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Reportage Live

Destinazione Paradiso, 30 anni dopo… spoiler: è diventata una Highway to Hell

Il ritorno rock di Grignani sul palco, tra i successi del passato e la voglia di futuro: ma non era tutta una “Fabbrica di plastica”?

Foto di Ste Brovetto

Articolo di Stefania Clerici

Ieri sera, di ritorno a casa dall’Alcatraz, la mia nuova Yaris Hybrid sarebbe potuta essere una DeLorean DMC-12 che ha incrociato un fulmine tra fili della 90 il campanile della chiesa di Santa Maria alla Fontana e non me ne sarei accorta, tanto il tuffo nel passato mi ha portato indietro nel tempo.

Erano gli anni ‘90, vestivo Onyx e New Ballance, avevo bionde trecce, sempre gli occhi azzurri… e poi: la Smemo “impastata” di copertine adesive del Cioè con almeno cento foto sue, bello e dannato, in pose ammiccanti con sguardo da duro, Gianluca Grignani. Come non dimenticarsi le ospitate al Festivalbar, i primi videoclip musicali, i firmacopie alle Messaggerie Musicali in fila in Piazza Duomo… pezzi di storia che hanno fatto un’epoca, proprio come le sue canzoni.

Un successo inaspettato nel ’94 con La mia storia tra le dita, seguito a ruota dalla partecipazione a Sanremo nel ’95 con Destinazione Paradiso (solo 6° in classifica, ma è il migliore posizionamento delle sue 7 partecipazioni alla gara); e poi dopo la grande gloria, la sparizione dalle scene, il sospetto di morte per overdose, il ritorno, tutto un rock di protesta, da La fabbrica di plastica a Campi di pop corn.

Foto di Ste Brovetto

Questi “Residui di rock’n’roll” li ha voluti portare in tour, quasi 30 anni dopo gli esordi, per ricordare a tutti chi è stato, ma soprattutto ora chi è: da ladro di cuori (tra cui il mio) di adolecenti, a uomo di sostanza rock, chitarra in spalla e all’occorrenza armonica in bocca, pronto a far saltare il suo pubblico. Proprio come ieri sera all’Alcatraz, per la terza di 10 date di tour che toccherà le principali città italiane (biglietti in vendita a questo link > https://bit.ly/grignani24).

Sono da poco passate le 21.30 quando Grignani fa capolino sul palco del club milanese, per introdurci al suo Romantico rock show, fatto di drum spinta, voci sguaiate, chitarre alte e bassi prepotenti, in un vortice di sound duri: l’infilata con Rock Star, terminata con assolo di armonica a bocca e di Baby Revolution, in cui notiamo a questo giro il closer di chitarra, ci fa scivolare verso i toni più languidi di Falco a metà, pezzo però amatissimo al pubblico e gridato a gran voce. Chi se ne frega quindi di rispettare le intonazioni, Grignani incita i presenti a partecipare al coro con lui e tra un bicchiere di (birra?) e una sigaretta accesa, si stona anche su Ribellione.

Foto di Ste Brovetto

A volte esagero non è solo il titolo del pezzo a seguire, ma anche lo stile di vita di Gianluca, tanto sul palco quanto fuori, fatto di eccessi ai quali ci ha abituato nel corso della sua carrier: la cover ben riuscita di Disperato erotico stomp di Dalla è un credibile affresco di vita vissuta, da cui uscire con il sorriso sulle labbra.  

La seconda parte del live appare un po’ più sottotono, rispetto alla partenza in prima, con pezzi di un passato più recente: La canzone, Little Man, L’allucinazione e la sanremese Cammina nel sole. Per tornare sui toni preferiti di Grignani e del suo pubblico aspettiamo il rock de La fabbrica di plastica, tanto attuale seppur datata 1996, insieme alla sua compagna di successo Destinazione Paradiso, che esplode in un’ovazione quando il rif dell’incipit viene intonato dalla prima chitarra.

Un “girotondo di anime” con una ripetizione, mai esausta del “viaggio a senso solo”, incitata dallo stesso Grignani che non vuole proprio terminare il pezzo, portando sul palco anche una bambina a cantare con lui: un viaggio scanzonato che riporta indietro nel tempo proprio come ad inizio concerto e che ci ricorda quante (poche?) decadi siano passate. Se con la languida The Joker i toni del rock si riprendono, è con il gran finale de La mia storia tra le dita che si giunge all’apice del live, in cui Grignani smette di cantare, per dare voce al pubblico e farlo urlare con lui: non c’è persona che non ricordi le parole di quel successo degli anni ’90 che lo ha fatto conoscere a livello mainstream, aprendogli le porte del successo.

Foto di Ste Brovetto

I ricordi sbiaditi e un po’ strappati come dei jeans de La mia storia tra le dita, fanno crescere l’hype tutto rock per il gran finale della gigiona ed ever green (di colore e di fatto) L’aiuola: correva (solo) l’estate del 2002 e quel doppio senso dalla melodia orecchiabile pompava le classifiche musicali italiane e segnava un grande ritorno dopo qualche anno di stop. Non al pari di quello di oggi, dove di anni ne son passati molti di più e si fanno sentire non poco. Perchè, diciamocelo, se la voglia di essere rock di Grignani è quella di un tempo o forse anche di più, la prestanza scenica e la voce non sono quelle degli esordi, le primavere sono sulle spalle di tutti e fare un bello spettacolo di un’ora e mezza per un pubblico pagante è doveroso quando si vuole continuare ad essere dei cantanti professionisti.

L’amaro un po’ in bocca mi resta perchè un bel ricordo del passato remoto si è purtroppo trasformato in un piccolo “incubo” reale del presente, in cui realizzo lucidamente quanta poca musica ci fosse allora (e ci sia adesso) e quanto molto personaggio e attitudine continui invece a sopravvivere, e mi chiedo: è questa la musica che voglio per il nostro futuro? Sinceramente no: quindi ok alle cover, ok alle ospitate televisive, ok ai progetti satellite di libri, racconti di viaggio, etc… ma per fare LA musica (passata, presente, futura), deve essere centrale questo aspetto e, purtroppo, dopo tanti anni sopravvivono il personaggio Grignani, le canzoni di Grignani, ma NON la musica di Grignani.

GIANLUCA GRIGNANI – la scaletta del concerto di Milano

Romantico rock show
Rok Star
Baby Revolution
Falco a metà
Ribellione
A volte esagero
Disperato erotico stomp (Lucio Dalla cover)
La canzone
Little Man
L’allucinazione
Cammina nel sole
La fabbrica di plastica
Destinazione Paradiso
The Joker
La mia storia tra le dita
L’aiuola

Written By

Milanese, classe 1983, sono appassionata di musica, cinema e cultura pop. Adoro viaggiare, mangiare, dormire, viaggiare, ballare, sorridere e fare l'amore. Oltre a scrivere di musica su Rockon sono digital producer per il tuo canale tv preferito. Amo il rock in tutte le sue forme, i gatti, fotografare il cibo che mangio (e lo faccio da anni, non per moda social) e perdermi per le vie delle città che non conosco. Bulimica di serie tv, collezionatrice di vestiti, scarpe, borse e tutto ciò che può entrare in una grossa cabina armadio puoi chiedermi di tutto e ti darò la risposta che cerchi (altro che Google e il libro delle risposte!), basta non domandarmi: “qual è il tuo artista preferito?”.

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