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Reportage Live

I NOBRAINO sono tornati e sono ancora dei fantastici animali da palcoscenico

Nuovo album per la band romagnola, appena uscito dopo sei anni di silenzio e otto dall’ultimo lavoro in studio. Un ritorno in grande stile, con un tour nei club di tutta Italia che testimonia, ancora una volta, che il palco è il loro vero habitat naturale.

Nobraino
Nobraino in concerto ai Magazzini Generali di Milano, foto di Giorgia De Dato per www.rockon.it

Articolo di Silvia Cravotta | Foto di Giorgia De Dato

Nota iniziale: per riassumere l’essenza di questa serata, riprendiamo le parole del frontman Lorenzo Kruger che, pogando nel parterre circondato dal pubblico, urla “i Nobraino come nel 2024 non ci sono mai stati!”.

Quando una band viene esaltata per le sue performance live ci sono solo due strade: si può rimanere delusi per le aspettative mal riposte o si può uscire dal concerto frastornati ed esaltati dopo aver assistito a due ore di live act dirompente. Ed è la seconda strada quella che si è percorsa ai Magazzini Generali di Milano, terza tappa del club tour dei Nobraino, partito esattamente una settimana prima da Perugia e Cesena, e destinato a proseguire per tutto il mese, dal Nord fino al tacco della penisola.

Un rientro decisamente in grande stile per il gruppo nato a Riccione nel 1996, paladino della scena indie italiana, alfiere delle autoproduzioni e delle etichette indipendenti, cresciuto sui palchi nazionali dove non ha mai fatto mancare il suo inconfondibile mix di rock e cantautorato. Assenti troppi anni dalla scena live e discografica, i Nobraino sono tornati alla carica grazie ad Animali da palcoscenico, settimo album in studio che sintetizza bene lo spirito scanzonato che i cinque portano on stage. Uscito un mese fa, è stato anticipato da un 2023 che ha lasciato il segno, tra “date uniche” sold out e qualche cambio di formazione.

Nobraino in concerto ai Magazzini Generali di Milano, foto di Giorgia De Dato per www.rockon.it

Uno show, due parti

Il nuovo album ha segnato in modo così dirompente la nuova fase storica della band da lasciare una cesura anche sul loro live, nettamente diviso in due parti. Nella prima si suonano tutte – ma proprio tutte – le canzoni di Animali da palcoscenico, dieci tracce (compresa una cover) dalle sonorità rock ed elettroniche ispirate a quelle degli anni Novanta e Duemila, pensate alla “vecchia maniera” ma capaci di suonare fresche e attuali. La seconda parte è tutta dedicata ai brani più famosi del loro repertorio, capaci di scatenare l’anima del pubblico e soprattutto l’esuberante energia della band e del suo cantante.

Nell’intermezzo, necessario per il cambio abiti, il microfono e la chitarra di Nestor/Marco Simone Fabbri, vengono affidati ad alcuni volontari tirati su dal pubblico, in una sorta di “microfono aperto”. La prima a salire è una ragazza che, issata sul palco dai suoi amici, timidamente imbraccia lo strumento per pochi minuti prima di essere soccorsa da un coetaneo che suona mentre lei intona due hit dei Nobraino come Vertigini e Record del mondo. Subito dopo, ad impossessarsi del palco è un musicista, che coglie l’attimo di visibilità per far sentire una delle sue canzoni. E la suona fino alla fine, tanto che nel frattempo il quintetto torna sul palco e gli va dietro con le percussioni. Visto che si è presentato, per la cronaca si chiama Martino Adriani.

Animali da palcoscenico

Ma partiamo dall’inizio. Qual è il tema si capisce da una prima occhiata al palco, con gli strumenti coperti da delle gabbie metalliche che a primo impatto fanno pensare a quella che proteggeva John Belushi e i Blues Brothers da bottiglie e boccali mentre intonava canzoni country. Ma qui non siamo al Bob’s Country Bunker e la birra te la danno in bicchieri di plastica. E comunque l’arrivo dei cinque sul palco, poco prima delle 22, non delude certo le aspettative. Lorenzo veste un aderente qipao, il vestito tradizionale femminile cinese, guanti neri, occhiali da sole sotto un invidiabile ciuffo di ricci. Ma i suoi sodali non sono da meno: Nestor vestito da cowboy con tanto di poncho, il batterista Samuele Vichi da indiano, il bassista Pietro Casadei indossa un fez mentre Lady Barbuda/Nicoletta Nardi ha optato per un outfit anni Sessanta per esibirsi con la sua chitarra e la sua tastiera.

Pixel dà inizio al concerto con il suo refrain tra il romantico e il demenziale, chiosato dalla chitarra finale che chiude il pezzo. I Nobraino si stanno scaldando, il pubblico si sta scaldando: è un inizio timido, dovuto anche a qualche difficoltà audio. Ma già con Arte contemporanea comincia a farsi strada la voce profonda e baritonale di Lorenzo, che riempie i Magazzini, con più di un eco che riporta alla mente De Andrè, con qualche divagazione tra Piero Pelù e Cesare Cremonini. Il sound fresco di Esperto di comunicazione cede il passo alla ballata Dubbi sul futuro, uscita nel giorno del matrimonio di Lorenzo con la sua storica compagna e che casualmente racconta le complicazioni che vive una coppia di lungo corso. Test di gravità è scanzonato e casereccio come da perfetta tradizione Nobraino, ma nel nuovo corso 2024.

