mae you mine
Honeymoon heartbreak
2 Kids
Hit the ground running
Funny business
Homesick
Lash out
No roots
Grudge
Why so serious

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