Connect with us

Hi, what are you looking for?

Reportage Live

E quindi come è stato questo MAD Cool 2024?

Guide romantiche a parte, entriamo nel “tecnico” (si scherza) e proviamo a dare una valutazione a tutto tondo di quello che ormai da anni rappresenta uno dei principali festival internazionali – e soprattutto una leva economica non indifferente per la Comunidad di Madrid.

Articolo di Marzia Picciano

Madrid è una città stupenda. Lo è ancora di più se pensiamo alla capacità di attrarre della capitale spagnola. Noi italiani, che da punto di riferimento stiamo per capovolgerci e cedere il passo ai cugini iberici, dovremmo solo imparare dalla Spagna e dalla sua capacità di gestire eventi e festival internazionali che diventano poi prodotti da esportare (leggi: Primavera Sound, Sonar…) senza cadere nelle beghe da quartiere di città dal respiro internazionale ma mentalità, comunque, provinciale (leggi: Milano). Mentre nelle testate locali meneghine infervora il mai sopito dibattito su San Siro (che tra l’altro ospita l’assemblea generale della Swifteconomics in viaggio eccezionale a Milano, meglio lei che i cori da stadio?) a Madrid si celebravano il festival oggetto di articolo nell’Iberdrola Music Arena, uno spazio fuori dal centro (Distretto di Villaverde Alto) ma comunque collegato con metro e treni capace di accogliere più di 200mila persone (dati totali affluenza 2023) e starci pure larghi, e in pieno centro, dove si erge l’Estadio Bernabeu, il concerto di Will Smith (venuto poi a fare il gig-crasher da Janelle Monae, ma vabbè!). Lo so, stiamo parlando di una città da tre milioni di abitanti e un’estensione assolutamente non comparabile a quella milanese, ma forse dovremmo guardare con attenzione a come gli spagnoli hanno costruito un super evento capace di attrarre band internazionali e chiuderle in una programmazione di quattro giorni.

Questione di blessing

Punto primo: lo sponsorizza la Comunidad, ovvero la Regione “rafforzata”, lo Stato di Madrid (non solo la città). Ecco, il secondo main stage è loro. Sopra ci passano Tom Odell, Arlo Parks, BMTH, The Kooks, Keane, Sum 41, per citarne alcuni. Il main stage è quello del Mad Cool. Madrid non ha dato solo un bacio accademico alla manifestazione, ci ha investito (il comunicato qui lo dice, più di un milione di Euro). Noi siamo a chiederci se quello che è un format estremamente innovativo per il mondo italiano, la festa del Jova Beach party, anche a fronte del rispetto di tutti quelli che possono essere i crismi di sostenibilità e ovviamente delle aree naturali, non debba essere percepito come qualcosa da scacciare dalle spiagge nazionali. Non entreremo nelle polemiche da bar ovviamente e no, non sono i festival il problema della crisi dell’over-tourism spagnolo (almeno per la sottoscritta) e si, con una buona pianificazione riusciremmo a farlo anche in Italia, nonostante i limiti del TPL (e oops, ma a Madrid è piena di Uber, oltre che di Uber con Toyota Corolla – ci aiutate a capire perchè?) ma mi permetterete una nota di amarezza. Per fortuna la resilienza del settore in Italia si sprigiona (almeno) attraverso il concetto di festival boutique come Ypsigrock, a brevissimo su queste pagine.

Occhio alla line-up

Che la Spagna grazie alla sua tradizione festivalara (oltre che alla presenza di strutture e infrastrutture adatte, e ovviamente alla dominanza linguistica, si) si trovi in mezzo al Grand Tour di tutti i tour europei delle grandi band internazionali non è un mistero. Chi va al MAD Cool va al NOS Alive, al BBK, va al Pukkelpop per dire, insomma, parafrasando Tolstoj, tutti i festival felici si somigliano, almeno per line up, perchè una volta che sei in Europa ci stai per un pó e quindi ti ritrovi. Quindi lato programmazione nulla da eccepire, anzi: incredibile fortuna per il festival in un anno di sventure per grandi band e grandi reunion ormai acciaccate dall’età (prendiamone atto, è un’estate di profonda nostalgia questa), i Pearl Jam hanno svolto una performance ineccepibile, e avevano rischiato di cancellare il tour per problemi vari. Peccato per i limiti acustici proprio della band: se si era un po’ indietro, oltre il mixer per dire, il concerto era decisamente attutito.

