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Reportage Live

CALCUTTA al Collisioni Festival: un calice di Barolo oggi, due Tachipirina 500 domani.

Articolo e foto di Giulia Manfieri

Barolo, Collisioni Festival. È il mio terzo concerto di Calcutta in meno di sei mesi, e non escludo ne seguiranno altri. “Che ci vai a fare?”, mi chiede un amico, “fa sempre le stesse cose, visto uno, visti tutti”. È assolutamente vero, ma questa volta le ha fatte meglio.

Un bel tramonto e qualche migliaio di persone (immaginatele in un paesino di 700 anime con fiumi di Barolo – il vino- al seguito) accolgono sul palco la band, il c.o.r.o. ed Edoardo.

Si parte. Briciole, Kiwi, Orgasmo. 10 minuti e giusto il tempo di spostarmi da un lato all’altro del palco che il mio tempo a disposizione nel pit è volato. Riguardo velocemente le foto scattate, prima di raggiungere qualche amico tra la folla, e noto solo una cosa, non le luci, non le inquadrature ma i sorrisi: ne ho immortalati tanti, sul palco e tra il pubblico, e saranno l’ingrediente magico di tutta la serata.

Momento malinconico. Dopo Cane, dedicata al cane scomparso, una cover di Se tu non torni di Miguel Bosé, seguita da Milano e Limonata. Ogni canzone sembra coinvolgere il pubblico più di quella prima, e io, dopo aver urlato che “Milano è un ospedale”, sulle note di “Sento il cuore a mille” (Paracetamolo) mi preparo già a dire addio alla voce per un paio di giorni e imbottirmi di Tachipirine 500.

Scende la notte, ma non su Corso Sempione, ed una teatrale Rai accompagna il set verso il “momento intimo, momento acustico”, in cui trovano spazio Albero e Amarena, due brani conosciuti dai fan di più vecchia – si fa per dire – data e che in acustico trovano una loro dimensione unica, e un’esecuzione perfetta.

So che da questo momento in poi la mia voce e le orecchie di chi mi circonda non avranno più pace. Non cantare a squarciagola su brani come Cosa mi manchi a fare o Del verde è davvero impossibile e, quando di cantare te lo chiede Calcutta in persona durante Oroscopo, non si può dire di no.

Ebbene sì, si sa che al cantautore di Latina quel primo successo dal gusto pop condiviso con Takagi & Ketra, la firma dietro ogni – quasi – tormentone italiano degli ultimi anni, non va proprio a genio e qualcuno si ricorderà anche della gag con Fiorello al Forum, in cui il comico in un video incitava ed introduceva la tanto amata – dal pubblico – hit. E allora, sembra suggerirci Calcutta, dopo aver intonato un intro più elettronico e poco danzerino, “se volete Oroscopo, ve la cantate un po’ da soli”. E non ci tiriamo indietro.

Durante tutta la durata del concerto Edoardo scherza con il pubblico, ci confessa che non ha mai avuto una passerella sul palco (e spera di averla calcata bene), regala sorrisi e sguardi di intesa a tutti i musicisti – bravissimi – che lo accompagnano, insomma, ci fa capire che tutto sta andando per il meglio e che non ci si sta divertendo solo sotto al palco.

Insieme ad Hübner, Sorriso (Milano Dateo) – l’ultimo singolo uscito – si riconferma uno dei miei pezzi preferiti del concerto: sarà che urlare “Che torni a casa e poi ti strucchi con il pianto” ha per la sottoscritta quel certo non so che di familiare e catartico allo stesso tempo? Vi confesso di sì.

“Ora il concerto sembrerà finire, ma poi ricomincerà”, dice Calcutta, e ci ritroviamo a Peschiera del Garda (Le barche). Il finale (quello vero) prosegue con le canzoni più attese: Gaetano, Frosinone e Pesto. Un mix di malinconia e frasi che indubbiamente diventeranno – se non lo sono già – inni per la mia generazione a volte annoiata, a volte persa, a volte (ma senza troppo successo) rivoluzionaria: perchè se la rivoluzione è non lavare i piatti con lo Svelto, ne siamo ancora lontani.

Tra un campo di kiwi, una pizza e un film di Mann, un piatto di ‘buio col pesto’ ancora da lavare e qualche delusione d’amore Calcutta riesce a materializzare la quotidianità in strofe in cui ognuno di noi, almeno una volta, si è sentito direttamente chiamato in causa.

“Esco o non esco?” Sta volta Calcutta esce davvero, non prima dei titoli di coda, che presentano i dieci che lo accompagnano sul palco, e di essersi piacevolmente dilungato in un ultimo “Uééééé deficiente”, che manda tutti a casa, felici.

Pensavo che, dopo due concerti dello stesso tour, avrei trovato facilmente tutte le parole che ho scritto fino a qui, ma così non è stato. Perché questo concerto mi ha sorpresa rispetto ai precedenti e, mentre per parlare male di qualcosa avrei tendenzialmente sempre la battuta pronta, caro Edoardo, questa volta tu e il tuo concerto perfetto mi avete messo davvero in difficoltà.

Clicca qui per vedere le foto di Calcutta a Barolo (o sfoglia la gallery qui sotto)

Calcutta

CALCUTTA – La setlist del concerto di Barolo

Briciole
Kiwi
Orgasmo
Cane
Se tu non torni (cover Miguel Bosé)
Milano
Limonata
Paracetamolo
Rai
Albero
Amarena
Nuda nudissima
Cosa mi manchi a fare
Oroscopo
Sorriso (Milano Dateo)
Arbre Magique
Del verde
Hübner

ENCORE
Le barche
Due punti
Gaetano
Saliva
Frosinone
Pesto

Written By

Ho 25 anni, vivo a Milano, faccio cose (tante, diverse) nel mondo dell'arte, a volte scrivo di musica e più spesso la fotografo.

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