Articolo di Chiara Amendola | Foto di Davide Merli
È un affollato venerdì sera scandito dalla frenesia del salone del mobile che rende difficile qualsiasi logistica in città, eppure nessuno demorde e osservo centinaia di persone accalcarsi con entusiasmo nella metro di Assago per recarsi al forum e assistere al concerto della Dave Matthews Band.
Da neofita faccio fatica a lasciarmi immediatamente coinvolgere dall’entusiasmo che mi circonda ma sono sorpresa dall’atmosfera vivace che mi accoglie non appena varco la soglia dell’arena.
Un pubblico over 40 in t-shirt commemorative, con tantissime donne che sfoggiano swarovski sul volto e sorseggiano birra con fare goliardico in attesa dei propri beniamini, non c’è malizia ma solo voglia di cantare e godere buona musica dal vivo.
Improvvisamente, l’inconfondibile accordo di una chitarra. Le luci si spengono e la band entra sul palco. Scoppiano gli applausi.
Dave Matthews, carismatico come sempre, accoglie il pubblico con un grande sorriso prima di dare insieme ai suoi compagni il via allo show. Fin dalle prime note è subito chiaro a tutti che questa sera non si ci sarà uno spettacolo ordinario. Come è noto, durante la performance – durata ben tre ore – la band presenta una vasta selezione di canzoni della sua lunga carriera senza seguire una setlist fissa, facendo in modo che ogni live sia inedito.

Dal momento in cui la band inizia a suonare l’energia prodotta diventa contagiosa e una cosa è certa: l’aria diventa elettrica, le note prendono vita e il cuore degli ascoltatori batte al ritmo delle canzoni, seimila persone coinvolte da quella che può essere definita a tutti gli effetti una epocale masterclass rock’n’roll.
Fondata nel 1991 da Dave Matthews – attore/cantante/cantautore e chitarrista di Charlottesville in Virginia – la band si è guadagnata una solida reputazione dal vivo. Per anni ha dominato le “classifiche” dei più alti incassi di biglietti con numeri sempre sold out, soprattutto in Nord America (ma ahimè non questa sera). Leggendario, ad esempio, lo spettacolo al Central Park di New York nel 2003 davanti a oltre 120.000 fan.
Il concerto apre con Pig uno dei tanti classici suonati dal vivo insieme agli indimenticabili come So much to say, Too Much e Crush. L’energia e la passione, che si irradiano dal palco trascinano il pubblico e tra una canzone e l’altra, Dave interagisce con i fan, ascolta le loro storie e condivide le loro emozioni.
Il virtuosismo dei musicisti è semplicemente mozzafiato. La voce inconfondibile del frontman riempie il forum di emozioni, accompagnata dai potenti suoni delle chitarre, e dai fiati. Ogni suono sembra perfettamente posizionato, ogni battito eseguito con precisione. È una dimostrazione di abilità e trasporto che affascina il pubblico. Oltre alla qualità da songwriting di Matthews, la stessa band è un canone di successo, il trombettista Rashawn Ross e il sassofonista Jeff Coffin aumentano la “pressione”, che già viene prodotta dal batterista Carter Beauford e dal bassista Stefan Lessard; Il tastierista Buddy Strong organizza frequenti escursioni musicali al Jazzige e al Funkige; le chitarre dominano sempre con Tim Reynolds a quelle elettriche.

Samurai Cop (Oh Joy Begin) è cantata dai fan sin dal principio e accompagna la voce distintiva dal potere accattivante di Matthews che accenna il brano come se fosse un concerto solista con la chitarra acustica, in cui mostra tutta la sua classe mentre porta la voce verso l’alto in un tono completamente diverso.
La grande sorpresa della serata arriva con l’ultimo album – Walk Around The Moon – che viene eseguito nella title track, Looking for a vein e The madman’s eyes, quest’ultima introdotta da un flauto quasi ipnotico con un tocco orientale.
Uno stato di “rumore” quasi estatico si manifesta su Rapunzel, l’Up-Tempo Groove esplode in una potenza primordiale degli strumenti e il potente suono crea un vigore a cui nessun spettatore può sfuggire.
Dalla piccola pausa silenziosa, la musica esplode in un altro spettacolo pirotecnico jam in Here on out con le corde che ululano e la batteria che muove e gli accenti di fiato, portando il pubblico a un punto culminante.
Con All along the watcher la band preme per l’ultima volta il pedale dell’acceleratore e mette in estasi gli spettatori trasformando il concerto in un evento trionfale e memorabile.
Sarebbe bello se la band tornasse più spesso in Italia, e in effetti i più fortunati potranno vederla dal vivo a Firenze stasera 20 aprile.
Andate e predicate il vangelo.
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Dave Matthews Band: la scaletta del concerto di Milano
Pig
Samurai Cop (Oh Joy Begin)
Walk Around the Moon
Funny the Way It Is
Looking for a Vein
Madman’s Eyes
Hello Again
The Only Thing
You and Me
Seek Up
So Much To Say
Anyone Seen the Bridge?
Too Much
Break Free
Crush
Virginia in the Rain
Rooftop
Pantala Naga Pampa
Rapunzel
Encore:
Here on out
Singing from the windows
All along the watcher

ANDREA LAVINO
21/04/2024 at 13:21
Per carità, bella recensione. Ma “… spettacolo pirotecnico jam in Here on out con le corde che ululano e la batteria che muove e gli accenti di fiato, portando il pubblico a un punto culminate” da un po’ da pensare, sarò che Here in out è stato il primo bis eseguito dal solo Dave con la chitarra… Forse pensavi a un altro pezzo.
Carlo
22/04/2024 at 14:16
Swarovski che sorpresa! Forse io sono andato ad un concerto diverso…
Sono un grande fan e reputo la band eccezionale… Tuttavia i primi brani erano mixati male…batteria stile cannone e basso pure.
Le parti musicali spesso al limite del confuso
Per carità meglio una band Matthews un po’ affaticata che il ciarpame che ci sta in giro.. però bisogna raccontare i fatti ( musicali) non il trucco e parrucco del pubblico..