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Reportage Live

Alla festa di ROMINA FALCONI c’é spazio solo per i ROTTINCUORE. E per tanto, tanto amore

La cantante romana alla Santeria Toscana di Milano festeggia il suo terzo lavoro e il bello di essere Romina Falconi in un concerto-festa di inizio anno. Come iniziare col botto, ma per davvero

Romina Falconi in concert in Milan at Santeria Toscana photo by Rossella Mele for www.rockonitalia.it

Articolo di Marzia Picciano | Foto di Rossella Mele

Se si decide di inaugurare un nuovo anno di concerti a Milano con Romina Falconi, come ho fatto la sottoscritta ieri 5 gennaio, in occasione della data unica della Santeria Toscana di anticipazione del prossimo lavoro dell’artista romana ROTTINCUORE (ad oggi sono stati diffusi tre pezzi: La Suora, Lupo Mannaro e Maria Gasolina), evidentemente c’é  la precisa intenzione di chiedere a questi 366 giorni appena iniziati di suonare una certa musica. In tutti i sensi.

La data della Falconi era stata ampiamente anticipata dalla stessa come una “festa di compleanno” (é  nata il primo dell’anno) ma anche come celebrazione più ampia del suo percorso che porta a Nord (se Roma dà i natali, Milano spesso ti da anche il resto), di un terzo album che diventa un po’ la summa teologica della commedia umana del mondo condiviso con i numerosissimi Biondissimi accorsi ieri. Infatti, quella di ieri era proprio una festa, più  che un concerto. E quindi cosa fa Romina? Porta gli amici sul palco, primi fra tutti i Disumani (il power trio hard rock Nick Savinelli, Giovanni Savinelli, Filippo Colombari) e ringrazia.  

Romina Falconi in concert in Milan at Santeria Toscana photo by Rossella Mele for www.rockonitalia.it

Si inizia con l’apertura, alle 9 spaccate, con la queer star Croce Atroce che ha portato il suo show dal Toilet Club alla Santeria strizzando l’occhio in stile e rime a M¥SS KETA ma regalando immagini assai più  vivide e versi più fulminanti. Ma tanto basta per preparare il terreno alla padrona della serata, vestita di brillanti e velluto, almeno all’inizio.

La questione poi é che Romina Falconi é tanta, e tanto. Se questa affermazione può far storcere il naso a qualcuno, potete star calmi, la mia vuole essere un’osservazione che tenta di essere oggettiva, ma non ci riesce. I capisaldi dell’oggettività sono necessariamente scardinati dalla strabordante intensità che caratterizza questa artista, a partire dai suoi occhi liquidi sul palco (non come i miei, stremati da 48 ore di raffreddore da cavallo) alla gestione di quattro cambi di abito; dalla ricerca affettuosa del pubblico alle incursioni vocali da Lacuna Coil. C’é  una teatralità nella Falconi che é sicuramente una caratteristica dei suoi testi, ma anche un tratto distintivo della sua persona, quella che trasuda quando tra un pezzo e un altro parla, e ci racconta di sé.

Romina Falconi in concert in Milan at Santeria Toscana photo by Rossella Mele for www.rockonitalia.it

Non abbiamo bisogno di libretto di istruzioni o di un comunicato stampa per leggere tra le righe quello che vuole dirci: ce lo dice direttamente. Se per molti si ammazza cosi l’interesse (ma non le risate, perché é davvero divertente) direi che Romina Falconi se ne infischia bellamente, non ha nessuna necessità di costruirsi un personaggio, lo é  già, poracci quelli che si devono creare delle ombre o mettere gli occhiali da sole per avere più  carisma e sintomatico mistero.

Della sua romanità made in Tor Pignattara, quartiere delle Capitale come dice lei “dove volano speranze e coltelli”, e qualche volta a casa c’é  tornata con una rissa (“ma quanto erano belle!”) e con un mezzo scalpo (cit., e voi state ancora a fare la bava su Suburra), la nostra eroina non ha necessità di farne oggetto di disamina da psicoterapeuti (da questi ci ha portato altri temi e praticamente tutte le sue canzoni) né altare di trofei. Quando parla dei ceffoni che ti facevano andare all’ospedale se non finiva i rigatoni nel piatto e allude al suo passato più  movimentato non sfoggia nessuna cicatrice ma un sorriso scanzonato anche un pò commosso, ci passa leggiadra sopra senza farci un report di denuncia sociale ma focalizza su quello che era davvero importante in quel momento. Come per l’inedito La Solitudine di Una Regina, potente ballad dedicata a chi non c’é più e si sente, soprattutto dopo una vita insieme. O in Anima, che ha dedicato a sua madre, abbracciata, sul palco.

Romina Falconi in concert in Milan at Santeria Toscana photo by Rossella Mele for www.rockonitalia.it

Ma soprattutto: l’ironia dilagante e sferzante, condita di realismo cronico, che per me solo in una determinata area del territorio nazionale é presente, con quel sottostrato di amarezza che é una carezza, una mano che po esse fero o po esse piuma. Tra aneddoti e mal celate satire dei più banali luoghi comuni, Romina Falconi inanella una serie di perle che varrebbero tanto quanto la performance musicale, prima fra tutte la Celine Dion che ti riga la macchina (se non trova il discografico gliela produco io, giuro).

