Articolo di Marzia Picciano | Foto di Claudia Mazza
Prima di raccontarvi di come e quanto é stato bello l’unico live italiano dei Cigarettes After Sex, a Milano, Fabrique, ieri 5 novembre, ci tengo a fare una premessa personale. Per dirla semplicemente: non sono una fumatrice. Nel senso: non fumo, anzi, non so proprio aspirare, mi è precluso ogni piacere o fastidio del vizio piu’ amato e condannato del mondo. Cosa c’entra, direte, è un banale modo per creare parallelismi tra il nome della band di El Paso e la sottoscritta? Forse. Però, ecco, se fumassi, potrei dire che con una qualche mai confermata sicurezza che una sigaretta dopo l’incontro di due corpi avrà qualcosa dello slowcore sognante delle melodie di Greg Gonzalez e soci (nello specifico, Randall Miller e Jacob Tomsky).

Languire, in preda alla nostalgia o al desiderio, é una dimensione personale che va oltre lo spazio-tempo inteso come esistenza in un determinato luogo, in una specifica ora, occupando quei metri, respirando quell’aria. Magari é davvero il tempo di una sigaretta, breve ma necessario. O é appunto un vizio, una perversione a cui dovremmo rinunciare ma non per questo non smettiamo di contemplarla. Chissa’ se le anime accorse in questo intimo sold out sarebbero d’accordo con me. Forse si, quando Gonzalez decide di rompere l’attesa accennando con la sua sensualissima voce androgina i primi versi di Affection siamo li’ nel ricordo di chi deve convincere l’altro, ogni volta, che anche nel nostro buio c’é dell’affetto. O forse no, sono solo io e il pubblico di giovanissimi (davvero tantissimi, e molti stranieri) accorsi a sentire questi eternamente neri ragazzi texani é troppo impegnato nella loro pratica di adorazione a suon di video e chiamate su IG.
E’ interessante notare come la band in questo tour stia portando di fatto solo due pezzi nuovi (lanciati a luglio 2023, Bubblegum e Stop Waiting, quest’ultima pero’ non nella scaletta di ieri), preludio di un prossimo album (Gonzalez spera nell’estate 2024), tuttavia il loro live annunciato gia’ a marzo sia effettivamente andato in esaurimento biglietti senza di fatto annunciare niente. Aggiungiamo che si tratta anche di un collettivo non dei piu’ interattivi, per antonomasia e storia: ringraziano, salutano, ma poi basta. I Cigarettes After Sex comunicano aprendo scatole di intimità con il pubblico in stanza, che poi sono voragini buie e fumose illuminate di tanto in tanto da kantiani cieli stellati, in cui finiamo tutti dentro, fino alla fine dell’esibizione. Non c’e’ distrazione visiva, siamo persino immersi in una foschia artificiale che a Milano, dopo il diluvio universale, non c’e’ – e meno male – ma sicuramente affligge le nostre aorte appesantendo ogni respiro, ogni decisione. Non ci sono artefizi o giochi di luci che puntano a illuderci, anzi in linea con quella che e’ una certa tradizione ipnotica le uniche luci che vedremo sul palco e in una sala di fatto immersa nella semioscurità sono i fari che quasi sgraziatamente illuminano noi, scene di un delitto perfette, oscurità da non rivelare, giammai. Esiste un dialogo che i Cigarettes riescono ad attivare nella mente di ciascuno di noi che e’ un impietoso faccia a faccia con chi non avremmo effettivamente il coraggio di ammettere che siamo.

C’e’ anche da dire che l’esercito di iPhone alzati a tutte le canzoni e i boati quasi da Campovolo effettivamente stonano e non poco con la formula intimista e ricercata del concerto di Gonzalez, stridono con quello che la sua voce e i bassi appena accennati lasciati echeggiare in riverberi sempre più impalpabili. Immediatamente mi e’ chiaro, lampante che preferirei ascoltarli stesa a terra in un lunghissimo shavasana, a occhi chiusi, piuttosto che con la tentazione di dover allungare un braccio ogni pezzo, come il resto della folla sembra suggerirmi. Anche se pure per me diventa difficile non voler imprimere su una qualche durevole memoria la testimonianza della bellezza di un momento come questo.
La vera delizia dei live dei Cigarette After Sex e’ che sembrano essere nati e progettati per essere vissuti proprio con se stessi. Come bravi sherpa, Gonzalez e la sua squadra affrontano un repertorio di due album che oggi e’ la colonna sonora non solo di puntate quasi storiche di diverse serie, ma lo e’ dei miei pugni nello stomaco quando sono li’ a pensare a cio’ che più mi sconvolge nell’intimo e che sono sicura sia indicible. Dietro tutti i “no” dei nostri giorni ci sono devastanti “si” non detti. Ci sono pensieri che non diremmo mai, ma ce le dice Gonzalez, come quando ci dice “we fucked so hot it left me faded” in You’re All I Want o ci chiede di tornare indietro per non far finta che il sesso possa essere anche amore in K.. Se il pubblico meno agee è già in visibilio e impazzisce sulle prime note di Nothing’s Gonna Hurt You Baby (il che mi fa pensare ancora più intensamente alla canzone stessa, nata e registrata su una scalinata dietro l’università di El Paso, e vedi oggi), è Gonzalez che sembra finalmente cedere a una forma di emozione nell’accorata Dreaming Of You: un’ansia da desiderio che è una vera e propria dipendenza accompagnata da visual, sempre minimalisti, di un cielo spaccato da mutissimi tuoni.

La climax anche qui viene toccata, il pathos invocato ma sempre con delicatezza, senza spalancare indesideratissimi vasi di Pandora: del resto il vuoto non lo vogliamo conoscere davvero, ci basta annusarlo per assicurarci quel brivido che solo una buona dose di incoscienza potrebbe permetterci di assaporare invece di soffrire.
Per questo i Cigarettes After Sex non sono per tutti, eppure sono universali. E non hanno troppo bisogno di album nuovi per determinare la necessita’ di un loro live (o di far andare finiti i biglietti). Sono un rituale, il nostro periodico ripeterci di passi e di cosa abbiamo paura, di noi. Un loro live e’ per coraggiosi.
Clicca qui per vedere le foto del concerto di Cigarettes After Sex a Milano o sfoglia la gallery qui sotto:
CIGARETTE AFTER SEX – La scaletta del concerto di Milano
Affection
You’re All I Want
Pistol
Bubblegum
Nothing’s Gonna Hurt You Baby
John Wayne
Cry
Falling in Love
Sweet
Sunsetz
Heavenly
K.
Dreaming of You
Apocalypse
Opera House

Cristiano
15/11/2023 at 18:15
C.A.S., divinamente intimi. Come il tuo articolo, intimamente divino. Grazie