Connect with us

Ciao, cosa stai cercando?

Reportage Live

DAVIDE VAN DE SFROOS: foto e reportage del concerto di Milano

La tappa a Milano del tour di “Manoglia” è una festa di bosco e un’epifania di tempi – non solo date-speciali

Articolo di Adriana Panico | Foto di Luna La Chimia

Siamo a Milano nel giorno che esiste solo ogni quattro anni, in un certo senso un giorno che non c’è. A meno che non sia “tracciato dentro al vento”, come La Canzone che non c’è (e andiamo subito di cit.), o finché non ascoltiamo l’album che pure non c’era: Manoglia, ultimo lavoro di Davide Van De Sfroos, edito per BMG/My Nina, approdato al Teatro degli Arcimboldi.

È una serata piovosa e umida in cui pare quasi di sentire sull’asfalto odore di terra bagnata, terra da troppo tempo asciutta. “Petricore” pare che si chiami quella sensazione olfattiva che sintetizza l’incontro tra linfa e pietra. Ce la portiamo all’interno del teatro e nel buio che ci fa pubblico e lucciole allo stesso tempo e si ha subito un’altra sensazione questa volta visiva: siamo in valle, in un bosco. Stiamo per partire nella notte e come Foglie al Vento iniziamo intonando La preghiera delle 4 foglie. Davanti a noi, mentre è ancora buio, si materializza su quel buco nero di palcoscenico un po’ alla volta e sempre più Davide Bernasconi, il nostro Van De Sfroos all’anagrafe, insieme alla sua band.

Arriva da lontano, come se avesse fatto un lungo viaggio prima di arrivare lì, e forse è proprio così perché gli 11 brani dell’album sono l’espressione di un itinerario emotivo che passa per storie, esperienze, memorie, nostalgie, riflessioni e raccontano di valori, di forza, di ali e di coscienza. Hai detto niente… Un viaggio di quelli importanti, di quelli che riguardano la geografia dell’anima, in cui si parte dalla conoscenza del passato (Jung -o chi per lui- salvaci tu!), a cui attingere e in cui scavare, si raggiunge più o meno consapevolezza nel presente (del resto chi non cerca un centro di gravità permanente?) e ci si ritrova di fronte al futuro che è insieme proiezione e prospettiva di tutto questo ambaradan.

Per questo viaggio l’unica strada possibile era quella dei sentieri di bosco, forse tortuosa, di certo intima. La stessa intimità di un teatro, così diverso da una piazza in cui ci si ritrova anche un po’ per caso per fare festa caciara. A teatro il ritrovo è raccoglimento e non avviene a caso. Si sceglie di essere lì con gli altri, non in mezzo agli altri e poi c’è un’atmosfera che con il suo magnetismo consente di cambiare linguaggio e di dedicarsi alla poetica con calma facendo esplodere più colori di quanti sene siano già visti. È proprio per questo aspetto introspettivo e generativo che il nostro cantautore, già più volte vincitore del Premio Tenco, sceglie il palco teatrale per portare in giro la sua Manoglia. Accoglie il pubblico, che è più una comunità di viandanti, dando il benvenuto, invitando a pensare che ciascuno è arrivato dal suo spaccato per posarsi su una poltroncina in Viale dell’Innovazione come foglie di…magnolia.

L’atmosfera si scalda, le luci ora viola brillano sul palco per il brano che dà il nome all’album “Manoglia (magnolia” in dialetto laghée, anche detto tremezzino). Questa pianta germogliata nella “serra artistica e creativa” di Van De Sfroos è un posto magico: longevo, plurisecolare, variegato. Offre foglie, fiori, frutti, legno. Una struttura di lamine e muschio combinata a una chioma colorata e gentile che resta al centro della piazza. Intorno a lei una biblioteca, un circolo, un palazzo comunale, una scuola. La vita che gira intorno a un simbolo di resistenza, avamposto di rinascita. Continuiamo il cammino, prendiamo una maschera – chi non ne ha almeno una? –, lui ne ha sul palco un paio, una più scura e l’altra più chiara, come le sfumature identitarie che ci fanno ora buio, ora luce.

Parte La ballata del mascheraio, poi tira su, anche se non è poggiata lì per terra ai suoi piedi, la maschera del bambino che è stato e che mangiava solo Polenta e galena fregia, il pubblico di appassionati e fedeli, compagni affezionati di viaggio che hanno riempito ancora una volta il teatro (il tour è sold out) gli consegna un trionfo di mani che si incontrano per fare anch’esse musica. E’ solo il primo di una serie di endorsement che in due ore e mezza di esibizione (quasi il Don Giovanni di Mozart per intenderci) non mancheranno di farsi sentire. Andiamo a Sanremo con una Yanez che sul palco dei fiori nel 2011 gli valse un quarto posto e che stasera su questo srotola tappeti fatti di cielo d’Irlanda; a seguire arriviamo in Africa o in Oriente con Shandemè, tamburi e flauti sgretolano qualunque confine, e come “bambole voodoo trafitte in ogni punto ormai” dritti, infine, a New Orleans.

