Articolo di Stefania Clerici | foto di Marco Arici
Il doppio live del 13 e 14 marzo a Milano che chiude il Duality Tour 2023 di Dardust, al secolo Dario Faini è un percorso multistrato immersivo, dove suoni e colori si fondono in un’esperienza spettacolare multisensoriale che coniuga le due anime dell’artista, il pianoforte e la musica elettronica.
Protagonista della prima parte del live proprio il piano solo: sopra ad un cilindro magico che avvolge Dardust e il suo strumento, vengono proiettate immagini evocative di fiori, petali, uccelli, che lentamente vanno a comporre l’universo onirico spaziale di una veranda giapponese, attraverso cui viviamo i brani eseguito al pianoforte. Si susseguono le ore della giornata, le stagioni, tra tramonti assolati e notti di tempesta, in cui le note musicali dialogano con i visual in un turbine emozionante.
Alla fine del primo atto, con grande sorpresa della platea, Dardust invita sul palco Lazza, per suonare e cantare insieme la hit sanremese Cenere. Il giovane Lazza va ad accrescere il portfolio di artisti di cui Dardust è stato produttore, per un totale di 70 dischi di platino, che gli hanno valso la nomea di “Re Mida” dell’urban pop italiano: per citarne solo alcune, «Soldi» di Mahmood, «Riccione» dei Thegiornalisti e «Andromeda» di Elodie vengono da lui, e non solo: sotto i suoi mixer sono passati Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Giusy Ferreri, Levante, Jovanotti e tanti altri.
Dopo un breve intervallo, la seconda parte del concerto è caratterizzata da un’atmosfera visionaria, con visual in stile manga che raccontano le avventure di un runner samurai ispirato a Miyazaki. Le citazioni stilistiche e musicali in questa nuova porzione di spettacolo si sprecano e fanno riferimento a tutto il pop degli ultimi decenni: da “The Last Emperor” di Ryuichi Sakamoto, a “Discovery” e “Human after all” dei Daft Punk, passando per Jean Michael Jarre, con il suono l’arpa laser con gli stessi effetti di luci dell’artista francese. Bastano due pezzi per trasformare l’auditorium in una grande festa di musica elettronica, dove si abbandonano i sedili di velluto per scatenarsi in piedi, facendo vibrare corpo e mente, sul ritmo colorato dei bassi e dei beat dell’elettro pop firmato Dardust.
Il viaggio verso le onde sonore più lontane coniuga bene le due anime dell’artista, compositore e poli strumentista ma anche visionario di suoni e produttore di novità musicali proteso al futuro: dopo le esperienze nei club europei tra Berlino e Amsterdam, ci auguriamo di vederlo tornare in Italia ad animare la nostra estate di festival.
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