Un problema soprattutto se si considera quella che è rimasta la magagna del festival dacchè lo conosco (e vissuto dal 2018): lo spazio sonoro tra un palco e l’altro. Laddove la performance era decisamente loud (e sto parlando dell’angolo Palco Orange e tende Mahou) per quanto molto migliorato rispetto agli anni precedenti e quell’infausto evento per cui i Massive Attack cancellarono in presenza lo show perchè impossibilitati dal rumore dei QOTSA, un po’ la tendenza a sentire rumore di sottofondo era presente. Ma niente di sconvolgente. Siamo a un festival, mica a un ritiro del silenzio.

Vale la pena segnalare la fortissima presenza UK sui palchi quest’anno, con lo sprazzo di odore di casa eccezionale dei Måneskin, ma è la componente brit a fare da padrona, sia per la passata (vedi Keane) che nuova (Dua Lipa, Arlo Parks, Sleaford Mods) offerta musicale. Ecco, la linea musicale del MAD Cool, un festival che punta tutto sull’alto e che porta insieme il super pop di Dua Lipa e la nostra adolescenza di Avril Lavigne e Sum 41, ci lascia il dubbio: avremo mai una nuova era di cantanti a cui attaccarci disperatamente? O era un epoca bellissima la nostra, quella dei 30-40 enni presenti in sede (ma anche 50enni per Tom Morello)? A voi la considerazione. Non si neghi peró che gli ultimi anni hanno rapprsentato il giro di boa di diverse band e ci siamo trovati a spendere parecchi soldi per vedere riunirsi tanti vecchietti (si dice bonariamente eh). Viva la nostalgia. Più che altro la programmazione stra-fitta soprattutto dell’ultimo giorno ha creato il rischio di non essere in grado di decidere tra BMTH, Gaslight Anthem e Jet Vesper. Peccato per gli orari un po’ sacrificati dei nuovi alla ribalta nei palchi Mahou: difficile scappare al richiamo degli headliner. Ma il pubblico del MAD Cool è vario e ha saputo organizzarsi per vedere tutto (compresi i Motxila 21, band di ragazzi con ritardo mentale, pure citati da Eddie Vedder). Ecco, magari sono andate un pó perse le performance di Sexxy Red (che non vedi sempre in Europa, per dire) sacrificata sul tempio di Dua Lipa e quella di Nia Archives o Bar Italia, veramente tra le super chicche del festival.

Festival experience

Sarà che siamo in Spagna, eppure non siamo vista mare, siamo nel mezzo del centro della penisola iberica e fa un caldo letale (con una sunset hour dopo le 20 di sera, chiunque era prima era destinato a sciogliersi, e tutti, TUTTI gli artisti l’hanno segnalato, Benjamin Clementine, in cappotto di lana, ha ironizzato al piano che avrebbe voluto essere messo più tardi) ma da partecipante a un festival lo devo dire: WOW, che paese dei balocchi. L’esperienza è stata cosi positiva che ho persino pensato di poterci portare mia madre. Sembrerebbe che le problematiche lamentate l’anno scorso sulla collocazione dei bagni siano state risolte. E stiamo parlando di un festival con 70-80mila persone al giorno, a occhio e croce. Nel mondo del MAD Cool si sta benissimo. Nota positiva per gli stand degli sponsor (con dei veri gadget, soprattutto utili: quanta gente si è riempita di crema solare offerta gratuitamnete?), la fondamentale scelta di mettere delle fontane libere per tutti in piu aree del festival e in generale la logistica dei flussi che ha aiutato non poco il veloce scorrimento. Anche chi non voleva essere nella calca riusciva ad avere una buonissima visione del festival. E per le ore più calde, i fortunati (pochi) sotto i palchi erano oggetto di non poche docce da parte dell’organizzazione. L’impressione è di essere in un grande parco giochi (no, non solo per la ruota panoramica) con tantissime giostre, ognuna per i gusti dedicati e soprattutto per i mood in cui ci trovavamo.