Le sfaccettature umane e musicali di questo album si adagiano su una ritmica acustica travolta dal pianoforte, da un banjo, da chitarre manouche e da tutti gli strumenti che Marco Polo può aver trovato sulla Via della Seta custoditi nei suoni richiamati dai fidati musicisti: Angapiemage Galiano Persico (violino, mandolino, percussioni,cori), Paolo Cazzaniga (chitarra acustica ed elettrica, cori), Andrea Cusmano (fisarmonica, trombone, flauti, plettri etnici, cori), Daniele Caldarini (pianoforte, tastiere, plettri), Silvio Centamore (batteria e percussioni), Matteo Luraghi (basso, plettri). Ognuno fa la sua parte o la sua magia.

Ma è il momento di salire sulla macchina del tempo, si va per il gioco della bottiglia con Gira, gira stasera in versione raggae, ci si scatena su Nona Lucia: questo folk ci scompiglia con il vento di un ventaglio fatto di note blues, gospel, rock, pop, raggae e anche rap. Ha proprio l’aria di un concerto speciale: è un’epifania di tempi (passato, presente, futuro) e di date importanti. Nella stessa giornata di questo live è stata annunciata la data di un attesissimo live al FORUM di ASSAGO, sempre a Milano, per il prossimo 23 novembre. Davide Van De Sfroos poi si prenderà una pausa, gli ultimi tre anni sono stati intensi (2 dischi inediti, un album live e un giro d’Italia in musica sempre sold out) ma non prima di quel giorno di fine anno dove attende gli striscioni e le sciarpe e certamente non ora.

La festa continua con un incipit di Via con me, noi ci dimentichiamo di Paolo Conte e seguiamo Van De Sfroos con la sua band per altri scorci naturalistici, altri paesaggi intimisti. Siamo in festa, balliamo da un po’, si è fatta luce, abbiamo incontrato i grilli e nel passaggio siamo diventati tutti El Mekanik, meccanici di precisione che hanno imparato, o stanno imparando, ad aggiustare qualcosa (qualcuno), perché sì “riparare un destino sfondato è una forma di amore”. Puntiamo alle Ali del Falco per farci Crisalide (qui accompagnato solo dal piano, una perla), salutiamo Zia Nora, e con lei tutte le persone che abbiamo perso ma che abbiamo avuto la fortuna o comunque la possibilità di incontrare, poi con Il Becco del Merlo(/El Giuvanonn) scaviamo a fondo per trovare la luce del passato, le nostre radici. Si è fatta una certa e a quel punto non resta che affidarsi ancora a lui e al magnifico encore

La Curiera è pronta: si torna a casa. Il viaggio può continuare da lì.

Clicca qui per vedere le foto di Davide Van De Sfroos in concerto a Milano o sfoglia la gallery qui sotto

Davide Van De Sfroos

DAVIDE VAN DER SFROOS – La scaletta del concerto di MILANO

La preghiera delle quattro foglie/Foglie al Vento
Manoglia
La ballata del mascheraio
Polenta e galena fregia
Yanez
La canzone che non c’è
Me canzon d’amur en scrivi mai
Shandemé
El Mekanik
New Orleans

Crisalide (Le ali del falco)
Gira gira
Nona Lucia
La ninna nanna del contrabbandiere
Ankainkoo
Forsi
El Mustru
Il costruttore di motoscafi
Zia Nora
El Giuvanonn (Il becco del Merlo)

ENCORE
Akuaduulza
La curiera

Written By

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri anche...

Interviste

L’artista padre del canto laghee ci racconta il suo ultimo lavoro, edito per BMG/My Nina e disponibile dal 13 ottobre, una raccolta che sgorga...

Reportage Live

Foto di Luna La Chimia Continua CernobbioeVillaErba: un anno di arte, musica e spettacolo manifestazione che raccoglie eventi di musica e spettacolo in un ampio programma,...

Dischi

Si apre un nuovo capitolo discografico per DAVIDE VAN DE SFROOS che ha pubblicato il singolo “Manoglia”, titletrack dell’omonimo nuovo disco di inediti in uscita il 13 ottobre...

Festival

Dopo l’eccezionale successo della prima edizione nel 2022, torna dal 7 al 10 settembre 2023, nell’ area dell’Ex-Galoppatoio di Villa Erba a Cernobbio (CO), LAKE SOUND PARK, il festival che...