Articolo di Veronica Drago, fotografie di Eta Beta Ph.
Si è tenuta lo scorso week-end, nei giorni 16, 17 e 18 novembre 2012, la quinta edizione della Trieste Tattoo Expo, convention internazionale dedicata al mondo del tatuaggio e delle modificazioni corporee che vede protagonisti tatuatori, tatuati, tatuandi, vorrei ma non posso, potrei ma non voglio, e se poi mi stanco?, e quando sei vecchio? e appassionati tutti.
Rockon.it è andato a sbirciare da vicino l’evento nella giornata di sabato 17 novembre, iniziata con una performance di body painting (qualcuno reclamava tuttavia una maggiore presenza di “tette dipinte”, l’organizzazione dell’expo ne tenga conto per il prossimo anno) e proseguita lungo l’arco del pomeriggio con spettacoli di magia, shibari, fashion show e tattoo contest, il tutto condito dal suono imperterrito e ininterrotto delle macchinette per tatuare che hanno adornato la pelle di centinaia di persone tra venerdì, sabato e domenica.
La cornice in cui si è svolta la manifestazione era davvero preziosa, non i soliti spazi fieristici, bensì un edificio di tutto rispetto com’è il Salone degli Incanti in Riva Nazario Sauro a Trieste, direttamente in riva al mare sul Golfo di Trieste che, grazie a San Meteo, sabato ha lasciato da parte la maledetta Bora per far spazio a uno splendido sole (il percorso a piedi dalla Stazione Centrale FS al Salone è breve e piacevole, ci si arriva in un meno di un quarto d’ora, ma non credo sarebbe stato altrettanto rapido con il vento a oltre 100 km orari…i miei capelli e la mia gola ringraziano).
All’interno del Salone degli Incanti oltre 100 stand tra tatuatori italiani, spagnoli, americani, austriaci, argentini, olandesi, norvegesi e chi più ne ha più ne metta (altrimenti che International Tatto Expo sarebbe stata?!) ed espositori di materiali per tatuare, abiti del famosissimo marchio Iron Fist, piercing e gioielleria. Lo stand più interessante? Dal punto di vista culturale sicuramente quello dei polinesiani Mana Tahiti Tatau Vatea in cui poter ammirare, oltre alla concezione moderna di tatuaggio inteso come utilizzo della macchinetta elettrica, l’antica tecnica samoana, ovvero incidere la pelle armati di una specie di pettine che può avere da 3 a 20 aghi e di un bastone con cui percuotere l’attrezzo su cui è montato il pettine (un’operazione dall’aria molto affascinante e rituale che fa però comparire sui volti di chi la sta subendo facce molto poco spirituali e per nulla abbandonate alla sacralità del momento, siamo maledettamente occidentali e si vede n.d.r.).
Per tutta la durata della manifestazione non sono mancate le occasioni musicali, le performance artistiche dalla body paint art allo shibari, passando per i vari tattoo contest giornalieri fino ad arrivare all’elezione di Miss Cover Girl 2012 per la ragazza tatuata più bella della Trieste Tattoo Expo (Norina Silvia); a farla da padrone però, c’è poco da fare, aghi, colori, piercing, facce più o meno sofferenti ma di sicuro soddisfatte e, naturalmente, l’abilità dei tatuatori che sono davvero, prima di tutto, artisti disegnatori con una passione e un talento innati. In queste occasioni è sufficiente scorrere gli sketchers book sopra ai tavoli degli stand dei vari tattoo studio per rendersi conto di come (vale per molti ma non per tutti, c’erano anche dei lavori davvero discutibili n.d.r.) il tatuaggio meriti di essere definito come vera e propria Arte con la “a” maiuscola!
Pollice in alto quindi per la Tattoo Expo 2012 di Trieste, tanti saluti e arrivederci all’anno prossimo (sperando di trovare un tatuatore libero per uscire dal Salone degli Incanti con la pelle inchiostrata a dovere visto che stavolta la missione è fallita).
