Articolo di Federica Ballestrin | Foto di Matteo Scalet
Una serata parecchio uggiosa; una location, quella del Circolo Magnolia, con un carattere originale che si definisce “fuori Milano ma al centro dell’Europa”; una manciata di pubblico internazionale e sei individui che sanno decisamente fare del palco casa loro.
Ecco la scenografia del concerto del gruppo folk londinese Bear’s Den che domenica 17 novembre, ha incantato con le proprie melodie tutti i presenti, nessuno escluso (pure il bodyguard si è commosso, l’ho visto!).
Andrew Davie (cantante solista e chitarrista) e Kevin Jones (seconda voce, chitarrista, bassista e tastierista) fanno il loro ingresso sul palco intonando le note di Fuel on the Fire, come in un riscaldamento pre-match: l’adrenalina è lì, pronta ad esplodere…
Il palco del Magnolia è in realtà parecchio affollato, sei appunto i musicisti che, tra tastiera, chitarre (elettriche e acustiche), batteria e basso ci regalano anche un assolo di tromba divinamente eseguito durante Elysium.
Tra un brano e l’altro Davie prova timidamente ad indirizzare qualche parola in italiano al pubblico e, in un momento confidenziale, racconta il perché del titolo di The Star of Bethnal Green (loro prossima esecuzione).
Tutto nasce da una nota vocale che Kevin invia ad Andrew un pomeriggio mentre si trovava nel suo studio di Londra a Bethnal Green e il geo localizzatore del telefono lo segnala in un pub chiamato appunto “The Star of Bethnal Green” e così i due decidono di mantenere il nome; Kevin esordisce con un “my phone choose the name actually”…e risate tra la folla.
“Guys, this is really fucking cool!” è l’espressione che Andrew dedica al pubblico il quale, con un’unica grande voce intona ogni canzone della band e, grazie al pavimento in legno del Circolo e i piedi della gente che battono a ritmo di grancassa, sembra di sentire un unico bellissimo battito cardiaco!
Quando Andrew e compagni poi improvvisano una deliziosa versione acustica di Sophie, ecco che ti senti davvero onorato di avere Bear’s Den lì, di fronte a te.
Verso fine serata il palco si svuota tra applausi, urletti del pubblico e incoraggiamenti ad un bis: l’encore si apre così con il famosissimo brano Above the Clouds of Pompeii.
Inutile dire che la platea è entusiasta ma il pezzo forte deve ancora arrivare… l’esecuzione acustica di Blankets of Sorrow viene infatti eseguita tra il pubblico, in un cerchio intimo che travolge dolcemente i presenti (vi lascio immaginare i brividi). Ad Agape, uno dei brani più famosi della band, è riservato l’onore di chiudere le danze ed il pubblico sognante rivolge un caloroso “Arrivederci” a questa incredibile band inglese.
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BEAR’S DEN – La setlist del concerto di Milano
Fuel on the Fire
2. Elysium
3. Dew on the Vine
4. Fossils
5. Broken Parable
6. Hiding Bottles
7. Only Son of the Falling Snow
8. The Star of Bethnal Green
9. Crow
10. Isaac
11. Sophie (acoustic)
12. The Love We Stole
13. Red Earth & Pouring Rain
14. When You Break
15. Auld Wives
16. Laurel Wreath
Encore
17. Above the Clouds of Pompeii
18. Blankets of Sorrow (acoustic)
19. Agape
