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Reportage Live

BEHEMOTH + At the Gates + Wolves in the throne room: reportage, foto e scaletta del concerto di Milano

Articolo di Andrea Forti | Foto di Claudia Mazza

Partiamo da una rivelazione: per chi scrive, la notizia arrivata l’anno scorso dell’arrivo dei Behemoth in Italia non ha suscitato particolari emozioni. Avendo sentito solo parlare ai tempi dell’ambito musicale in cui si muovevano all’interno del calderone metal c’era solo mera curiosità. Leggendo però nel complesso che l’evento rappresentava la continuazione del tour nordamericano Ecclesia Diabolica comprendente Wolves In The Thrones Room ed At The Gates le emozioni sono decisamente cambiate: in una sola volta vi era la possibilità di assistere ad un “bignamino” di metal estremo con all’interno inoltre sia una band dal background black più tradizionale – anche se di recente formazione e provenienza non nordeuropea – sia quelli che si possono definire tra i creatori del death melodico.

Avevamo una piccola preoccupazione riguardo ai WITTR: che tra il fatto di essere gli opener del live ed avere una discografia composta da pochi pezzi dal minutaggio elevato la scelta su cosa suonare ricadesse in qualcosa di proveniente da Celestite, per molti un lampante passo falso della loro discografia con quelle sonorità elettroniche fuori fuoco rispetto ai precedenti lavori della produzione uscita su Southern Lord che ne fecero i paladini del black metal statunitense. Come spesso accade però hanno deciso di utilizzare questa vetrina per promuovere Thrice Woven, ultima fatica uscita sulla loro label Artemisia Records. I tre estratti interpretati hanno certamente reso omaggio al genere, intrattenendo senza sfigurare un locale già per metà pieno alle sette di sera; c’è solo il rammarico di non avere sentito niente da Celestial Lineage, ma li riaspettiamo da soli nel paese per qualcosa di più.

Un po’ di minuti di attesa ed ecco apparire gli At The Gates: come detto sopra parliamo di una istituzione in ambito metal, tra i fondatori del Gothenburg sound e tra gli artefici (insieme ai britannici Carcass) del melodeath, uno dei generi che per chi scrive e per molti ha rappresentato il primo e più facile approccio al metal estremo. In giro per l’Italia dopo la reunion più o meno dagli anni della pubblicazione dell’album At War With Reality, uscito a sorpresa dopo avere dichiarato per quasi un ventennio di non volere più incidere inediti che non potessero eguagliare Slaughter Of The Soul, ce li ritroviamo ora addirittura con l’ultimo To Drink From The Night Itself uscito lo scorso anno; ed è da questa triade che pescano la scaletta intera, con preferenza sui primi due.
Senza avere visto e sentito nulla su YouTube, si potrebbero nutrire pregiudizi considerando la sola presenza scenica sul palco del leader e cantante Tomas Lindberg: pancia prominente, cappello con visiera stile camionista americano, l’età che avanza ed una buffa goffaggine nelle esibizioni, tutte qualità che “col mute” non gli renderebbero giustizia pensando alla performance: una voce così somigliante a quella da studio, così ancora giovane e – passateci la figura retorica – pulita nello sporco rappresenta un unicum in un genere dove gli screamer dopo una certa età spesso perdono di potenza e capacità: se a questo aggiungiamo la precisione di Jonas Stålhammar (ottimo recente innesto) e la sola presenza a centro palco del batterista Adrian Erlandsson cui curriculum parla per lui, non poteva non uscirne un’esibizione magistrale con picchi per Slaughter Of The Soul, Suicide Nation e Blinded By Fear cantate in collaborazione col pubblico.

A fine esibizione notiamo che i backliner si sono prodigati nell’alzare i teloni tra palco e platea, segno che il prossimo allestimento sarà più imponente. Dopo diversi minuti di lavori e qualcuno in meno per il check, l’intro di Solve fa cadere ogni barriera: in primo piano tre trespoli con due pentacoli ed un altro simbolo triangolare, più dietro l’imponente batteria di Inferno con alle spalle un maxischermo a forma di triangolo. Notiamo che il primo brano è vietato ai fotografi e ci viene lampante da subito il motivo: a fronte palco si sollevano fiammate e getti di fumo ad accompagnare l’arrivo del combo polacco, nascosto da maschere diaboliche. Se a ciò aggiungete la scelta di partire con un brano come Wolves ov Siberia dall’ultimo I Loved You At Your Darkest e le strobo settate sulla doppia cassa, risulta chiaro il cambiamento di rotta: Nergal e soci propongono un live massiccio, muscolare, dove la sostanza è spesso prevalicata dalla violenza dei tamburi e dello strumming uptempo di Seth, a cui sono affidati i pochi soli tecnici del set.

È una esibizione dove l’apparenza gioca un ruolo chiave, e la cura dimostrata dalla formazione è testimoniata dalla frequenti uscite di palco per rientrare con sempre nuove trovate sceniche: una mitra nera in testa a Nergal, un appariscente copricapo di piume per Orion, fiumi di sangue finto che coprono totalmente il volto del leader e parzialmente quelli di chitarra e basso, addirittura nel finale per Lucifer vengono sparati dalle confetti machine coriandoli neri, cose che ci aspetteremmo più dai Coldplay che in uno spettacolo di perfetta commistione tra brutal death e black metal. C’è da dire che tutto ciò non mina la credibilità dei musicisti, che grazie anche alle tradizionali pitture facciali dei musicisti del genere e ad una mimica nell’insieme composta e paurosa ci soddisfa appieno su tutti i punti di vista sensoriali, potendo così parlare di vero e proprio macabro show.

Clicca qui per vedere le foto dei Behemoth in concerto a Milano o sfoglia la fotogallery qui sotto:

Behemoth

Behemoth: la scaletta del concerto di Milano

Solve (Intro)
Wolves ov Siberia
Daimonos
Ora Pro Nobis Lucifer
Bartzabel
Ov Fire and the Void
God = Dog
Conquer All
Ecclesia Diabolica Catholica
Decade of Therion
Blow Your Trumpets Gabriel
Slaves Shall Serve
Chant for Eschaton 2000
Lucifer
We Are the Next 1000 Years
Coagvla (Outro)

Wolves in The Throne Room

Angrboda
The Old Ones Are With Us
Born From the Serpent’s Eye

At The Gates
Der Widerstand (Intro)
To Drink From the Night Itself
Slaughter of the Soul
At War With Reality
A Stare Bound in Stone
Cold
El Altar del Dios Desconocido (Intro)
Death and the Labyrinth
Heroes and Tombs
Suicide Nation
Daggers of Black Haze
The Book of Sand (The Abomination)
Blinded by Fear
The Night Eternal

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"Il miglior modo di fare bene qualcosa è di amare quello che fai" Con questa frase raccolgo ciò che mi caratterizza: la passione. E ne sono piena. Con la fotografia ho un rapporto particolarmente stretto da che ho ricordi. Sarà per il fatto che amo osservare, sarà perchè una foto è eterna, i momenti invece sono attimi impercettibili e se li catturi cambi il loro stato nel tempo. E la musica? la musica è la costante. Dalla mattina appena sveglia alla sera prima di addormentarmi. La musica è lo sfondo della tua vita, la carica o la dolcezza, la rabbia o l'allegria. Il connubio di queste due cose è per me come sbagliare strada e incontrare un paradiso terreno, non sai dove stai andando ma sai che ti piacerà da morire.

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