Lorenzo comincia a risentire della strettezza dell’abito che indossa ma è, spiega, “un motivo filologico” così come le gabbie, perché gli animali del nuovo album sono nuovi e li stanno ancora rodando. Ci vuole Glenn Miller per farlo rifiatare, prima con la presentazione del podcast che nell’album anticipa la canzone, e poi con il brano dall’intro country che racconta la storia del trombonista e compositore statunitense, scomparso misteriosamente. Con Fermentazione, uno dei due singoli del nuovo album, esce finalmente fuori l’animale da palco che è nel cantante: prima canta la canzone a velocità accelerata, con gli occhi chiusi per lo sforzo, e poi si butta nel parterre dando il via a un pogo selvaggio. D’altronde la canzone facilita e non sarà certo l’unico episodio del genere che si vedrà nella serata. Chiudono Canzone d’amore per correre, brano romantico sulle diverse velocità all’interno di una coppia (“e di solito le donne vanno più veloci”) amatissimo da gran parte del pubblico e una coraggiosa cover di Hotel Supramonte, vestita di un splendido abito rock, in cui la voce di Lorenzo e quella di De Andrè si sovrappongono benissimo. Non commovente come l’originale, ma decisamente bella. Intanto il qipao è sparito e sopra il petto nudo del frontman è comparsa una maschera a forma di dito medio.

Nobraino in concerto ai Magazzini Generali di Milano, foto di Giorgia De Dato per www.rockon.it

Repertorio time

Superato l’intermezzo musicale organizzato pescando tra il pubblico, sono quasi le 23 ed è ora di cominciare la seconda parte che pesca a piene mani dallo storico repertorio di hit della band. Partendo dal sound retrò di Nottambula passando per La giacca di Ernesto, è qui che viene fuori con forza la vera anima Nobraino, quell’esuberanza e capacità scenica che non può essere certo tenuta ingabbiata, quella voglia di raccontare storie che, in modi diversi, li ha sempre caratterizzati. Le chitarre si scatenano per Record del mondo, Lorenzo la canta vis-à-vis con il pubblico che lo segue parola per parola e poi si tuffa tra le sue braccia, per un inevitabile crowdsurfing. È iniziata la festa Nobraino.
Manco il tempo di risalire che si ributta in mezzo al parterre dove si poga senza freni cantando tutti insieme Tradimentunz. Lorenzo è decisamente uno di noi in questo concerto, è senza freni, si diverte, è “in forma strepitosa” come dice lui stesso. Diteci dove si deve firmare che siamo pronti a farlo.  

Nobraino in concerto ai Magazzini Generali di Milano, foto di Giorgia De Dato per www.rockon.it

Lo scrittore, con la sua liricità ritmata e tormentata, e Il Tempio di Iside non possono che portare avanti questa festa così come Bigamionista, geniale racconto a suon di tromba di un camionista bigamo diviso tra Spagna e Francia, cantato in pericoloso equilibrio su una cassa. Endorfine, con la sua intro coinvolgente e un testo ironico sulle dipendenze, è perfetta (chi non ci avrebbe pensato?) per riempire un nebulizzatore da mettere sulle spalle con gin e acqua tonica e innaffiare dall’alto con gin tonic un pubblico già ebbro di musica e divertimento. Queste sono le cose che non ti aspetti quando ti dicono che il live è la dimensione essenziale dei Nobraino. Perché in questa serata non ci sono solo loro che si divertono come pazzi ma c’è anche un pubblico che è parte attiva nello show, che si diverte follemente con le magliette e i capelli impregnati di sudore e gin tonic. Ci vuole talento per fare questo e qui il talento c’è, signori miei. A proposito di signori, quelli della corte chiudono la scaletta di questa lunga serata, insieme alla ballatissima Bifolco e a Film muto.

Nobraino in concerto ai Magazzini Generali di Milano, foto di Giorgia De Dato per www.rockon.it

È quasi mezzanotte ma nessuno vuole andar via, tantomeno i Nobraino. Dopo i saluti e un breve video girato con il telefonino nel backstage e proiettato dallo schermo sul palco, Lorenzo torna tra il suo pubblico, canticchia a cappella con chi lo circonda e si ferma a chiacchierare. Chi pensava che i Nobraino dopo la lunga pausa di riflessione fossero finiti è stato smentito: sono vivissimi e lottano insieme a noi. E questa reunion sembra proprio un nuovo inizio, che promette decisamente bene.

I biglietti del tour dei Nobraino sono in vendita qui

Clicca qui per vedere le foto del concerto dei Nobraino a Milano (o scorri la gallery qui sotto)

Nobraino


NOBRAINO – La scaletta del concerto di Milano

Pixel
Arte contemporanea 
L’ultimo uomo a cavallo
Esperto di comunicazione
Dubbi sul futuro
Test di gravità
Glenn Miller
Fermentazione
Canzone d’amore per correre
Hotel Supramonte

Nottambula
Le tre sorelle
La giacca di Ernesto
Record del mondo
Tradimentunz
Lo scrittore
Tempio di Iside
Bigamionista
Endorfine
Signori della corte
Bifolco
Film muto

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