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Con “L’Albero Delle Noci” BRUNORI SAS torna sulla terra, sfrondando e sottraendo

Ma il risultato non cambia. Dario é sempre lui, sornione e leggero sulle brutture del mondo. O forse no? In attesa di Sanremo, e ora anche del Circo Massimo (a giugno), Brunori Sas presenta a Milano il nuovo disco, scritto e prodotto a quattro mani con Riccardo Sinigallia in Calabria, ci parla di un estremo inno ai moderati e dell’inquietudine che l’ha smosso a farlo.

Articolo di Marzia Picciano

Dario Brunori é uno stand up comedian mancato, é quello che ci diciamo oggi mentre ci prepariamo alla conferenza stampa dell’artista a Milano de “L’Albero delle Noci “(Island Records), e lo guardiamo aggirarsi per la stanza durante il rinfresco. Il problema, per me, é che Brunori é un bravissimo cantautore, uno di quelli che ti fa piangere amaramente, quindi siamo qui a ridere della sua ironia mentre intuiamo che questo disco, in uscita a febbraio, a Sanremo (e con tutto il suo dannatissimo hype), sarà proprio come ci fa intuire la nota in cartoncino lasciata sui tavolini a cui siamo accoccolati: una valle di lacrime.

Brunori torna in grande slancio, cinque anni esatti dal Disco di Platino Cip!, annunciando una data al Circo Massimo (il 18 giugno 2025, con tanto di orchestra – biglietti in vendita a questo link > https://tidd.ly/4gAKDtB) un disco che era “tra aria e terra”, dice, e con una partecipazione alla 75esima edizione del festival Sanremo con l’omonimo brano del suo nuovo lavoro – nuovo per modo di dire, é due anni che ci lavora, due anni di “sottrazioni”.

L’Albero delle Noci, questa presenza reale (l’albero davanti la sua finestra a cui finalmente paga un tributo) eppure quasi metafisica (e pesante, come un pensiero di cui non ci si libera) uscita dalla penna dell’illustratore Robert Figlia che si staglia blu sul giallo dello sfondo e su Brunori stesso, rappresenta per Dario la realizzazione di un’esigenza, di “un disco che tornasse sulla terra. Ma quale terra?

Proviamo a farci un’altra domanda. Cosa é cambiato da quel Brunori che cantava “Paolo non lo sa per chi voterà/Sa soltanto che vuole una moglie/Che gli scaldi la minestra a cena” a “Vuoi fare un bambino o lo faccio io?/Se ti fa piacere so farlo da Dio/Oppure vorresti che fossi tuo padre”? Perché Il Morso Di Tyson, prodotto insieme a Dimartino (e si sente) é un brano che, al di là della componente più rock ed elettronica, ci parla di un Brunori diverso?

Il Brunori che parla dell’albero delle noci é il maestro di un dualismo che si porta dietro da sempre, quello del sorriso sornione sopra una verità che ci lascia sempre a metà. E con la paternità questo sentimento é cresciuto a dismisura. Quello che é un brano, ancora avvolto dal mistero pre-sanremese, che ha scritto di getto in una notte, il sabato di Pasqua, perche si sentiva più leggero risponde a due paure, quella che viene da una cultura che non ci insegna o abitua ad essere felici e quella, di padre, di cadere nella tentazione di mostrare a sua figlia solo le luci. In breve, nonostante la leggera felicità che il nostro eroe mostra come approccio nella vita, oggi Brunori ci regala un lavoro “permeato di gioia e di grandi inquietudini”.

Difficile parlare di un disco che non abbiamo ancora ascoltato (o meglio, di cui conosciamo solo tre pezzi), ma Brunori é didascalico, ha anche la presentazione (ci mancava un Power Point), il puntatore, ci parla di lui, della sua azienda agricola a San Fili dove si é chiuso a scrivere il disco, e di come alla fine riesce a parlare di tutti, cantando per immagini e della sfida immane che ha affrontato: quella di sondarsi l’anima, in un momento per lui felice, diventato ancora più felice con la nascita della figlia, per mettere da parte “tutto ció che appariva superfluo, o gia detto (…) per dare spazio e peso agli episodi più sentiti”. Questo lavoro di analisi, cosi lo chiama, l’ha svolto con un sondatore dell’anima, Riccardo Sinigallia.

Riccardo” dice “mi ha convinto a tirare giù il tappeto. Mi diceva: andiamo con coraggio. Andiamo verso urgenza e necessità, di superare l’idea di scrivere canzoni per scrivere canzoni”. In breve di fare qualcosa di autentico, di “non fare apologia della verità”. Anzi, di guardare alle proprie ipocrisie e incoerenze. “Per combattere una cosa bisogna comprenderla anche se ti dà fastidio”, che é poi quello che deve fare l’artista: “affrontare ed abitare e guardare in faccia le cose di se stesso che ti disturbano”.

