Foto di Roberto Finizio | Articolo di Graziella Balestrieri
E’ un tramonto romano di quelli da togliere il fiato e che fa da coperta alle migliaia di persone che aspettano Bruce Springsteen e la E-Street Band. Ma non sarà solo la natura e la storia di questa città a lasciare senza fiato, con il nodo in gola e con un briciolo di speranza in più, le migliaia di persone che sono arrivate qui e che sembrano tanti puntini.
Eppure quei tanti puntini sono persone di ogni genere ed età. Mai visti tanti bambini ad un concerto, ballare , divertirsi con i propri genitori, alcuni anche con i nonni. Per tutta la serata ho avuto accanto due bambine, di 5 e 12 anni e non ci sarebbe bisogno e spazio di nessuna parola se avreste potuto vedere i loro occhi. L’attesa sulle spalle del papà, la gioia, l’esplosione della danza, i sorrisi e le parole cantate a squarciagola. Eh si quelle bambine conoscevano tutto il repertorio di Bruce, con il loro inglese inventato a tratti ma con la spontaneità che solo i bambini custodiscono.
Ma è la città eterna questa e l’unica cosa che gli può stare accanto è l’eternità che la musica ti concede.
Cosi per Bruce e la E-Street Band è tempo di salire sul palco e di offrire tre ore di quell’ eternità.
Jeans scuri e camicia scura, il Boss sale per ultimo dopo che la band si è schierata. Sarà un rullo di batteria incessante come non mai del batterista Max Weinberg a scandire il tempo delle emozioni, che saranno tante stasera, alcune saranno lì a dare più speranze di altre, altre invece serviranno ad illudersi e anche credere che qualcosa ancora si può salvare e di questi tempi bui e tremendi, anche un’illusione può bastare.
I sorrisi, le smorfie di Bruce, la sua danza, i suoi movimenti e i suoi giochi con Steven Van Zandt dominano il palco insieme ad una band che suona in maniera straordinaria, impeccabile e che ad ogni cenno parte e riparte perché sa quello che vuole e che deve fare e più di ogni altra cosa sa dove vuole far arrivare ogni nota. Fiati, voce, batteria, chitarre salutano all’unisono il cuore e gli occhi di Roma.
E ti commuove Bruce, con quell’espressione sul volto che il tempo sta tagliando, con i ricordi che gli passano sulle mani, con l’incoscienza di quando aveva 15 anni che attraversa tutta la sua chitarra puntata verso il cielo. “Vivere ogni momento” dice il Bruce dopo aver introdotto Last Man Standing con il ricordo a George Theiss e alla sua prima band, i Castiles, di cui Bruce è rimasto l’ultimo rappresentante.
Vivere ogni momento con la consapevolezza che forse non abbiamo nessun altra missione qui, non quella di giudicare gli altri, non quella di perdere il tempo arrabbiandoci quando lo vediamo stampato sui nostri volti e ricamato sui primi capelli grigi, nessun’altra missione se non quella di vivere ogni momento, con accanto “i nomi di quelli che mancano”.
Carico, energico e senza pause, saluta più volte Roma e quel “Ciao Roma” arriva come un grido gonfio di gratitudine per un pubblico che non si è mai risparmiato stasera. E tra il pubblico, a rendere l’atmosfera ancora più magica, per la gioia di molti ci sono Sting, Lars Urlich dei Metallica e Nick Cave (chi se lo sarebbe aspettato lì Nick).
Ti commuove Bruce, quando avanza sulla pedana e si accorge di un cartello con su scritto “Bruce, la tua armonica per la mia mamma”. Si sfila l’armonica dalla tasca di dietro e regala non solo un’armonica ma forse un sogno, forse l’opportunità di ridare un sorriso a quella madre, forse quell’armonica sarà un momento in più per figlia e madre.
C’è tanta vita in Bruce tanta di quella voglia di vivere che se anche tu non volessi, la sua voce e lì per tirartela via dall’anima. In ogni pezzo dai più recenti a quelli storici, Bruce e la sua band non lasciano scampo: devi viverle, quel momento lì è ogni momento che hai perduto e che solo la musica può restituirti.
Alla fine nessuno ha voglia di andare via, nemmeno Bruce in realtà, poi la bambina accanto a me, con la naturalezza e l’innocenza di un sogno appena vissuto mi riporta con i piedi a terra “signora scrittrice ci vediamo domani”. Il concerto è finito e quel domani è già oggi, tutto da prendere.
Vivere ogni momento, appunto, proprio come Bruce.
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BRUCE SPRINGSTEEN – la scaletta del concerto di Roma
01. My Love Will Not Let You Down
02. Death To My Hometown
03. No Surrender
04. Ghosts
05. Prove It All Night
06. Darkness On The Edge Of Town
07. Letter To You (with subtitles)
08. The Promised Land
09. Out In The Street
10. Kitty’s Back
11. Nightshift
12. Mary’s Place
13. The E Street Shuffle
14. Last Man Standing (with subtitles)
15. Backstreets
16. Because The Night
17. She’s The One
18. Wrecking Ball
19. The Rising
20. Badlands
21. Thunder Road
Encore
22. Born In The U.S.A.
23. Born To Run
24. Bobby Jean
25. Glory Days
26. Dancing In The Dark
27. Tenth Avenue Freeze-Out
28. I’ll See You In My Dreams (with subtitles)