Si passa dalla gestione delle fasi innamoramento e incazzatura (“nel mio stomaco le farfalline/ormai sono dei condor, sono dei condor” e’ o zeitgeist di anni di canzoni fin troppo poetiche nella narrazione, distorta, di come affrontare le corna, con l’effetto, dice bene Romina, che finiamo per vergognarcene, pure?), e si arriva alla Lista Nera della spesa da non fare di uomini ingiustificabili (o che lei ha giustificato dicendo che “é n’animo antico” al solo scopo di spiazzare e zittire l’interlocutore, o la coscienza), alla presa di petto di quelli che anche la sottoscritta prenderebbe a capocciate se potesse, i fanatici del buonismo. “Andrà tutto bene” “e chi t’haa detto?”, scambio di fondamentale valore realista, é da oggi il mio haiku guida per questo 2024. Romina Falconi ne fa un calderone unico, la ricetta scaccia-demoni dei nostri avi profani e ci dice che no, inutile cercare di fare catarsi dell’impossibile, ti devi volere più  bene, guardare meglio e dire le cose come stanno.

Romina Falconi in concert in Milan at Santeria Toscana photo by Rossella Mele for www.rockonitalia.it

Infatti la nostra non la manda a dire e la cosa più affascinante della sua produzione artistica é dire quello che pensa senza farci troppi ghirigori su, senza che questo faccia perdere appeal alle sue canzoni né  le faccia difettare di profondità. Anzi. A questo basta aggiungere la sua voce potentissima, che dal vivo dimostra tutto quello che la post produzione riesce a togliere a un talento. E soprattutto, la verità é  che tutt* noi, quando ci struggiamo per una serie di pessime scelte relazionali e ascoltiamo o pubblichiamo le nostre canzoni strappalacrimose alla James Blunt, quasi elogiando l’autore di cotante sofferenze – e poco ci manca che lo ringraziamo per darci la possibilità di essere cosi importanti e disperate – insomma noi, nel sottobosco buio del nostro composto e doloroso candore, questo artista del danno vorremmo scuoiarlo o bucargli le gomme. Che se ci lasciano perche “ci amano troppo”, glielo diremmo: “ma com’é  che non scoppio?”. O che se ci dicevano “non vivo senza di te/allora perche non crepi?”. Ecco perché  ieri ci siamo sgolati a cantare le sue canzoni. Anche le signore devono sfogarsi.

Non si pensi che questo sia indice di una leggerezza inopportuna, o mascheri una latente passivo-aggressività. Romina Falconi viene a trarci un salvo dai nostri pensieri abbruttenti e ci fa una festa su. A questo party c’erano anche diversi compagni di viaggio, la band e il suo socio Immanuel Casto, comparso improvvisamente sul palco a torso nudo (scolpito, lui non ha passato questo Natale a divorarsi i fondi di panettoni come me) per la militante Insegnami La Vita, ma Roberto Casalino con cui Romina ha presentato un altro inedito, il duetto intimo Incendio Doloroso. Una disanima delle dipendenze affettive verso relazioni tossiche in cui possiamo trovare tutti quell’ex che ci ha rovinato e forse forse fatto anche un po’ aprire gli occhi sull’abisso che certe persone si portano dentro (e dentro cui non dobbiamo cadere).

Romina Falconi in concert in Milan at Santeria Toscana photo by Rossella Mele for www.rockonitalia.it

La festa, in breve, é  riuscita. Proponendo una serata, c’é  da dire, complessa, variegata, che non ha annoiato e anzi ha proposto sempre nuovi angoli per guardare al concetto di pop di Romina Falconi: in perenne oscillazione tra i ritmi da perfetta proposta commerciale, un senso di Notre-Dame de Paris (la teatralità, dicevamo) e la percezione di potersi trovare da un momento all’altro a un concerto hard-rock quando la chitarra elettrica prende il sopravvento. Lontano dall’effetto straniante, le diverse anime si fondono perfettamente nella cavalcata dell’artista che solca il palco con il piglio di chi lo sta immaginando grande come San Siro – e io sarei la prima a volerla vedere li. Una voce fuori dal coro, autentica e concreta, che finalmente dal grande stadio ci dice chiaro e tondo di brindare e ridere di gusto, che forse domani siamo sotto un cipresso.

Clicca qui per vedere le foto del concerto di ROMINA FALCONI a Milano o sfoglia la gallery qui sotto:

ROMINA FALCONI

ROMINA FALCONI – La scaletta del concerto di Milano

Maria Gasolina

Le 5 Fasi Del Dolore

Anima

Vuoi L’Amante

Tienimi Ancora

Sex Tape

Incendio Doloroso (inedito con Roberto Casalino)

La Suora

Poesia Nera

Il Mio Prossimo Amore (accenno, solo voce)

Insegnami La Vita (con Immanuel Casto)

Circe

Lista Nera

Viva Lei

E Ringrazia Che Sono Una Signora

Troppo Tardi

La Solitudine Di Una Regina (inedito)

Encore

Magari Muori

Buona Vita Arrivederci

Written By

Dall’Adriatico centrale (quello forte e gentile), trapiantata a Milano passando per anni di casa spirituale, a Roma. Di giorno mi occupo di relazioni e istituzioni, la sera dormo poco, nel frattempo ascolto un sacco di musica. Da fan scatenata della trasparenza a tutti i costi, ho accettato da tempo il fatto di essere prolissa, chiacchierona e soprattutto una pessima interprete della sintassi italiana. Se potessi sposerei Bill Murray.

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