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Reportage Live

L’essenzialità di ANGEL OLSEN al Giardino in Triennale

Fra le sculture di de Chirico, Mendini e Pesce termina il mini tour in solo della cantautrice del Missouri.

Articolo di Cecilia Passetto | Foto di Pamela Rovaris

Va bene sono di parte, lo ammetto subito io così abbiamo sdoganato il problema fin dal principio. Milanese di nascita, amo molto questa città e al coro da stadio “c’avete solo la nebbia” rispondo, con non poco campanilismo, con una lista lunghissima di elementi che amo della mia città: monumenti storici, musei, teatri, concerti, mostre, parchi…
E all’interno di parco Sempione, polmone verde del centro città, sorge la Triennale Milano, una delle istituzioni culturali più importanti a livello internazionale ospitata nel Palazzo dell’Arte.

Questo dovrebbe bastare a dare l’idea della bellezza di questa città: un parco in centro città che racchiude un palazzo storico che a sua volta ospita un teatro, mostre e un giardino che custodisce installazioni artistiche.

Un po’ ci piace strafare ma soprattutto sarebbe un peccato non utilizzare un luogo così bello e suggestivo per accogliere artisti della scena musicale soprattutto se la cantautrice in questione è Angel Olsen; la magia della sua musica si sposa alla perfezione con il fascino del luogo.

Procediamo con ordine: Angel Olsen, originaria del Missouri si avvicina allo studio della chitarra e del pianoforte e già da adolescente inizia a comporre la propria musica.

Finito il liceo si trasferisce a Chicago in cerca di fortuna, fortuna che arriva nel 2010 dopo la pubblicazione del suo primo album “Strange Cacti” inizialmente inciso su cassetta e l’anno successivo ristampato come EP da Bathetic Records.

Ha la possibilità di collaborare con musicisti di spicco del cantautorato folk – country come Will Oldham, più conosciuto come Bonnie “Prince” Billy, e  Marissa Nadler.
Lo stile della Olsen, nel corso della sua carriera spazia dall’indie folk, al lo-fi, all’art pop, all’alternative country e all’indie rock.

Nel giugno 2022  pubblica il suo sesto album in studio “Big Time ” e durante questa session vengono registrati i quattro brani che verranno pubblicati nell’EP “Forever Means” uscito ad aprile 2023

Maxim Ludwig, cantautore rock di Los Angeles, accompagna come special guest Angel Olsen nel tour italiano di solo quattro date. Dopo i concerti a Galzignano Terme, Jesi e Castiglione del Lago l’ultima data italiana è al Giardino della Triennale di Milano.

Il sole non è ancora tramontato del tutto, il giardino è ancora illuminato dall’ultima luce del giorno e velocemente si sta affollando di coloro che sono venuti ad assistere al concerto. Maxim, quasi senza dare nell’occhio sale sul palco, posiziona il leggio vicino al microfono e subito inizia a suonare.


Inizialmente sembra che abbia un atteggiamento distaccato come anche il pubblico che, nonostante sia molto educato, non appare molto attento.

C’è chi chiacchiera sottovoce o si distrae al cellulare ma dopo le prime canzoni il cantautore riesce a catturare l’attenzione di tutti e anche lui pare più rilassato, si lascia andare a qualche sorriso e a qualche battuta e spesso il suo sguardo corre a qualche metro dal palco dove in disparte e lontana da tutti Angel sta assistendo all’esecuzione.

É a lei che dedica l’ultimo brano. Sceso dal palco la raggiunge e si scambiano un tenero abbraccio mostrando il forte legame che li unisce.

Qualche minuto dopo è sempre Maxim ad accompagnare la Olsen al palco per l’inizio del suo live. Per queste date italiane si è esibita senza una band, solo lei, il suono della sua voce e la sua chitarra, offrendo una dimensione più intima alle sue esecuzioni. Solo lei e il suo pubblico, nessun altro elemento che distoglie lo sguardo e l’attenzione dalle sue melodie.

La accoglie un caloroso applauso a cui lei risponde in italiano con la semplicità di un tenero “Grazie” e senza dire nient’altro inizia a suonare “Ghost On”.


Dai primi accordi il giardino è sommerso da un silenzio, è proprio il caso di dirlo, religioso. Sotto il palco il sentimento che si percepisce è la devozione, da quando Angel  inizia a suonare l’atmosfera tutto intorno è cambiata, non ci sono più rumori neanche in lontananza, tutto lo spazio è riempito dall’intensità della sua voce e non so come spariscono anche i moscerini e le zanzare che fino a un attimo prima infastidivano i presenti.

La cantautrice si ritaglia dei piccoli momenti per scherzare con il pubblico o per mettersi in posa per i fotografi che teneramente saluta quando devono uscire: “Arrivederci. Io sono solo” si sforza di dire in italiano, con un’ironia quasi malinconica dato che si trova da sola a riempire lo spazio del palcoscenico che risulta molto essenziale, solo l’asta del microfono, uno sgabello e l’amplificatore della chitarra, unico elemento caratteristico sono le ali porticate del palazzo che incorniciano il palco ma non serve nient’altro, la sola musica di Angel è sufficiente per ammaliare e calamitare l’attenzione di tutti su di sé.

Anche il suono della chitarra risulta ridotto al minimo, solo accordi essenziali per accompagnare la voce e le armonie che riescono a stregare: si è come ipnotizzati.

Chiudendo gli occhi si è trasportati in un posto magico, in cui lo spazio è riempito da melodie dolci e allo stesso tempo imponenti, il pubblico è catturato.

Angel, nonostante di solito sia accompagnata da una band è molto a suo agio a esibirsi da sola, dà quasi l’impressione di non seguire una scaletta ma di decidere i brani da eseguire a seconda del sentimento che la pervade e chiede consiglio anche al pubblico come per constatare di avere le stesse percezioni. É così che, dopo qualche tentativo, qualcuno indovina la volontà di interpretare “Acrobat” e “Some Things Cosmic”.
L’unico brano che viene accompagnato dalle voci del pubblico è la cover di “Il Cielo in una Stanza”, uno delle canzoni che da sempre più mi emoziona e anche questa volta non è da meno. Angel la esegue con trasporto e sorride divertita forse per il coinvolgimento di tutti noi o per le sue difficoltà di provincia anche se la esegue alla perfezione.

Ci si sente cullati dalle interpretazioni dal vivo della Olsen, è come se ti guardasse negli occhi e solo con la forza del suo sguardo e della sua musica ti abbracciasse e consolasse.

Durante il corso di tutta la serata mi sento invasa da questi sentimenti e la mia innata curiosità mi porta più volte a sogguardare chi occupa insieme a me il parterre, è come se avessi bisogno di condividere questo trasporto con chi, forse, sta provando le mie stesse emozioni.

É come essere al cinema e girarsi per sbirciare gli altri spettatori, quello che vedo sono occhi pieni di commozione, come per la scena finale di un film con la differenza che queste sensazioni non durano solo qualche minuto ma permangono per tutta la serata, dall’inizio del concerto fino all’ultimo brano e ci accompagnerà fino a casa.

Clicca qui per vedere le foto di Angel Olsen + Maxim Ludwig in concerto a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto)

Angel Olsen

ANGEL OLSEN: la setlist del concerto di Milano

Ghost On
All Mirrors
Fly on Your Wall
This Is How It Works
Forever Means
Lark
Acrobat
Unfucktheworld
Il cielo in una stanza(Gino Paoli cover)
Through the Fires
Some Things Cosmic
Waving, Smiling
New song

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