Sempre peró con l’auspicio che sia trasversale. “Ho cercato un tipo di racconto che potesse piacere anche a miei nipoti che ascoltano la trap di Kid Yugi, per un album che vuole trasmettere un tema di rigenerazione” dice, un tema caro a Sinigallia, di cui riconosce l’enome lavoro tanto da considerare riduttivo il suo ruolo di produttore, “ma non rivoluzione, perché non sarebbe nelle mie corde”. Per Brunori, L’Albero Delle Noci é un “inno ai moderati ma nel modo più estremo possibile”.

L’imperativo é stato non ripetersi, neanche nei live, cercando la variazione fra le date del tour firmato VIVO concerti. Andare fuori dalla comfort zone. Restare asciutto. E ancora più difficile, cercare di non dare una morale, di non dare il risultato, la giusta interpretazione, lasciare a chi ascolta decidere cosa sente. La sua verità. Dei tre pezzi che ci fa ascoltare, c’é una ballad in pieno stile Brunori, Per Non Perdere Noi, una (e non l’unica) registrazione in presa diretta da un telefono, Pomeriggi Catastrofici (una scelta tecnica che lui e Sinigallia hanno portato avanti per creare quello che deve essere un disco di istanti d’animo, più che di immagini) e il ritorno alla chitarra elettrica da metallaro di Più Acqua Che Fuoco. Ma c’é anche un pezzo in dialetto calabrese, un momento di commozione, c’é tanto di più. Se non era questo l’anno per Sanremo, quando?

Motivi in più per confermare che sarà il mio capitano al Fanta Sanremo, cosa che avevo già deciso non appena visti i nomi in cartellone. Anche se lui scommette su Lucio Corsi, un poeta vero, perché é “uno che non lo fa, ci é” e confida in un Sanremo che imponga canzoni da un minuto e mezzo (e con trenta cantanti quest’anno sarà come vedere in diretta gli Oscar). Nel frattempo, prepariamo i Kleenex e aspettiamo quelli brandizzati da Brunori, perché comunque sia le lacrime ce le fa sempre venire, nel bene e nel male. Anche con un albero di noci.

L’Albero Delle Noci é in uscita il 14 febbraio per Island Records e disponibile da ora in pre-order e presave. Il nuovo album sarà il protagonista di un tour composto da 8 date in programma a marzo nei palasport di Vigevano, Firenze, Roma, Torino, Napoli, Bologna e una doppia data di Milano all’Unipol Forum. Dopo i palasport, Brunori Sas Live Con Orchestra, arriverà per la prima volta al Circo Massimo di Roma, il 18 giugno 2025.

TRACKLIST – L’albero delle Noci

1.  Per non perdere noi
2.  L’albero delle noci
3.  La ghigliottina
4.  La vita com’è
5.  Pomeriggi catastrofici
6.  Il morso di Tyson
7.  Fin’ara luna
8.  Più acqua che fuoco
9.  Luna nera
10.  Guardia giurata

BRUNORI SAS – Tour 2025

Biglietti in vendita a questo link > https://tidd.ly/4gAKDtB

Live con Orchestra
Mercoledì 18 giugno 2025 || Roma @ Circo Massimo

Tour nei palazzetti
Venerdì 14 marzo 2025 || Vigevano (PV) @ PalaElachem
Domenica 16 marzo 2025 || Firenze @ Nelson Mandela Forum 
Mercoledì 19 marzo 2025 || Roma @ Palazzo dello Sport – SOLD OUT
Sabato 22 marzo 2025 || Torino @ Inalpi Arena
Mercoledì 26 marzo 2025 || Napoli @ PalaPartenope
Venerdì 28 marzo 2025 || Casalecchio di Reno (BO) @ Unipol Arena
Domenica 30 marzo 2025 || Assago (MI) @ Unipol Forum 
Lunedì 31 marzo 2025 || Assago (MI) @ Unipol Forum 

Written By

Dall’Adriatico centrale (quello forte e gentile), trapiantata a Milano passando per anni di casa spirituale, a Roma. Di giorno mi occupo di relazioni e istituzioni, la sera dormo poco, nel frattempo ascolto un sacco di musica. Da fan scatenata della trasparenza a tutti i costi, ho accettato da tempo il fatto di essere prolissa, chiacchierona e soprattutto una pessima interprete della sintassi italiana. Se potessi sposerei Bill Murray.

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