Dieci e lode: l’Iberdrola Loop

Andiamo verso – se non ci siamo già – era in cui stanchi del pop, entriamo nell’elettronica come un’esprit de finesse che prima era lasciato agli animali da cassa in faccia, ora è colazione per i radical chic. Sarà anche l’esperienza stessa dell’andare a ballare è cambiata radicalmente e i generi sono aumentati esponenzialmente nell’EDM quindi c’è trippa per ogni tipo di gatto ed è per questo che i palchi da disco cosi come le boiler room sono proliferate ovunque, anche ai festival. Nel MAD Cool 2024 su sei palchi uno era un Loop, quello enorme di Iberdrola, dedicato alla danza. E la programmazione è stata interessantissima. Peccato per alcune piccole manchevolezze, come il forfait di The Blessed Madonna e il posizionamento di un DJ set di Bonobo proprio nel mezzo dei Pearl Jam. Tra le migliori performance: DJ Koze, Jayda G, Sugar Free, CC: Disco!. Thumbs down per il pienone da tutto esaurito ai 2ManyDjs di sabato che stretti tra timeline devastanti non siamo riusciti a vedere (altrimenti si faceva la fila di fronte alle numerosissime guardie). Inoltre, l’Iberdrola Loop era l’unico tendone raffrescato: passarci era necessario per superare tre ore di 40 gradi costanti. Sarebbero stati altrettanto bello gli Acid Arab li, ma sono stati rintanati nella tenda non raffrescata (e un po “fermentata” per l’odore di alcool) della Mahou.

Nuove scoperte?

Nei momenti topici è sempre bello andare a cercare cose nuove da sentire. La forte affluenza di musica made in London ha un pó offuscato la mia personale ricerca di eroi locali (tranne che per Merina Gris e Depresion Sonora, che sono i miei tips per i palati aperti a tutty gusty) oltre che la programmazione veramente stretta che mi ha imposto non pochi sacrifici. Ma è stata un’occasione per conoscere Joel Culpepper ad esempio, uno da mettere sulla stessa linea di una poetessa del rap come No Name. E cercare di comprendere quel fenomeno assurdo che sono i Bomba Estereo. Ma anche se ci siamo persi qualcosa, eccovi la playlist del Festival.

Miglior show

A gusto assolutamente personale, i re incontrastati sarebbero Dua Lipa (stessa scenografia stratosferica di Glastonboury) e Maneskin (ma un pó freddi a questo giro?). Sentimentalmente ci sentiamo di dare il nostro cuore ai Bring Me The Horizon, Keane e The Killers. Emotivamente ai Pearl Jam (nonostante le difficoltà sonore). Segnaliamo un Morello particolarmente in forma. Premio morale a Janelle Monae per aver retto meglio di tutt* il sole delle 18, eseguendo il suo show senza battere ciglio: regina indiscussa.

Che il prossimo MAD Cool ci abbia in gloria. Noi attendiamo con ansia.

Written By

Dall’Adriatico centrale (quello forte e gentile), trapiantata a Milano passando per anni di casa spirituale, a Roma. Di giorno mi occupo di relazioni e istituzioni, la sera dormo poco, nel frattempo ascolto un sacco di musica. Da fan scatenata della trasparenza a tutti i costi, ho accettato da tempo il fatto di essere prolissa, chiacchierona e soprattutto una pessima interprete della sintassi italiana. Se potessi sposerei Bill Murray.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Scopri anche...

Reportage Live

La missione di pace trova una tregua prima del grand finale di venerdi. Nostalgia portami via, ma non prima di avermi gasato a colpi...

Reportage Live

Arriviamo al secondo giorno della nostra via Crucis verso la coscienza della propria condizione: esatto, e nessuno vuole starci. Soprattutto se a ricordarcelo c'è...

Reportage Live

Ovvero, come sopravvivere alle delusioni della vita reale saltando su un aereo ed immergendosi nell'ecosistema del principale festival internazionale di Madrid, dal 2017 un...

Reportage Live

All'Anfiteatro del Vittoriale di Gardone Riviera l'unica data italiana della band di New York. Che non lesina sugli strumenti e regala una serata unica...