Articolo di Chiara Amendola | Foto di Marco Arici
Propulsore del pop punk italiano, Naska, all’anagrafe Diego Caterbetti, è un ventenne marchigiano a cui spetta il merito di aver riportato un genere di culto in cima alle classifiche nazionali.
Sono curiosa di vedere dal vivo questo fenomeno che in due anni ha raccolto una fanbase, composta da giovanissimi ma anche da tanti creator e tiktoker, che farebbe invidia alla più illustre star nostrana.
Voglio capire cosa si nasconde dietro questo successo, cosa fa impazzire le ragazzine, cosa gli ha permesso, in cosi poco tempo, di collezionare due sold out a Milano. Ma soprattutto voglio verificare in prima persona se Diego Naska sta alla gen-z come Pino de I Ragazzi Italiani sta ai millenials – anche se il divario di genere è abbastanza ovvio e scontato.
Arrivo al Fabrique a ridosso del live, non è una venue che amo particolarmente, ci sono code infinite al bar, una birra costa quanto otto caldarroste in San Babila e i bagni sono geolocalizzati solo in un angolo dello spazio. Il mio istinto di sopravvivenza è attivo ai massimi livelli e cerco di ridurre la sofferenza senza arrivare con largo anticipo.
Noto subito che l’età media è da terza liceo, il mio primo coetaneo nel raggio di due chilometri è probabilmente il parcheggiatore a cui ho lasciato l’auto, quindi per non sfigurare sfoggio con orgoglio un discreto brufolo sul mento.
Naska compare sul palco con la sua band in total black, è decisamente attraente con la sua aria da bad guy e gli occhi dolci.
Attraverso i suoi pezzi autobiografici esegue una scaletta che si rivela un climax celebrativo del proprio percorso artistico e personale: ogni brano ripercorre le tappe della sua vita fino alla fama.
Si parte da “La mia stanza” – l’ultimo disco, quello della consacrazione – con Pronto Soccorso e Mai come gli altri, pezzi dall’attitude rock che strizzano l’occhio al punk anni novanta.
In effetti la copertina del disco ci suggerisce molto di lui, oltre a rivelare anche un lato finora nascosto del suo fascino – è nudo e copre i gioielli di famiglia con un parental advisory – sullo sfondo di quella che sembra a tutti gli effetti la sua camera, inneggiano fieri i poster dei Sex Pistols, Blink 182 e Green Day.
Al terzo pezzo in scaletta si passa a “Rebel” con le vere prime hit Fare schifo (con me) e 7 su 7 indubbiamente due tra i dei pezzi più amati sia per la produzione che l’interpretazione. Per la gioia di Naska partono poghi seri in suo onore davanti al palco, a cui ovviamente non prendo parte perché il rischio di svenire tra la folla è altissimo (non ho mai visto la sicurezza così impegnata a raccogliere adolescenti dalla platea).
Mi immergo in questo esperimento sociale e provo a immedesimarmi, scopro che ironia, rock’n’roll, sensualità, provocazione e romanticismo sono i temi principali dei testi di di Naska, sentimentale nelle parole punk nell’atteggiamento ribelle e ne subisco gli effetti persuasivi, non riesco a non apprezzare ciò a cui sto assistendo.
La prima ballad arriva con Polly, canzone che si rifà all’omonima dei Nirvana ma racconta la storia di una ragazza che, pur di riuscire ad emergere cambia completamente la sua vita, fino ad arrivare a rimpiangere ciò che aveva prima. Percepisco occhi lucidi intorno a me, c’è molta delusione in questa generazione che forse ancora ignora quanto la vita possa essere crudele.
Nessun pezzo manca all’appello, stasera Naska vuole dimostrare di essersi meritato questo palco, e per dare di più trascende il suo repertorio con delle cover che hanno il suo profumo: sul palco salgono i Finley per Porno e Diventerai una star. Ma non finisce qui, poco dopo il nostro eroe ricompare in gonnellino scozzese e camicia annodata al petto per una versione inedita di Baby one More Time.
L’encore è il punto di massimo splendore: la folla è caldissima perché sa che il suo idolo sta per andare via e quindi è il momento di dare sfogo alle ultime cartucce: parte la tripletta Horror, Punkabbestia e Mai come gli altri e Naska tenta un goffo crowdsurfing sulla folla – è umano anche lui.
Due ore di concerto e trenta brani, vorrei parlare dell’energia dei vent’anni ma sarebbe superficiale. I coetanei di Naska sul palco non ci stanno tutto questo tempo, pur avendo a disposizione tanto materiale. Qui si tratta di talento e Naska stasera ci ha sbattuto in faccia quello che sa fare eliminando ogni dubbio – e infatti il concerto si conclude con l’annuncio del forum d’Assago il 7 dicembre 2024. Scommettiamo sul sold out?
Clicca qui per vedere le foto di Naska in concerto a Milano o sfoglia la gallery qui sotto:
Diego Naska: la scaletta del concerto di Milano
Pronto Soccorso
Mai come gli altri
Fare Schifo (con me)
7 su 7
Polly
Fine settembre
Porno – feat Finley
Diventerai una star – feat Finley
Rebel
California
Cattiva
O mi uccidi
Baby one more time (cover)
Spezzami il cuore
Vaffanculo per sempre
Non ditelo ai miei
Mamma non mi parla
Schiena dritta
Summersad 4
Male
Wando
A testa in giù
Non me ne frega un cazzo
Tranquillo mai – feat Madman
A Nessuno
Horror
Punkabbestia
Mai come gli altri